koons all'asta

L’ASTA CHE OFFUSCA LA VISTA - IL PICASSO MEDIOCRE VENDUTO PER 179 MILIONI DI DOLLARI RIACCENDE IL DIBATTITO SUL VALORE DELL’ARTE, LA PERCEZIONE DELLA RICCHEZZA E IL DIRITTO DEGLI ARTISTI DI CONTINUARE A GUADAGNARE DALLE LORO OPERE, UNA VOLTA VENDUTE

Adam Gopnik per “The New Yorker”

Traduzione di Fabio Galimberti per “la Repubblica

 

 

picasso nella villa di cannespicasso nella villa di cannes

La notizia dell’ennesimo record di soldi sborsati per una singola opera (centosettantanove milioni di dollari per un Picasso così così del periodo “appena passabile” dell’artista spagnolo, negli ultimi anni della sua vita) ha inevitabilmente riportato alla mente di alcuni osservatori, con quella che tecnicamente viene chiamata risata vuota, il 1980 e le conclusioni della grande storia sinottica dell’arte moderna scritta da Robert Hughes ( Lo shock dell’arte moderna: cento anni di storia dell’avanguardia ).

 

Il celebre saggista australiano si domandava se “la vertiginosa ascesa del mercato” non avesse creato le condizioni per «una cultura brutalizzata del desiderio inappagabile», producendo quotazioni tali alle aste che «un mediocre Picasso del 1923» era stato venduto per tre milioni di dollari.

 

PICASSO 1PICASSO 1

Lo sdegno di allora oggi possiamo giudicarlo un affarone, di fronte a una spirale dei prezzi che non fa che allargarsi, verticalmente e orizzontalmente, senza che si riesca a intravederne la fine.

 

Questi eventi inducono a due ragionamenti: il primo è più che altro di ordine morale, l’altro per lo più legale. L’argomento morale concerne l’effetto potenziale dell’aumento dei prezzi sulla nostra percezione delle immagini. Nel bene o nel male, la nostra idea dell’arte ha sempre avuto a che fare con l’idea dei soldi. Qualunque fosse la motivazione che spingeva Fidia o Prassitele a fare quello che facevano, non era certo il puro piacere della creazione.

 

picasso 1picasso 1

L’intreccio fra arte e denaro è sempre stato uno dei tratti positivi dell’era moderna, dove gli artisti sono riusciti a liberarsi dalla schiavitù della committenza aristocratica ed ecclesiastica e hanno cominciato a dipingere quadri destinati alla vendita in un libero mercato di collezionisti. Che caratteristiche dovrebbe avere un mercato dell’arte sano e ordinato? Qual è l’effettivo valore di un Picasso? Chi può saperlo? I mercati si costruiscono da soli la loro razionalità. Le cose per cui la gente è disposta a spendere rispecchiano ciò che la gente pensa e desidera: è per questo che abbiamo inventato le aste.

ROBERT HUGHES ROBERT HUGHES

 

All’inizio del XX secolo, come documentato da Samuel Nathaniel Behrman nel suo famoso profilo del mercante d’arte Joseph Duveen ( Duveen: il re degli antiquari ), lo stesso genere di bolla speculativa interessò le opere dei grandi maestri del passato. La cosa più incredibile della frenesia attuale è proprio che i grandi maestri sono fra i più trascurati.

 

jeff koonsjeff koons

L’ondata di denaro che sta inondando il mercato dell’arte in certi casi ha innalzato il valore di rivendita dell’arte contemporanea e delle opere di artisti viventi quasi al livello di quello dei trapassati più illustri: anche se, al pari dei trapassati, su queste rivendite gli artisti non guadagnano nulla. Ecco perché si è messo in moto un movimento, capeggiato dal deputato democratico Jerrold Nadler (che rappresenta al Congresso degli Stati Uniti un pezzo di New York), che punta a garantire agli artisti e ai loro eredi una royalty – con tetto fissato a trentacinquemila dollari – ogni volta che una loro opera viene rivenduta da una grossa casa d’aste.

 

È una questione complessa. Il copyright si chiama così perché dovrebbe riguardare, in teoria, il problema delle copie. Visto che libri e dischi possono essere registrati liberamente (come di fatto succede online), noi imponiamo a chi effettua la copia di pagare una royalty, per garantire che il creatore originale non si veda sottrarre il frutto della propria fatica. L’accordo che gli artisti visivi normalmente stipulano con i loro acquirenti è diverso: l’artista vende l’opera originale e ne incassa il guadagno.

