AR-RIVA-NO I NOSTRI - DAI SINDACATI AD ALITALIA, PASSANDO PER BERLUSCONI E LA REGIONE PUGLIA (GOVERNATA DA VENDOLA), OVUNQUE I RIVA SI MUOVEVANO COME PADRONI

A. Mass. per "il Fatto Quotidiano"

Dai sindacati che gestiscono 500 mila euro l'anno per il dopolavoro alle conversazioni su Alitalia, passando per la Fininvest di Berlusconi all'Arpa della Regione Puglia, tutto, in questi 30 faldoni d'indagine sull'Ilva sembra mostrare un solo scenario: la famiglia Riva si muove ovunque come se fosse la padrona di casa. Dagli atti si scopre che intende occuparsi anche dell'Expo di Milano 2015. Ma soprattutto ciascuno "fa la sua parte" in questa rappresentazione del potere. Anche Nichi Vendola - indagato per concussione - che secondo l'accusa mette nel mirino il responsabile dell'Arpa Giorgio Assennato.

Assennato - scrivono gli inquirenti - è vittima di "costanti pressioni psicologiche" a opera dei vertici politici regionali e, secondo l'accusa, finisce per trovarsi "prostrato". Ma non deve risultare "vittima", dicono i dirigenti Ilva al telefono, perché è lo stesso Vendola a richiederlo: "Non dobbiamo renderlo vittima - dice Girolamo Archinà all'avvocato (...) Perli - perché mi spiegava Vendola... che guai a noi se gli diamo l'occasione di diventare vittima, nel senso che poi è costretto a difenderlo... Io andai da Vendola ... facemmo una riunione improvvisa nell'ufficio di Manna... lì si decise il da farsi nei confronti di Assennato". "Bisogna dargli una mano a Vendola perché se no ti saluto eh!!!".

Fabio Riva non ha dubbi. All'avvocato Franco Perli ribadisce la necessità di aiutare il Governatore. La strategia: intervenire su Luigi Pelaggi, segretario della commissione Aia e uomo forte dell'allora ministro Stefania Prestigiacomo, per discutere del campionamento in continuo della diossina. Per i finanzieri è la prova della "perfetta unità d'intenti esistente sull'asse Vendola-Ilva, che portava i vertici della grande industria a spendersi anche in sede ministeriale, affinché non venissero intrapresi percorsi che potessero nuocere al Presidente Vendola".

Vendola, secondo quanto scrive Archinà in una mail inviata a Riva, "ha anche pubblicamente dichiarato che il ‘modello Ilva' deve essere esportato in tutta la Regione". Per gli inquirenti il riferimento è alla "legge sulla diossina" approvata dalla giunta Vendola nel 2008 e che per l'accusa è il "frutto della concertazione tra la Regione e l'Ilva che ha sempre osteggiato il cosiddetto ‘campionamento in continuo'" riuscendo ad escluderlo dalla norma regionale. Per contrastare un servizio de Le Iene, secondo l'Ilva le strade sono due: "l'utilizzo di una serie di relazione ad altissimo livello con il Gruppo Fininvest" oppure "mandare la diffida dell'avvocato".

"Saluta tutti silvio e forza alitalia" si legge in un sms ricevuto da Fabio Riva nel 2010: sono passati due anni dall'acquisto nel 2008 di Alitalia, con il quale gli industriali lombardi partecipano al "salvataggio" lanciato da Berlusconi, mettendo sul piatto 120 milioni. Due anni dopo, Fabio Riva ne parla al telefono con il cugino, di ritorno da una riunione in cui dice di aver incontrato uno dei vertici di Alitalia, proprio nell'ufficio "del Colaninno". Angelo spiega che l'incontro è andato "bene" e quando Fabio ribatte che sul giornale c'è scritto che "l'Alitalia è un disastro", il cugino dice la sua: "No, ma quello lì è un figlio di puttana quello lì... è rimasto a tre mesi fa ... lui ha detto che se deve chiedere l'aumento di capitale ai soci si dimette prima... perché vuol dire che ha fallito...".

"Ma adesso sta guadagnando?" chiede Fabio Riva. "Secondo trimestre ... ce l'abbiamo nel culo... ma a giugno stiam facendo faville....". E ancora: "Lui - il riferimento sembra a Colaninno, ndr) dice "tra quello che devo mettere come garanzia per la manutenzione degli aerei che prendo in leasing al "toto" e il canone che li pago... con quel gruzzoletto lì di soldi vado da una.... Da uno che mi finanzia e gli dico guarda io metto il 25 tu mi finanzi il 75 dell'aereo e pago le rate tipo leasing e a fine rate io son proprietario dell'aereo... Allo stesso costo lui dice no? Così c'ho un patrimonio. Comunque c'abbiamo 90 aerei di proprietà... ".

"Senti, io stamattina ho visto per altri motivi il nostro amico Corrado". È il 9 giugno 2010 quando Ivo Allegrini del Cnr spiega ad Archinà di aver avuto un colloquio - secondo i finanzieri - con Corrado Clini, poi divenuto il ministro dell'ambiente che ha concesso l'Aia riesaminata confluita nel primo decreto salva Ilva. Milioni di euro destinati al dopolavoro Ilva di Taranto, finiti in alcuni casi nelle tasche di un boss della mala. L'affare "Vaccarella" - masseria dove ha sede il dopolavoro - per Fim, Fiom e Uilm vale oltre 8 milioni di euro, sborsati dai Riva per acquistare la struttura e gestire, per il tramite dei sindacati, le borse di studio, le colonie a favore dei figli degli operai e tutte le attività previste dalle cosiddette "provvidenze".

"Elargizioni" che, come spiega il segretario della Fiom Rosario Rappa ai finanzieri, vengono gestite con la massima "discrezionalità" dai sindacati. Nel 2007 l'Agenzia delle entrate apre un contenzioso di 139 mila euro: la fondazione nei fatti è un ente economico commerciale. Nel 2009 vengono sospese le retribuzioni che alcuni sindacalisti percepivano dalla fondazione e chiude il circolo nautico trasformato in rimessaggio barche "degli amici". Dalle carte emergono 131 mila che la fondazione versa a Peppe Florio, mafioso tarantino, per annullare il contratto con il quale Florio gestisce, per soli 500 mila lire al mese, un ristorante e una foresteria all'interno della masseria.

 

EMILIO RIVA - ILVARIVA E VENDOLA resize FABIO RIVA E GIROLAMO ARCHINAGIROLAMO ARCHINA' - ILVABERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATOREAlitaliaTODISCO-CLINI

Ultimi Dagoreport

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…