palenzona ghizzoni

BARAONDA BANCARIA/2 - UNICREDIT DEVE LICENZIARE 540 DIRIGENTI E STUDIA UN PIANO CON TRUCCO - LE USCITE SONO STATE SPACCHETTATE IN TRE BLOCCHI (70 ACCESSI AL FONDO ESUBERI, 120 PREPENSIONAMENTI, 350 CALCI NEL SEDERE CON BUONUSCITA)

Dagoreport

 

SEDE DI UNICREDIT A PIAZZA CORDUSIOSEDE DI UNICREDIT A PIAZZA CORDUSIO

Federico Ghizzoni ha un problema. Anzi ben 540 problemi. Il capo di Unicredit deve rapidamente mandare a casa 540 dirigenti, ma la pratica, affidata alle cure del responsabile del personale, Paolo Cornetta, potrebbe essere affossata dai sindacati interni.

 

Nel quartier generale di Milano, a piazza Gae Aulenti, c'è una enorme agitazione perché i licenziamenti dei top manager sono un pezzo importante del piano industriale varato da Ghizzoni.

 

Piano che per il ceo della seconda banca italiana rappresenta di fatto l'ultima spiaggia: se fallisce, va a casa sicuramente (anche se più di un addetto ai lavori è convinto che il successore di Arrogance Profumo sia arrivato a fine corsa).

 

federico ghizzonifederico ghizzoni

Serve uno sforzo straordinario per portare a casa il risultato. Ragion per cui Ghizzoni e Cornetta hanno studiato un trucco e cercano di mischiare le carte. Anzitutto hanno spacchettato i 540 licenziamenti in tre blocchi: 70 dovrebbero uscire riaprendo i termini per aderire al fondo esuberi, solo su base volontaria; 120 da individuare fra quanto matureranno i requisiti per l'accesso alla pensione entro il 2021; e altri 350 da mettere alla porta con un calcio nel sedere e una buonuscita, ovvero risoluzioni consensuali incentivate. Ma veniamo al trucco.

 

 Nel piano sottoposto alle organizzazioni sindacali c'è una clausola-trappola, secondo la quale se non verranno raggiunte le cifre previste dal piano, la banca potrà attivare le procedure per i licenziamenti collettivi previste dalla legge 223 del 1991 ed estesa dal premier, Matteuccio Renzi, proprio ai dirigenti con la legge 161 del 2014. Tutto questo grazie a un accordicchio coi sindacati firmato sempre nel 2014 che potrebbe consentire a Ghizzoni e Cornetta di redigere la lista nera dei dirigenti da mandare a casa senza i criteri standard (anzianità, carichi di famiglia ed esigenze tecnico-organizzative), ma, nei fatti, secondo metodi relazionali.

 

RENZI PADOANRENZI PADOAN

E qui, si chiede Dagospia nella sua infinita miseria, come si comporteranno i sindacati? Tutte le sigle si preparano a fare una pernacchia a Ghizzoni. Con una eccezione. Pronta a firmare l'accordo-trappola c'è la First Cisl, organizzazione che lo scorso anno ha inglobato l'organizzazione che rappresentava i dirigenti,  cioè la Dircredito guidata per anni da un dipendente proprio di Unicredit, vale a dire il 67enne napoletano Maurizio Sfogliatella Arena.

 

licenziamentolicenziamento

Ora c'è chi spera nell'intervento del segretario generale First, Giulio Romani, perché ci metta una pezza. Sta di fatto che l'atteggiamento divArena viene rigettato dai dirigenti di Unicredit, che hanno minacciato di uscire in massa dalla First Cisl e sanno benissimo che la firma sul piano-trappola by Ghizzoni finirebbe con lo sterilizzare gli eventuali ricorsi futuri in tribunali contro i licenziamenti. Un atto che creerebbe un precedente devastante nel settore: chi non accetta il prepensionamento viene licenziato. Ecco perché c'è chi pensa che sotto sotto ci sia una trattativa parallela. Cosa c'è sotto il tavolo? Ah saperlo ...

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”