ARTE POVERA A SEI ZERI - DOMANI “CHRISTIE'S” METTERÀ ALL’ASTA LA PIÙ GRANDE COLLEZIONE DI ARTE POVERA ITALIANA MAI VISTA A LONDRA - CAPOLAVORI CHE I MUSEI ITALIANI SI SONO FATTI PASSARE SOTTO IL NASO SENZA RICONOSCERLI
Alessandra Mammì per Dagospia
Sarà un successo, comunque vada. Lo dicono tutti i rilevatori di mercato. Martedì prossimo 11 febbraio, Christie's in Londra dovrebbe risollevare l'ammaccato orgoglio nazionale con una vendita monstre della più grande collezione di Arte Povera mai vista e messa in asta in Gran Bretagna. Messa insieme da Mariolina Bassetti, curatrice dell'arte italica per la casa d'aste, ha un titolo beneaugurante: EYES WIDE OPEN: AN ITALIAN VISION. Un giro di 25 milioni di sterline, opere da una collezione anonima ma che i rumors indicano in Nerio e Marina Fossati benestanti e accorti signori con residenza sul lago di Como.
Gente dallo sguardo lungo che comprò Pascali, Pistoletto e Zorio in tempi non sospetti e ora si prepara a raccogliere i frutti del probabilmente migliore dei loro investimenti. Come i dati raccontano le opere di Arte Povera battute nelle aste anglo americane sono salite vertiginosamente dalla media di 35 pezzi nel 1997 alle 300 dello scorso anno.
E il monte premio delle aste Sotheby's Christie's è passato dai 10milioni circa di sterline del 2002 ai 42 milioni del 2013. Martedi' poi Christie's si aspetta nuovi record confidando nella solidità della proposta che non presenta rischi di bolla speculativa ma corrisponde a una reale rivalutazione di pezzi candidati ai prossimi sussidiari come grandi classici del Novecento
Già pronti a superar se stessi ecco: i sacchi di Kounellis, i piedi di cristallo di Fabro e soprattutto la new entry Marisa Merz reduce da una splendida personale alla Serpentine Gallery, qui in asta con un violino di cera che parte da una base di 250mila sterline. A testimoniare l'eccezionalità e l'importanza dell'evento sono i testi in catalogo di Carolyn Christov Bagargiev, già direttrice dell'ultima Documenta e Hans Ulrich Obrist a capo della Serpentine.
Nomi che non si spendono normalmente per promuovere vendite all'incanto. Mentre l'ultimo pensiero va all'occasione persa dei nostri musei che a differenza dei signori di Como non hanno capitalizzato un granchè di quelle opere che son passate sotto il naso indifferente o quasi di direttori, curatori e commissioni ministeriali.
L'unico a vantare una collezione vera di Arte Povera è il Castello di Rivoli grazie alla intelligente e previdente gestione di Ida Giannelli. Ma la Giannelli non c'è più, i direttori non s'è capito chi sono, si vive di interim la confusione allo stato attuale è massima e ora Rivoli con tutto quel che ben di Dio rischia pure di chiudere. Viva l'Italia.
FRANCESCA MARTINOTTI JANNIS KOUNELLIS ldp17 jannis kounellisMOSTRA PISTOLETTO Pino Pascali Michelangelo PistolettoMariolina Bassetti