BICOCCA D'ASIA - PIRELLI STUDIA L'INGRESSO DI SOCI CINESI, CON OPA TOTALITARIA - TRONCHETTI RESTEREBBE AL VERTICE GRAZIE A UN PATTO DI SINDACATO DA 5 ANNI TRA RUSSI, BANCHE E INVESTITORI PRIVATI
Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
MARCO TRONCHETTI PROVERA E MASSIMO MORATTI SERATA CALENDARIO PIRELLI
Aria di riassetto per la galassia Pirelli. Il gruppo della Bicocca sarebbe a un passo dall’avvio di una complessa manovra con cui Marco Tronchetti Provera allargherebbe la geografia delle alleanze imbarcando un nuovo socio. La pista porta in Asia, dove da tempo si è posata l’attenzione del gruppo milanese. In passato ci sono stati contatti con la coreana Hankook, la giapponese Yokoama e con i gruppi cinesi China Chemical Corporation e Zhongce Rubber Company. Uno di questi potrebbe essere il nuovo alleato.
L’architettura dell’operazione sarebbe ormai definita. Mancano alcuni dettagli, non marginali, a cui però è legata tutta la manovra. La fase è particolarmente delicata. Lunedì un team al lavoro sull’operazione è volato a Mosca per verificare gli accordi con gli uomini di Igor Sechin ma soprattutto, dice qualcuno, per vincere le ultime perplessità del patron di Rosneft sull’allargamento dell’alleanza a un partner asiatico. Il quale nell’ambito del riassetto darebbe modo agli attuali soci della Bicocca, e quindi anche ai russi, di monetizzare parte del proprio investimento, mantenendo al contempo un ruolo nella nuova governance. L’operazione allo studio prevede infatti un’Opa totalitaria che verrebbe lanciata dai nuovi soci insieme a Tronchetti, agli alleati di Nuove Partecipazioni più Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Per la Pirelli si tratterebbe del quarto riassetto in poco più di cinque anni. Il primo, nel 2010, aveva segnato l’ingresso della famiglia Malacalza, poi entrata in conflitto con Tronchetti e sostituita dopo un lungo braccio di ferro con i nuovi azionisti Clessidra, la Fidim della famiglia Rovati e la Gwm di Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini. La prima è uscita l’anno scorso per far entrare i russi di Rosneft, mentre gli altri soci sono rimasti a fianco di Tronchetti e ora lo seguiranno nel riassetto.
Riassetto che avverrebbe attraverso un’Opa con cui Pirelli verrebbe ritirata dal listino per poi procedere alla riorganizzazione. Nell’ambito della quale potrebbe variare anche il perimetro di attività del gruppo milanese, che di recente ha sondato il mercato alla ricerca di un partner per il «truck», le gomme per veicoli industriali, che consentirebbe alla Bicocca di concentrarsi ancora di più sul segmento premium, la parte più profittevole.
Il riassetto non modificherà gli equilibri manageriali. A quanto risulta nell’ambito delle trattive i nuovi soci avrebbero chiesto la conferma dell’attuale management guidato da Tronchetti, il quale avrà piena autonomia gestionale per i prossimi cinque anni. L’accordo prenderebbe la forma di un patto parasociale a cui aderirebbero Long Term Investment (il veicolo societario di Rosneft), Tronchetti, Rovati, Diaz, Intesa Sanpaolo, Unicredit e i soci asiatici.
In Borsa, dove ieri Pirelli ha perso lo 0,48%, anche se non si sono visti strappi c’è movimento. Dall’inizio di marzo è passato di mano il 9% del capitale e la quotazione è vicina ai massimi da cinque anni. Con le azioni a 14,4 euro probabilmente sono arrivate alcune prese di profitto. Piazza Affari è un termometro importante. Già una volta la possibilità di un’Opa, a cui Tronchetti aveva lavorato insieme a Goldman Sachs, sarebbe sfumata in seguito all’improvviso rialzo dei titoli in Borsa. Per questo sul dossier asiatico, anche se molto avanzato, c’è ancora cautela.
La manovra è piuttosto articolata e partirebbe da una newco lussemburghese a cui, scendendo, farebbe capo il veicolo che materialmente lancerebbe l’offerta. La seconda, in poco tempo per la galassia Pirelli dopo quella del 2013 su Camfin, funzionale all’ingresso di Rosneft. La nuova operazione dovrebbe ricalcare a grandi linee lo stesso schema. I tempi sarebbero molto stretti.