BEZOS SI PRENDE LE PASTE - AMAZON ACQUISISCE NEGLI USA LA LICENZA PER DISTRIBUIRE I MEDICINALI CON RICETTA - IL COLOSSO DELL’E-COMMERCE POTREBBE SOSTITUIRSI AL FARMACISTA PROPRIO PER LA COMPLESSA REGOLAMENTAZIONE AMERICANA CHE RENDE IL BUSINESS POCO TRASPARENTE – E IN ITALIA…
Maddalena Guiotto per la Verità
Amazon, il colosso del commercio online di Jeff Bezos, dopo lo sbarco nel mondo dell'alimentare (con l' acquisto per 13 miliardi di dollari di Whole foods markets, catena di supermercati biologici) sferra il primo colpo al mercato della farmaceutica.
Da qualche giorno ha acquisito la licenza di distributore in ben 13 Stati americani. Sono crollati in Borsa i titoli di grossisti, catene di farmacie e assicurazioni sanitarie, in particolare McKesson, Amerisource Bergen, Cardinal Health.
Questa però è la prima scossa di un terremoto che, secondo gli analisti, potrebbe avere come conseguenza la possibilità di vendere online i farmaci su prescrizione: un mercato in continua crescita che ha sfiorato i 325 miliardi di dollari nel 2015 (280 miliardi di euro).
Come nuovo player del mercato, Amazon si sostituirebbe così non tanto alle farmacie, ma direttamente al farmacista. Quando in un settore così strutturato come quello farmaceutico irrompe un elemento così differente lo sconquasso è inevitabile e l' onda d'
urto potrebbe raggiungere anche le nostre coste.
«Amazon ha dimostrato di avere la padronanza tecnologica e i modelli organizzativi per trasformare il sistema di distribuzione», ha dichiarato Linda Pissott Reig, una consulente legale dell' Agenzia del farmaco americana (Fda). La mossa potrebbe avere implicazioni anche più ampie per i consumatori.
Amazon ha talmente tanti dati sui suoi clienti che potrebbe vedere se, ad esempio, «un paziente con depressione stia cercando anche libri di auto aiuto o prodotti particolari», ha aggiunto la consulente.
Recapitando direttamente a casa dei consumatori il prodotto acquistato online, dal 1995 ad oggi il colosso del Web ha trasformato le filiere industriali dell' editoria, dell' elettronica, dell' abbigliamento e, ultimamente, del cibo.
Il gigante di Seattle ha lasciato a terra, lungo il percorso, molti attori dei mercati nei quali è entrato e si è guadagnato un ruolo dominante a livello globale. Con un fatturato 2015 di 79 miliardi di dollari, il più grande venditore digitale è entrato nella top 10 dei venditori al dettaglio (scalzando i tedeschi di Metro).
«È in atto una convergenza settoriale tra player digitali e fisici. È già avvenuta nella vendita al dettaglio (retail) ed è in corso nella salute», fa notare Erika Mallarini, professoressa di public management & policy department alla Sda Bocconi di Milano. «È indiscutibile che oggi il paziente cerchi nel Web soluzioni con consegna a domicilio, in tempi rapidi, del farmaco di cui ha bisogno».
Amazon, quindi, risponderebbe a un' esigenza reale. Ma potrà farlo? «Dipende dalla legislazione», dice la professoressa. Secondo Marketwatch, la possibilità per Amazon di sostituirsi al farmacista trarrebbe vantaggio, paradossalmente, dall' elevata e complessa regolamentazione americana che rende il business dei farmaci e la policy dei prezzi non particolarmente trasparente.
Gli scettici vedono però proprio in questa complessità legislativa la buccia di banana su cui potrebbe scivolare Amazon. «Negli Stati Uniti», spiega il senatore di Forza Italia, Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini dei farmacisti (Fofi), «esiste già un florido commercio online dei medicinali soggetti a prescrizione, con conseguenze anche preoccupanti.
L' uso improprio dei farmaci oppioidi, denunciato in questi giorni dal presidente Donald Trump, vede nel ricorso a questo canale poco controllabile una delle sue cause». Nonostante l' Italia abbia una legislazione molto restrittiva, la consegna a domicilio del farmaco, anche se incanalata in rigidi sistemi di regole, di fatto già esiste con la distribuzione diretta.
«Se pensiamo alla parte dei farmaci innovativi, classe H», spiega Mallarini, «solo il 6% passa dalla farmacia, in ospedale il 26%, ma tutto il resto viene dispensato per conto dell' ospedale dai servizi a domicilio». Come ricorda il senatore Mandelli, «in Italia l' e-commerce farmaceutico è stato autorizzato con il recepimento della direttiva europea 62 del 2011 e la vendita è limitata ai medicinali da banco.
Solo le farmacie fisiche possono aprire una farmacia virtuale. In Europa alcuni Paesi che hanno allargato la possibilità anche ai farmaci etici stanno riconsiderando questa scelta». Non è nota la strategia che userà Amazon in America: sono attese delle informazioni per la festa del Ringraziamento, il 23 novembre.
Alcuni analisti tuttavia ritengono che ci siano trattative del colosso dell' e-commerce per diventare partner di altri player di mercato come grossisti o intermediari assicurativi.
In Italia Amazon potrebbe adattare strategie simili, acquisendo intere catene di farmacie o di grossisti: la guerra del prezzo è la sua specialità. «Il farmacista italiano non può dormire sonni tranquilli», commenta Mallarini, «ma non è in discussione la sua professionalità». Ci sono dei punti fermi da difendere, «soprattutto per la tutela della salute del cittadino», secondo Mandelli.
«Sul piano generale la risposta migliore che possono mettere in campo i farmacisti, troppo spesso individualisti, è la creazione di forme associative, dotate di una massa critica che permetta loro di competere con le società di capitali». Forse non basterà a fermare l' onda di Seattle, ma «non credo che la presa in carico di un paziente», conclude il senatore, «sia una funzione affidabile a un drone».