Francesco De Dominicis per "Libero"
La Banca d'Italia corre ai ripari: mai più casi Monte paschi e stop ai derivati nascosti nei bilanci degli istituti di credito. Via Nazionale prova dunque a mettere una toppa: l'attuale assetto regolamentare, come dimostrato proprio dal caso Mps, consente ai top manager delle banche, seppur violando la legge, di nascondere le manovre spericolate e le perdite sui derivati finanziari.
BANKITALIABANCA ITALIAIl dossier Mps ha costretto la vigilanza a varare una stretta alle norme sulla trasparenza dei bilanci. Un giro di vite comunicato a tutte le banche del Paese il 15 gennaio scorso, a pochi giorni dall'esplosione mediatica dello scandalo di Rocca Salimbeni e quando le indagini della procura di Siena sulle operazioni spericolate di Mps targate «Alexandria» e «Santorini» erano già avviate da settimane.
Si tratta di una stretta retroattiva. Perché «il primo bilancio interessato è quello chiuso o in corso al 31 dicembre 2012» si legge nella lettera di Bankitalia di cui Libero è in possesso. In buona sostanza, gli sceriffi di palazzo Koch passeranno al setaccio i bilanci dello scorso anno per verificare la presenza di buchi o di conti gonfiati, proprio con i derivati o altre attività finanziarie ad altissimo rischio.
MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENASi spiega così l'intervento regolatorio. Che Bankitalia "giustifica" con la necessità di adeguare le norme italiane a quelle europee. Norme (stiamo parlando, tecnicamente, degli Ias) che «richiedono la pubblicazione di maggiori informazioni sulle operazioni di cessione di attività finanziarie» si legge ancora nel documento di via Nazionale firmato dal governatore Ignazio Visco.
Secondo cui «le novità introdotte accrescono la trasparenza informativa sulle operazioni di cessione di strumenti finanziari (a esempio, cartolarizzazioni, pronti contro termine passivi) nelle quali gli intermediari cedenti mantengono una qualche forma di rischio sulle attività cedute».
Giuseppe MussariÈ proprio il caso Alexandria, definito repo, cioè il titolo venduto da Mps alla banca d'affari giapponese Nomura, in cambio di liquidità immediata a fronte di un impegno trentennale assai oneroso. Contratto sottoscritto dall'ex presidente Mps Giuseppe Mussarinel 2009 che ha cagionato il «buco» da 500 milioni di euro registrato da Mps nel 2012 e che ha imposto ai nuovi vertici di Rocca Salimbeni di aumentare, lo scorso dicembre, fino a 3,9 miliardi di euro la richiesta di Monti bond al Tesoro.
GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHIL'operazione Alexandria è proprio quel tipo di «pronto contro termine» pericolosi sui quali si concentra l'attenzione dell'istituto centrale. Bankiitalia è al centro di polemiche, in relazione alla questione Monte paschi. Non a caso ieri palazzo Koch ha diffuso un ampio documento in cui sono riportati tutti gli interventi di vigilanza a partire dal 2008.
La tensione è alta. Da via Nazionale sono arrivate rassicurazioni sia sul Monte paschi sia sulla stabilità dell'intero sistema bancario. In ogni caso, serviva una svolta. Le nuove indicazioni per redigere i bilanci sono contenute in un documento di 110 pagine, nel quale passo passo viene illustrato come riportare tutte le informazioni sui derivati e le altre operazioni finanziarie avventate.
MARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLALe nuove regole dell'authority sembrano costruite in modo tale da non lasciare spazio a dubbi ai manager bancari e soprattutto spazi vuoti nei quali nascondere perdite o operazioni illecite, tali da mettere in bilico la «sana e prudente gestione della banca». Le istruzioni indicano come riportare nei bilanci «specifiche informative» sui «crediti deteriorati», sulle «perdite da cessione» e sulla «distribuzione delle esposizioni per cassa e fuori bilancio». Regole più severe, poi, su «derivati di copertura» e «rischio di liquidità»; riscritto il capitolo sulle «operazioni di cessione» delle attività finanziarie (come Alexandria e Santorini).
MARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EUROÈ probabile che l'attività e le indagini dei piemme senesi su Mps abbiano accelerato - se non addirittura condizionato - la mossa di via Nazionale. In assenza di poteri più ampi e diretti sul ponte di comando delle banche, Bankitalia scommette sulla «trasparenza» dei bilanci. La scelta del mezzo (la «roneata», quella con cui da sempre si anticipano i contenuti di provvedimenti della massima importanza) tradisce l'urgenza e pure qualche preoccupazione da parte di Bankitalia. A palazzo Koch, forse, sospettano che anche altre banche abbiano truccato le carte o secretato documenti su movimenti più o meno illeciti. Forse d'ora in poi non basterà più chiudere in una cassaforte un contratto fuori legge.
Draghi e Grilli