1- GLI ERRORI DI ORSI
Gli uscieri di Finmeccanica giurano di non aver mai visto Giuseppe Orsi, il Comandante Supremo del Gruppo arrivare in ufficio a bordo di una Maserati. Ogni mattina intorno alle otto il manager che si trova al centro della bufera mediatica scende da un Audi A8 di colore grigio, e gli uscieri pensano che le illazioni sul giro di 6 Maserati di cui oggi parlano i giornali siano soltanto un altra palata di fango che serve in questo momento a sputtanare il Capo sul piano personale.
La stessa convinzione ce l'hanno anche i piu' stretti collaboaratori di Orsi, primi fra tutti l'assistente Alessandro Toci, il mite Marco Forlani e Carlo Maria Fenu, il giornalista ingaggiato per la comunicazione che ha studiato in un istituto dell Opus Dei insieme al figlio di Orsi.
PIERFRANCESCO GUARGUAGLINIAgli uscieri non sfugge lo strano tintinnio che fa vibrare i vetri del Palazzo e potrebbe portare a soprese clamorose, ma continuano ad essere convinti che le palate di fango sull'uomo che ha sostituito Guarguaglini siano una vendetta privata di quel Borgogni che parla per sentito dire anche se negli anni vissuti al settimo piano di piazza Montegrappa di cose torbide puo' averne viste tante e qualcuna l'ha fatta. La tesi del complotto ad personam contro Orsi non riuscira' probabilmente ad evitare la sua sostituzione, ma agli uscieri interessa di piu' capire gli errori che il Comandante Supremo ha fatto nei pochi mesi della sua gestione.
A loro avviso e' su questo piano che il governo deve valutare le alternative, e gli spunti per bocciare il Presidente e Amministratore delegato non mancano. Cosi, mentre la magistratura fa il suo corso squarciando il velo sugli affari che Finmeccanica ha fatto in giro per il mondo, appare molto piu' importante capire una volta per tutte che Orsi ha sbagliato sul piano industriale. Per mesi ha promesso un Piano che non e' mai venuto alla luce ,poi ha virato sulla strada delle dismissioni di asset in grado di portare a casa 1 miliardo di euro per toppare il buco di bilancio di 2,3 miliardi.
ROBERTO COTA ELICOTTERO AGUSTA WESTLAND AWE per far questo si e' messo a parlare ai quattro venti della vendita dei gioielli della casa Ansaldo Breda, Ansaldo STS e Ansaldo Energia. Il titolo Finmeccanica, che nell'arco di un anno ha perso quasi il 67% del suo valore, si e' inebriato, ma la visita fugace di un gruppetto di giapponesi dell'Hitachi nei cantieri liguri non 'e bastata ed e' servita soltanto a fare incazzare gli operai di Genova e il cardinale Bagnasco che ne ha preso le difese mentre Corradino Passera impugnava la bandiera dell'italianita' e dell'integrita' del Gruppo.
Qui Orsi, che nel suo curriculum ha sempre vantato la grande esperienza internazionale in Agusta Westland, non ha capito il messaggio che all'inizio di aprile era contenuto in un rapporto segreto di Goldman Sachs dove si parlava dei tagli nel budget della Difesa americana e si esprimevano forti riserve sulle "cessioni forzate" di asset strategici.
Quel rapporto diceva anche che Finmeccanica sarebbe rimasta debole per diversi anni e faceva capire che prima di strizzare l'occhio ai giapponesi e ai tedeschi di Siemens bisogna fare i conti con i poteri forti di Washington, che sono ben piu' forti della Lega e di Comunione & Fatturazione.
VITTORIO GRILLI ANTONIO CATRICALACosi', mentre il manager apriva le porte del Consiglio di Amministrazione di Alenia al giornalista Giuseppe Cortese, capo segreteria di Cota e al presidente della provincia di Varese Dario Galli, qualcuno Oltreoceano stava preparando per lui e per i suoi sponsor politici un piattino infernale.
Secondo gli uscieri questo risvolto internazionale e' determinante nella scelta del nuovo vertice di Montegrappa ,ed e' un problema che cade direttamente nelle mani di Monti. Non a caso in questi ultimi due giorni gli altri esponenti del governo hanno tenuto la bocca serrata. Ieri pomeriggio Tonino Catricala' (per gli amici CatricaLetta) ha rilasciato una dichiarazione stizzita rilanciando la palla al collega Corradino Passera. E sempre ieri il pallido Vittorio Grilli, frequentatore amabile dei talk show e' salito su un aereo per Pechino dove restera' fino a sabato per cercare (come ha gia' tentato di fare invano due mesi fa) di convincere il Fondo sovrano a investire nei Btp Italiani.
FRANCO BERNABE Alessandro PansaIl Vice Ministro del Tesoro pare che veda in Alessandro Pansa il candidato ideale per guidare fuori dal disastro la corazzata delle armi e dei velivoli. Questo entusiasmo nei confronti del 50enne figlio del celebre giornalista, che a maggio dell'anno scorso e' stato nominato Direttore Generale, non e' condiviso da tutti perche' c'e' chi ricorda che l'occhialuto manager non e' un turista di passaggio, ma l'uomo che dal 2004 ha firmato i bilanci del Gruppo.
Certo, gli giova essere membro dell'Aspen e del Consiglio per le Relazione tra Italia e Usa, due salotti che servono alle buone relazioni con la finanza americana, ma al di la' di questa referenza forse e' il momento di cercare un manager con attributi pesanti che ne capisca veramente di politica industriale.