 

portrait jeff koons downloadportrait jeff koons download

In questo caso la logica è che se il proprietario di un Jeff Koons lo vende all’asta per ricavarci un profitto, tale profitto si rifletterà sul prossimo Jeff Koons creato da Jeff Koons: la «royalty» che l’artista incassa, in altre parole, è l’incremento di valore dell’opera successiva venduta al compratore successivo . Ma molto probabilmente alla maggior parte di noi l’idea di pagare una royalty agli artisti appare naturale, perché l’elemento distintivo di un’opera d’arte visiva non è semplicemente il fatto che passa attraverso molte mani aumentando o diminuendo di valore, bensì il fatto che è stata creata da un’unica mano (o comunque a partire dalla visione di un singolo), e i diritti di questa mano sull’opera permangono anche se cambia il proprietario.

 

Un’opera di Chuck Close può essere una decorazione per una parete, un investimento, un’eredità e una deduzione dalle tasse, ma prima di essere ognuna di queste cose è, e rimane, un Chuck Close. Per questo la dottrina francese dei «diritti morali», che stabilisce che un artista ha il diritto di vedere garantita l’integrità della propria opera anche se non è più in suo possesso, ci appare giusta e morale: se hai comprato il quadro di un artista, non puoi deturparlo, mutilarlo o modificarlo senza il suo consenso.

 

kate moss nude chuck close christies auction kate moss nude chuck close christies auction

Sostanzialmente, quello che chiedono gli artisti, con la legge di Nadler, è poco più di una gentile mancia. La contro argomentazione è che un bravo chef non si ricompensa con le mance, bensì con un lavoro migliore in una cucina più attrezzata: ma la nostra intuizione morale ci dice che una mancia se la merita, specialmente se il suo piatto rimane misteriosamente squisito anche dopo anni che è stato servito.

 

BETTE MIDLER FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR BETTE MIDLER FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR

Per certi versi, un mediocre Picasso venduto per tre milioni di dollari non è più sconvolgente o meno sconvolgente di un altro Picasso venduto per quasi duecento milioni di dollari, ma l’incremento avvenuto suggerisce che c’è di mezzo qualcosa di più dell’inflazione: è l’intrusione dell’oligarchia, il divario sempre più ampio, difficile da immaginare anche solo trent’anni fa, tra le persone che hanno i soldi per comprare l’arte (e i valori umani che l’arte esprime) e il resto di noi.

 

SCARLETT JOHANSSON FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR SCARLETT JOHANSSON FOTO DI CHUCK CLOSE PER VANITY FAIR

Neil Irwin, sulle pagine del New York Times, tenendo conto dell’inflazione e di una misura che stima quanta parte del proprio patrimonio le persone siano disposte a spendere, ha calcolato che il numero di coloro che «potrebbero facilmente permettersi di pagare 179 milioni di dollari per un Picasso è più che quadruplicato dall’ultima volta che il dipinto era stato messo all’asta » (nel 1997).

 

A quanto sembra non è solo la disuguaglianza a trainare il mercato dell’arte in questo momento, ma anche quell’altra forza economica a quattro stelle che va sotto il nome di globalizzazione. C’è più ricchezza in un maggior numero di Paesi, ma rimane concentrata in poche mani, e all’estero ci sono tanti compratori quanti ce ne sono a Park Avenue o a Beverly Hills: i loro soldi vanno dietro agli stessi brand artistici, e il numero di Picasso in circolazione è limitato.

MICHELANGELOMICHELANGELO

 

Spinte all’estremo, le iniquità, sia visibili che simboliche, suscitano sdegno, anche se non sono peggiori di iniquità più antiche. L’importanza dei dipinti ai nostri occhi sta nel fatto che sono simboli visivi di ordine ed equilibrio, energia creativa e innovazione: e allora come stupirsi che vedere opere d’arte risucchiate ai vertici della piramide oligarchica offenda il nostro senso morale?

 

 Perfino un Picasso mediocre nasce dalla convinzione moderna che una civiltà liberale può produrre uno spazio sociale per l’originalità, l’autoespressione. L’invenzione senza freni. C’è qualcosa di ammirevole in una società che include fra i suoi valori più elevati un’audacia e un’immaginazione di questa portata. E c’è qualcosa di inquietante in una società che di immaginazione per trovare modi che consentano di condividere ancora gli orizzonti democratici delle possibilità umane che l’arte un tempo simboleggiava, sembra ormai quasi a corto. Nel frattempo, almeno diamo una mancia allo chef.

520 park avenue 520 park avenue

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...