GAZA DOLCE GAZA - BANKSY VOLA A GAZA, GIRA UN “VIDEO TURISTICO” DEL LUOGO E DISEGNA NUOVE OPERE: UN GATTO SULL’UNICO MURO RIMASTO IN PIEDI, UNA GIOSTRA PER BAMBINI E UN PENSATORE FRA LE MACERIE (VIDEO)
Marlowe Stern per “Daily beast”
VIDEO “BANKSY A GAZA”
“Assicurati di scoprire una nuova destinazione quest’anno”. Così inizia il video di due minuti che Bansky ha postato sul suo sito ieri sera. Con molta probabilità il viaggio è stato documentato dallo stesso street artist, che come al solito non si vede. E’ ideato con sarcasmo, come fosse lo spot di un viaggio verso una meta esotica. Si vede lui che scende nella galleria di tunnel illegali per poi emergere tra le macerie di
Gaza, un luogo che “i residenti amano e non lasciano mai”, perché non possono, e infatti vengono subito inquadrate le forze di difesa israeliane. “Un posto immerso in uno scenario esclusivo”, cioè un enorme muro che corre su tre lati, “controllato da amichevoli vicini”, e qui si vedono i droni che bombardano, poi passano le statistiche della Operazione militare “Protective Edge”, lanciata da Israele nel 2014 (18.000 case distrutte), e si sentono voci americane.
Continua il video “turistico”:” le possibilità di sviluppo sono ovunque”, Gaza è totalmente rasa al suolo e il cemento qui non arriva, infine vengono ripresi i suoi nuovi graffiti, tra cui il pensatore fra le macerie di “Bomb damage”, e la torretta militare che diventa giostra per bambini. Sotto la foto postata sul sito, Banksy scrive il commento: «Gaza è spesso descritta come la più grande prigione del mondo all’aria aperta, perché nessuno può entrare o uscire. Ma definirla così è un po’ ingiusto nei confronti delle prigioni, visto che qui manca elettricità e acqua potabile quasi tutti i giorni».
L’altro murale è un gattino disegnato sull’unico muro rimasto in piedi. Il suo commento è: «Un uomo mi ha chiesto cosa significasse la mia opera e gli ho spiegato che volevo mostrare la distruzione di Gaza mettendo foto sul mio sito, ma che la gente su internet guarda solo foto di gattini». Il video finisce con l’inquadratura della scritta in rosso sul muro: «Se ce ne laviamo le mani del conflitto fra i potenti e gli inermi, allora prendiamo le parti dei potenti, non restiamo neutrali».