DISMALAND, PARADISO DELL'OVVIO? – LABRANCA: “BANKSY È NOIOSO, PREVEDIBILE, PIÙ MORALISTA DI UNA ZIA ARTRITICA ISCRITTA AI FOCOLARINI” – VISITARE DISMALAND, SEMBRA UN' IMPRESA. LA PIATTAFORMA ONLINE PER L' ACQUISTO DEI BIGLIETTI VA SEMPRE IN CRASH - VISITA “PRIVATA” PER BRAD PITT? - IL VIDEO DI BANKSY
Il trailer di Dismaland:
1. DISMALAND, ARCHEOLOGIA DELLA PROVOCAZIONE
Tommaso Labranca per “Libero Quotidiano”
Banksy è l'essere più noioso del mondo. Intendiamoci, tutti i divi dell'arte concettuale odierna sono noiosi, prevedibili, più moralisti di una zia artritica iscritta ai Focolarini. Tutti giocano a fare i monelli, sparano il petardo sotto la sedia del nonno e poi si aspettano applausi e mancette.
Dalla versione in 3D dei fotoromanzi con Cicciolina di Jeff Koons alle varie provocazioni da sfilata primavera-estate di Maurizio Cattelan. Se non vi siete ancora slogati la mandibola a furia di sbadigli, approfittate dell'ultima trovata del signor Banksy: Dismaland, una Disneyland distopica che forse esiste, forse no. Il nome è un gioco di parole tra Disney e il verbo inglese dismay che significa spaventare, scioccare, orripilare. Ed è quello che si propone l' ex graffittaro (pare) di Bristol. Épater les bourgeois, dicono i francesi. Ancamò? diciamo a Milano.
Dismaland accoglie i futuri visitatori con una scritta che ripete nel font fiabesco quella di Disneyland. Fuochi d' artificio d'originalità sino dall' ingresso, quindi. La struttura sorge a Weston-super-Mare, nome assurdo per una località assurda, un sito balneare britannico nel Somerset, triste come pochi. Lì si tiene il festival musicale «T4 On The Beach», con ospiti di rilevanza oratoriale.
L' unica hit internazionale l' hanno avuta nel 2011, i Far East Movement, band hip hop di Los Angeles, e sono anche riusciti a sbagliarne il nome, visto che sul sito appaiono ancora come Fat East Movement. Se non vi basta, date una scorsa alle immagini del servizio «giro con asinelli lungo la spiaggia», delle gare di sculture con la sabbia, delle cigolanti ferrovie in miniatura per capire come mai i giovani inglesi vadano a rovinarsi di alcol e droga a Magaluf.
Senza mettersi a fare il fustigatore antiamericano, a Banksy sarebbe bastato creare un portale di cartone che dava direttamente su Weston-super-Mare per mostrare le brutture del consumismo decaduto. Invece no, ha voluto strafare. Dalle foto che l' Huffington Post britannico è riuscito a scattare all' interno di Dismaland si capisce che siamo nel paradiso dell' ovvio.
Castelli cupi invece di quello alla Ludwig di Biancaneve e barconi di migranti invece del galeone di Capitan Uncino, il tutto inframmezzato da esaltazioni dell' anarchismo giovanile da scuola media e da un finto pubblico incupito e triste. Cose già spacciate dai sindacalisti metalmeccanici genovesi in certi opuscoli del 1973. Cose che leggevo nel 1984 su fanzine fotocopiate da rivoluzionari postpunk che oggi si spacciano per lupi di Wall Street.
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Banksy genio? Forse sì, visto l' uso banalizzato che ormai si fa di quel termine su Facebook. Dove se posti la barzelletta del Fantasma Formaggino ti arrivano quindici commenti: «Geniooo!».
Ecco, quest' opera di Banksy ha la stessa freschezza della barzelletta del Fantasma Formaggino. Dare contro Disneyland era già fuori moda alla fine degli Anni '60. Oggi è archeologia della contestazione. Ancora una volta non si va oltre l' attacco ai miti del consumismo, scelta veneranda che ha sempre il suo successo, basta cambiarle il nome. Decrescita, black bloc, massa critica, installazione concettuale. Dietro i neologismi ammuffisce la solita ipocrita contestazione che ogni volta di più ti fa venire voglia di cedere alle lusinghe del mercato globale.