VINCENT BOLLORE ALBERTO NAGEL E RENATO PAGLIAROA questo punto a Monti non basta avere al vertice di Finmeccanica la trimurti composta da Pansa (Amminstratore Delegato), Zampini (Direttore Generale) e Gianni De Gennaro (Presidente). Lo schema potrebbe anche funzionare con la presenza di De Gennaro , uomo particolarmente gradito agli ambienti americani che potrebbe fare un iniezione di moralita' e di autorevolezza nel grembo malato dell'azienda. Su questa ipotesi sono molti a scommettere, ma nelle ultime ore ha preso a circolare l'idea di un super manager con funzioni di Commissario e con poteri tali da rimettere in sesto la Caporetto di Orsi e del suo mentore Caporaletti.
Secondo gli uscieri l'identikit ha i tratti fisiognomici e professionali di Franchino Bernabe', il manager di Vipiteno che ha tutto l'interesse a lasciare le grane di Telecom Italia ed e gradito nel circuito della finanza anglo americana da cui SuperMario non puo' assolutamente prescindere.
GIOVANNI PERISSINOTTODELLA VALLE
2- FUGA DA MEDIOBANCA
"Fuga da Mediobanca", e' il titolo del film che si sta girando negli ambienti della finanza milanese. E' un film che farebbe piangere lacrime amare a Raffaele Mattioli ed Enrico Cuccia i due personaggi che nel 1946 fondarono la Merchand Bank di Piazzetta Cuccia.
Per decenni Mediobanca e' stata il tempio della finanza dove il capitalismo delle grandi famiglie ha trovato la soluzione dei suoi problemi,ma oggi quel tempio e' disadorno e sembra una chiesetta di provincia con due prevosti, Alberto Nagel e Renato Pagliaro avvitati intorno a dossier piu' grandi delle loro forze (l'ultimo e' quello sul destino di Ligresti dove e' in ballo 1 miliardo di crediti da recuperare). La debolezza di Mediobanca e' nel management e nel suo valore.
A parte il titolo che in un anno e' passato da poco meno di 8 euro e 3,6,c'e' da considerare che con una capitalizzazione intorno ai 3 miliardi e' diventata una preda senza protezione, un boccone che detiene partecipazioni importanti ,ma e' vulnerabile rispetto ad eventuali assalti.
Maurizio Beretta - Copyright PizziForse questa e' la ragione per cui la fuga da Mediobanca e' diventata negli ultimi giorni un tema molto caldo che, alla luce dell'articolo 36 del Disegno di Legge "Salva-Italia" dove si bandiscono i doppi incarichi ,ha indotto molti personaggi importanti a lasciare sguarnito il salotto di Piazzetta Cuccia. E' il caso del francese Bollore', di Ennio Doris e del massiccio Pallenzona che hanno preferito sbarcare nelle Generali di Trieste oppure in Unicredit.
Questa scelta va interpretata come un palese segno di disaffezione nei confronti della creatura del mitico Cuccia e dei suoi modesti eredi, e adesso l'oggetto del desiderio non e' piu' la piccola parrocchia di Nagel e Pagliaro dove Dieguito Della Valle potra' scalciare a volonta', ma il Leone di Trieste guidato dal pacioso Perissinotto (per gli amici PerissirRotto). Il motivo e' chiaro : la Compagnia delle Assicurazioni e' diventata la vacca grassa sulla quale vale la pena di scommettere per il futuro.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOCosi la pensano personaggi come Caltariccone e Pelliccioli che rispetto ai pochi business in giro per l'Italia vedono dentro le Generali un patrimonio immobiliare di 400 miliardi. Questa attenzione nei confronti delle Generali aumenta il peso delle responsabilita' di Perissirotto e dei suoi manager, ma al tempo stesso gli da' la forza per sganciarsi dalla subalternita' dell'azionista Mediobanca che ha sempre preteso di menare la danza anche nel palazzo austroUngarico di Trieste.
E quando il pallido Nagel e il Direttore Generale di Mediobanca Saverio Vinci avranno lasciato Trieste per l'incompatibilita' con i loro attuali inacarichi in Mediobanca, il buon Perissirotto non sara' piu' un prigioniero condizionato dalla volonta' da quei milanesi che il giorno di Pasqua gli hanno fatto trovare sulla tavola una micidiale intervista dell'economista Zingales.
3- VOLANO PALLONATE IN UNICREDIT
Avviso ai naviganti n.1: "Si avvisano i signori naviganti che una pattuglia di piccoli azionisti si sta preparando a fare casino nell'assemblea di Unicredit che si terra' l'11 maggio all'Auditorium romano della banca.
I piccoli azionisti sono anche tifosi del pallone e vogliono capire dall' Amministratore Delegato Ghizzoni le ragioni per cui Unicredit continua a tenere il 40% di partecipazione nella A.S. Roma e abbia tra i suoi nuovi azionisti il patron della Fiorentina, Dieguito Della Valle. Una domandina riguardera' anche il doppio incarico di Maurizio Beretta alle relazioni esterne e alla Presidenza della Lega Calcio."
4- "ITALO" SI 'E BLOCCATO PER TRE ORE SUL BINARIO 3
Avviso ai naviganti n.2: "Si avisano i signori naviganti che ieri nel corso di un viaggio di rodaggio il nuovo treno "Italo" di NTV si 'e bloccato per tre ore sul binario 3 della stazione centrale di Bologna. La notizia non e' stata data a Luchino di Montezemolo che in quelle ore stava incontrando nella Silicon Valley i vertici di Google e Apple. Per colmo dell'ironia l'equipaggio di Italo e' tornato a Roma a bordo di un Freccia Rossa delle Ferrovie dello Stato. E Moretti gode come un riccio in calore".