Massimo Malpica per “il Giornale”
Non solo Boschi. Oltre al padre del ministro delle Riforme, c' è un altro petalo del Giglio magico che vanta (si fa per dire) in curriculum l' aver occupato una poltrona nel Cda di Banca Etruria, tra l' altro proprio nel periodo in cui il papà di Maria Elena, Pierluigi, era vicepresidente.
Si tratta di Claudia Bugno, rampante manager 40enne, già dirigente al ministero dello Sviluppo Economico, che lo scorso marzo il premier Matteo Renzi e il presidente del Coni Giovanni Malagò hanno nominato per un ruolo di prestigio.
Quello di coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024, lasciato a sua volta a novembre per Alitalia, dove è ora vice president public affairs. In Banca Etruria la Bugno era stata nominata in «quota rosa» all' inizio del 2013, spiegò lei all' Anticorruzione, quando l' ex ministro Flavio Zanonato voleva sollevarla dalla poltrona di direttore dell' organismo indipendente di valutazione. L' Anac alla fine dette ragione a lei e torto al ministro.
MARINO MALAGO PANCALLI MONTEZEMOLO BUGNO
E a maggio del 2014 la manager venne nuovamente nominata nell' ultimo Cda di Banca Etruria, che elesse presidente Lorenzo Rosi e vice Boschi Senior. Sarebbe dovuta restare in carica per un triennio, fino al 2016. Ma a febbraio scorso, come è noto, la storica «banca dell' oro» di Arezzo, spolpata dalla cattiva gestione, è finita commissariata.
Nemmeno il tempo di depennare uno dei suoi molti incarichi che ecco la Bugno finire dalle macerie di Bpel direttamente in pole position per la nomina a «Lady Olympic», e senza colpi di scena il posto da Dg di Roma 2024 viene assegnato proprio a lei. Lo mantiene otto mesi, giusto il tempo di formalizzare la candidatura della Città Eterna per le Olimpiadi per poi lanciarsi nella nuova avventura in Alitalia.
lorenzo rosi pier luigi boschi
Ultima ciliegina sulla torta di una luminosa carriera, nella quale Banca Etruria sembra essere stata solo uno dei trampolini di lancio.
L' esperienza nel management della banca aretina, però, potrebbe riservare alla Bugno qualche dispiacere. Come per Boschi, anche la manager vicina a Renzi rischia di sporcarsi le mani con il fragoroso crac della banca. La sua doppia esperienza come consigliera d' amministrazione, con Fornasari e poi con Lorenzo Rosi, la mette infatti nel gruppo di componenti del Cda a rischio sanzioni.
Quello al quale Bankitalia contesta il mancato ricambio proprio del Cda e del management, oltre alla fallita aggregazione con la Popolare di Vicenza, la cui Opa amichevole venne fatta cadere nel vuoto dal cda di cui facevano parte Boschi e la Bugno. Tra le obiezioni di palazzo Koch, oltre agli insufficienti accantonamenti per far fronte alle sofferenze, pure sprechi e liquidazioni milionarie.