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Più loro insistono con le formaggelle di capra dei Pirenei più ti viene voglia di ammazzarti con i Big Mac. Almeno così succede a me, che detesto Banksy così come detesto i Punkabbestia, quei ragazzotti con cane feroce al seguito, fuggiti da case alto-borghesi in cui vigeva il culto dell' orrido Denaro. Lo stesso denaro che poi ti chiedono con insistenza in metropolitana. Lo stesso denaro che, ormai si dovrebbe aver capito, persegue con insistenza lo sporcamuri britannico.
Intanto visitare Dismaland, in teoria già in funzione, sembra un' impresa. La piattaforma online per l' acquisto dei biglietti va sempre in crash, Banksy risponde dicendo che è colpa dell' enorme richiesta e posta messaggi che ricordano la migliore Wanna Marchi quando urlava: «Componete il numero piano o il centralino esplode!». Finiamola qui, con questo parallelo che credo azzeccato tra lo street artist Banksy e l' indimenticata televenditrice bolognese. Stessa capacità di vendere fuffa.
Wanna Marchi è finita in galera per truffa. Banksy è a piede libero, nonostante si sia macchiato concettualmente dello stesso reato a danno di certi boccaloni che applaudono quando il loro idolo scrive sui gradini della Tate Gallery «Mind the crap» («Attenti alla merda», gioco di parole con il tormentone da metropolitana londinese «Mind the gap»). Banksy, artista omeopatico. L' unico che cerca di guarirci dalla crap subissandoci di altra crap.
2. DISMALAND ESISTE DAVVERO? C'È IL TRAILER DEL PARCO DI BANKSY MA IL SITO CRASHA SE SI COMPRANO I BIGLIETTI
Da http://www.huffingtonpost.it/
Dismaland, il parco divertimenti "disorientante" (Banksy stesso parla di "bemusement park", un gioco di parole con "amusement", divertimento), continua a far parlare di sé. Oltre al trailer pubblicato online, sarcasticamente sulla falsa riga delle pubblicità "vere" dei parchi divertimento, Dismaland ha fatto notizia per il suo sito che continua a crashare di fronte ai numerosi accessi effettuati per acquistare i biglietti.
Il trailer vende il parco come la via di fuga da una vita tristemente monotona con un divertimento fuori dal comune: "C'è qualcosa che manca nella vostra vita? Avete bisogno di uscire di più? Allora smettete di fare quello che state facendo e visitate Dismaland!" Sembra un video promozionale come un altro, se non fosse per l'aria lugubre e distopica in cui si muove la famiglia, in visita al parco tra carrozze rovesciate, autoscontri con personaggi da incubo e laghetti popolati di immigrati sui barconi. Il finale è ovviamente il più nero possibile.
Nel frattempo, il web si interroga se il sito sia solo un grande fake: vengono continuamente annunciate le vendite di nuovi biglietti, ma appena gli utenti tentano di accedere alla pagina, questa inevitabilmente va in crash. Si alimentano così le speculazioni che la finta vendita del ticket sia solo una nuova performance dell'artista, nonostante la smentita di Banksy stesso. In realtà, dopo qualche tempo il sito è stato riabilitato e le vendite dei biglietti sono ricominciate.
3. TOUR PRIVATO PER BRAD PITT A DISMALAND DI BANKSY
Sembra che il divo hollywoodiano, che spesso è stato paparazzato alle fiere d’arte più blasonate e che si interessa da diversi anni al lavoro di Banksy, avrà (o farà?) l’onore di visitare privatamente Dismaland, il parco realizzato dall’artista di Bristol a Weston-super-Mare.
Il tour privato sarebbe stato deciso non tanto per la sicurezza della star da tappeto rosso, ma perchè una visita di Brad Pitt potrebbe portare “troppo glamour” e felicità in un parco destinato a regalare un’esperienza deprimente al pubblico. Così Banksy gli avrebbe concesso un permesso speciale per visitare Dismaland prima dell’apertura, al mattino presto, senza fan e senza distrazioni per i dipendenti svogliati del parco a tema.
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Dismaland, “dove tutti i tuoi sogni non diventano veri”, è stato inaugurato lo scorso 22 agosto. Resterà aperto per sei settimane e ha un prezzo di ingresso ‘popolare’ a tre sterline. Le opere esposte sono volutamente inquietanti e sono firmate da alcuni dei maggiori artisti contemporanei, in tutto sono 58, amici di Banksy, come Damien Hirst, Jenny Holzer e Jimmy Cauty.