ARTSPIA - CARRAMBA CHE SORPRESA! MACCHE' CURATORE INTERNAZIONALE, POLIGLOTTA E GLOBETROTTER. VINCE IL PADIGLIONE ITALIANO ALLA BIENNALE UN PROFESSORE E GIORNALISTA, NAPOLETANO A MILANO: VINCENZO TRIONE
Alessandra Mammì per Dago-art
Carramba che sorpresa! Le voci sul nuovo direttore del padiglione italiano alla Biennale 2015 che il Mibac lasciava trapelare parlavano di una figura internazionale. Si parlava di un ritorno all'ovile di uno dei tanti cervelli in fuga.Di un alto profilo contemporaneo, well connected con i musei d'Europa e America e (perché no) pure intimo della Cina.
Nella comunità artistica italiana si eran già fatta le possibili liste. E si giocava a cena al toto direttore. con conversazione tipo:
Allora ....Andrea Lissoni che ora è curatore alla Tate, ma che belle mostre fa e ha fatto alla Bicocca! Troppo specializzato su performances e video?... Sì, però la mostra di Joan Jonas scelta ora come unica artista del Padiglione americano gli dovrebbe dare punti...Però non ha mai diretto un museo.
E allora si scivolava su Mario Codognato che di musei più che diretto ne ha addirittura fondato uno: il Madre di Napoli e ora dirige il dipartimento contemporaneo al Belvedere di Vienna. Lui sì che ha il profilo internazionale. A Londra era anche direttore artistico di una super galleria e più well connected di lui...
Se è per questo c'è anche Francesco Manacorda sta bene nella lista. Dirige la Tate a Liverpool e le capacità organizzative le ha dimostrate con Artissima a Torino: da fiera l'ha trasformata in evento culturale e ancora ci si nutre della sua rivoluzione...
Mario Codognato con la moglie Mirta DArgenzio mario
Ah no! la rivoluzione l'ha fatta Andrea Bellini ad Artissima! Portò persino il teatro d'artista in fiera e coinvolse tutta la città. Poi è stato anche direttore a Rivoli e ora dirige il CAC a Ginevra. C'era mezzo mondo un mese fa alla sua Biennale delle Immagini in Movimento: registi curatori artisti .
Ecco queste erano le discussioni tipo. Di buoni profili c'erano anche altri: Alessandro Rabottini per esempio. Un art hunter instancabile. Non avrà diretto un museo ma era il tipico giovane su cui puntare - E Andrea Viliani ora direttore artistico al Madre, ma ex braccio destro di Carolyn Christov per Documenta di cui curò tutta la parte afgana e lo splendido lavoro su Boetti...
Insomma.Abbiamo, discusso, scandagliato, nominato, analizzato in lungo e largo sulla base delle buone premesse che il Ministero aveva fatto trapelare. Illudendoci che la nomina avrebbe potuto corrispondere al profilo professionale necessario e equilibrato con le scelte degli altri paesi.
Ma non potevamo entrare nella testa di un ministro che invece cosa fa? Nomina un professore, giornalista, collaboratore del "Corriere della Sera" e ben connesso non con il mondo dell'arte internazionale ma con un certo mondo libresco milanese. Un buon accademico forse, già da lui nominato nell'appena ripristinato "Comitato tecnico-scientifico per la qualità architettonica e urbana e per l'arte contemporanea" del Mibact. l
Evidentemente lo stima e la stima è ricambiata. Trione applaude in tweet il discorso del suoministro alla Leopolda. "appassionante discorso da far ascoltare ai giovani per alimentare finalmente le speranze. Basta Catastrofismo".
E così Vincenzo Trione professore e giornalista capace di tali entusiasmi, finalmente accede a tanta nomina. Era in corsa anche la scorsa sedizione ( ai tempi del ministro Bray) ma fu battuto da Bartolomeo Pietromarchi che un museo (il Macro di Roma) allora lo dirigeva. Trione invece esperienza museale nessuna. Profilo internazionale scarsino. Link con il mondo dell'arte globale ce ne risultano pochi.
Il curriculum è questo:
picasso dali giorgio de chirico
Napoletano, classe 1972, Vincenzo Trione è professore di Arte e Nuovi Media e di Storia dell'Arte contemporanea all'università Iulm di Milano, dove è vicepreside della Facoltà di Arti, Turismo e Mercati e coordinatore della laurea triennale in Arti, Design e Spettacolo e della laurea magistrale in Arti, Patrimoni e Mercati. È stato commissario della 14/a edizione della Quadriennale di Roma (2003) e direttore generale di 'Valencia 09 - Confines. Tassajes de Lasartescontemporaneas'. Ha curato mostre in musei italiani e stranieri, tra le altre El siglo de Giorgio de Chirico alla Ivam di Valencia nel 2007; e ancora Salvador Dalì nel 2010 e Alberto Savinio nel 2011 entrambe a Palazzo Reale di Milano e Post-classici al Foro romano e al Palatino di Roma nel 2013. Ha pubblicato numerosi saggi su momenti e figure delle avanguardie e monografie su protagonisti dell'arte del Novecento, tra cui Apollinaire, Soffici, De Chirico.
Profilo perfetto per un corso accademico ma non il migliore per sbaragliare concorrenti francamente più preparati.Magari sbagliamo e ci sorprenderà
Per ora però è inevitabile che la sorpresa sia la sua nomina e anche le sue prime dichiarazioni (qui riprese da Artribune)
`«Come sarà la mia mostra? Un tentativo di ragionare sull’identità italiana, di riscoprire quello che definirei il Codice Italia. Gli artisti invitati saranno fra i 10 e i 12, di diversissime generazioni: ci saranno maestri ormai storicizzati degli anni Settanta, e ci saranno artisti oggi ventenni. Tematicamente, l’approccio si muoverà nell’area fra memoria e attualità: ma la ricerca sarà quella di individuare un punto di vista puntuale ed identitario, uno stile dell’arte italiana, senza cedere a descrizioni fenomenologiche, come è accaduto in altre edizioni della Biennale” .
No comment. L'unica cosa da sperare è che il titolo del padiglione italiano alla Biennale 2015 non sia "Codice Italia".