ABETE DA SEGARE - NEL MIRINO IL FINANZIAMENTO-LAMPO DELLA BNL, DI CUI E' PRESIDENTE, A CINECITTA' STUDIOS CON BILANCIO IN ROSSO, DI CUI È SOCIO INSIEME A DELLA VALLE E DE LAURENTIIS - UN FINANZIAMENTO CHE HA PERMESSO DI RIVENDERE RIVENDERE LA BARACCA ALLO STATO - E SEMPRE SUI SOLDI DI CONTRIBUENTI HA SISTEMATO L’ASKANEWS - IL SUO RUOLO NEL ‘SOLE 24 ORE’
Estratto dall’articolo di Fabio Pavesi per ‘il Fatto Quotidiano’
luigi abete diego della valle alessandro profumo
L’ultimo fastidio per Luigi Abete, presidente di Bnl, ex presidente di Confindustria e uomo plurinavigato da decenni nell’agone economico-finanziario italiano, è scoppiato nei giorni scorsi. Le intercettazioni della Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari avrebbero rivelato come un dirigente della banca presieduta da Abete, Giuseppe Pignataro, si sarebbe prodigato per far ottenere dall’istituto un finanziamento-lampo (15 milioni di euro in sole 7 ore) nell’ambito di un’operazione su Cinecittà Studios, di cui lo stesso Abete è stato azionista.
luigi abete diego della valle alessandro profumo andrea della valle
Un conflitto d’interesse in piena regola se così fosse. Abete come ha scritto Repubblica non è indagato, ma certo la vicenda letta così appare quanto meno imbarazzante. Già perché Cinecittà Studios è stata per anni, e fino all’estate scorsa quando è tornata pubblica sotto l’ala dell’Istituto Luce, una dei molteplici affari dell’ex presidente di Confindustria. Affari non certo andati bene. I blasonati studi cinematografici della Roma felliniana…
…erano parte integrante di un colossale progetto di investimento nel business dell’intrattenimento sotto l’egida di Italian Entertainment Group che ha visto Abete protagonista come socio insieme a Diego Della Valle, De Laurentis e la famiglia Haggiag…
andrea della valle aurelio de laurentis luigi abete
.. Il colosso dello spettacolo, quell’Italian Entertainment Group del quartetto di grandi imprenditori e del banchiere-imprenditore Abete ha infatti cumulato perdite per oltre 100 milioni in soli 5 anni. Ha visto in breve tempo evaporare tutto il patrimonio e accumulare una mole di debiti di quasi 300 milioni a fronte di ricavi per soli 30 milioni. Ce n’è a sufficienza per gettare la spugna.
Ma il colpo d’ala, e qui entra in scena il presunto prestito facile di Bnl, è stato da maestri: rivendere allo Stato (cioè ai contribuenti) gli studi di Cinecittà dopo averli gestiti per molti anni, ripristinando così il capitale del gruppo e salvando l’intera baracca. La prova è scritta nero su bianco, nell’ultimo bilancio del loro gruppo, la Ieg spiegando che la cessione di Cinecittà Studios avrà “un impatto positivo sul patrimonio netto del gruppo tale da riportarlo in positivo”. La rivendita allo Stato degli Studios ha fatto da tampone alla crisi pesantissima di tutta la holding…
... A fine 2016 la Ieg aveva bruciato del tutto anche il patrimonio andato in negativo per quasi 11 milioni. E quando il capitale svanisce si è a un bivio: occorre mettere denaro nuovo e/o fare cassa con le cessioni (Cinecittà studios docet)….
….Ma il vizietto di fare affari con la sponda del contributo pubblico caratterizza l’altra attività dell’ex presidente di Confindustria, quella editoriale. La sua Askanews ha rischiato fino all’ultimo di esser tagliata fuori dalla gara pubblica delle agenzie di stampa. Ora forse uno spiraglio con l’aggiudicazione dell’ultimo lotto rimasto….
Come tutte le agenzie di informazione anche Askanews sta in piedi grazie a denaro pubblico. Metà del fatturato di 11 milioni viene dalla convenzione di servizio con la Presidenza del Consiglio.
Persa quella, Askanews andrebbe in perdita secca per alcuni milioni mangiandosi tutto il capitale. Un guaio per Abete. Che nelle more della (per ora) non aggiudicazione ha proposto un piano draconiano: cassa integrazione al 75% per i 130 dipendenti tra giornalisti e poligrafici. Piano lacrime e sangue rivisto nei giorni scorsi con una Cigs “solo” al 50%.....
Quando le cose sul mercato buttano male, anche Luigi Abete, tende la mano a Mamma Stato….
…..Non è una sua attività, ma il Sole24Ore lo annovera tra i protagonisti. È solo un consigliere tra i tanti, ma di fatto è l’uomo forte di Confindustria nel giornale degli industriali italiani. L’aver visto colare quasi a picco sotto 340 milioni di perdite il più autorevole giornale economico del Paese, senza muovere un dito per lunghi anni, quando la crisi era più che conclamata, non depone certo a favore della lungimiranza imprenditoriale….
…. E che dire della quotazione del 2007? Il Sole incassò dai poveri azionisti oltre 180 milioni. Ne ha persi il doppio in pochi anni. E quando sotto la direzione di Roberto Napoletano si inventarono le copie digitali fittizie da Abete non uscì un fiato…..