ROMA CAMBIA FACCIATA - UN GRUPPO DI ARTISTI INTERNAZIONALI HA DECORATO LE CASE POPOLARI DI TOR MARANCIA: "BIG CITY LIFE" È STATO IDEATO DA FRANCESCA MEZZANO E FINANZIATO DA FONDAZIONE ROMA DI EMANUELE. SARÀ INAUGURATO IL 9 MARZO
Giorgio Allegri per "Il Tempo"
La borgata Tor Marancia non è più la stessa. Sulle facciate delle 11 palazzine che compongono lo storico «lotto 1» delle case popolari sono apparse dal nulla 20 opere monumentali realizzate dai più importanti artisti internazionali provenienti da 11 paesi, chiamati a Roma per realizzare questa meraviglia. Si chiama Big City Life ed è il più importante e imponente progetto di riqualificazione urbana, sociale e culturale mai realizzato in Italia attraverso l’arte pubblica.
Un progetto partecipato, che ha coinvolto le oltre 500 famiglie residenti nel comprensorio e oltre 1200 studenti delle scuole del quartiere. Due grandi dipinti sono visibili già dal viale di Tor Marancia, «Il peso della storia» in cui un lottatore argentino sostiene sulle spalle un lottatore italiano, realizzata da Jaz, artista argentino di origine italiana la cui ricerca visiva è focalizzata sulla lotta e «Il bambino redentore» dipinto da Julien «Seth» Malland, artista parigino, star internazionale della street art che per questa realizzazione si è ispirato a Luca, un ragazzo che ha abitato il lotto 1 la cui storia è stata raccontata dai residenti all’artista.
Ma è dentro i vialetti e i giardini del lotto 1 che si trova il vero tesoro, ognuna delle 20 facciate delle 11 palazzine è stata affidata ad un artista: dal «vento» di Moneyless alla «costellazione dell’umanità» realizzato dal francese Philippe Baudelocque che raffigura la mano di Elisa Pedriacci che vive in quella palazzina.
Poi c’è il lavoro di Lek & Sowat, coppia di artisti franco-statunitensi che annuncia l’attitudine graffitista del loro intervento con un perentorio «Veni Vidi Vinci» su una composizione di segni provenienti dai graffiti in un’evoluzione che ne fa uno dei più innovativi linguaggi dell’arte contemporanea, già esposto al Palais de Tokio di Parigi.
Se prima questo era un pezzo di città residenziale in cui condurre la propria vita senza troppe aspettative, ora entrando a Tor Marancia bisogna alzare la testa perché i palazzi non sono più solo palazzi, sono diventati supporto per opere alte 15 metri e larghe 10 e solo alzando la testa si può ammirare interamente i lavoro di Alberonero, artista milanese, quello di Mr Klevra, romano, di Domenico Romeo, di Satone da Monaco di Baviera, Pantonio portoghese delle Azzorre, Diamond, Reka da Melbourne, Jerico, talento Filippino di 20 ann, quello di Gaia da New York definito da Forbes uno dei più influenti artisti americani sotto i 30 anni.
Per l’inaugurazione del 9 marzo saranno terminati anche i lavori di Clemens Behr da Berlino, Danilo Bucchi artista Romano e Matteo Basilé che realizzerà «ordine e disordine» un gigantesco ritratto dell’artista cinese Ai Wei Wei realizzato nel suo studio sullo sfondo della sua opera ispirata alle vittime del terremoto di Sichuan. Infine, sarà l’artista portoghese Vhils - una vera e propria superstar internazionale voluta dagli U2 per il video del loro ultimo lavoro discografico a realizzare l’ultima per per Big City Life.
Il progetto è stato ideato e curato dalla straordinaria Francesca Mezzano e da Stefano Antonelli che in oltre oltre 5 anni di attività su Roma hanno realizzato più di 60 opere monumentali, mostre e conferenze per portare avanti il progetto curatoriale di ricerca sulle arti urbane contemporanee noto come 999Contemporary. Ma è grazie alla collaborazione e al sostegno di Fondazione Roma Arte-Musei che è stato possibile realizzare Big City Life.
«Abbiamo lavorato un anno e mezzo a questo progetto che ho voluto sottoporre in primis a Fondazione Roma per la qualità del lavoro svolto in ambito artistico e sociale - racconta Francesca Mezzano - e nonostante gli impegni continui, il presidente Emmanuele Emanuele non solo ha accolto favorevolmente l’idea, ma ha fattivamente collaborato alla realizzazione sostenendo economicamente il progetto ma anche partecipando in prima persona alla scelta degli artisti».
Emmanuele Francesco Maria Emanuele
Emmanuele Emanuele, l’ultimo vero mecenate rimasto a Roma, si dice felice «di aver potuto replicare in un’altra area della nostra città, l’esperimento «Samba» da me fortemente voluto al quartiere di San Basilio. Riqualificare «illuminando di colori» le aree limitrofe della città (non mi piace definirle periferie) è un’idea che perseguo da sempre e trae origine dal mio primo incontro con gli street artist attivi già negli anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti e in America Latina.
Ritengo che questa forma d’arte, grazie alla sua brillante vitalità ed immediata efficacia di comunicazione, non sia affatto inferiore a quella da secoli consacrata nei musei e nelle gallerie». Continua Emmanuele. «Il quartiere di Tor Marancia mi è sembrato estremamente interessante per il suo impianto urbanistico e quindi adatto a replicare l’iniziativa. Ho quindi avviato questo progetto insieme a Francesca Mezzano che ha proposto alla Fondazione una stupenda ipotesi di lavoro», che solo successivamente ha incontrato la disponibilità del Comune e degli altri enti a parteciparvi.
FRANCESCA MEZZANO NICOLE GRIMAUDO
Il risultato, visibile dall’inaugurazione del 9 marzo, è spettacolare. «In una città come Roma dove spesso, per carenza di mezzi e lungaggini burocratiche le istituzioni pubbliche hanno difficoltà ad arrivare, ancora una volta la Fondazione Roma - conclude Emmanuele - con la sensibilità che la caratterizza da oltre 15 anni ha dato testimonianza concreta del suo costante impegno a rendere fruibile l’arte e la cultura, intese come vera "ricchezza" e imprescindibile patrimonio del nostro Paese e di ogni singolo cittadino».