BILANCI COL TRUCCO – LA POPOLARE DELL’ETRURIA AVEVA I CONTI IN BILICO GIÀ DA ANNI – DAL 2012 HA TRIPLICATO IL TRADING SUI TITOLI DI STATO PER MASCHERARE LE PERDITE SUI CREDITI – BANKITALIA SE NE ACCORSE MA IL COMMISSARIAMENTO È ARRIVATO SOLO ADESSO

Fabio Pavesi per “Il Sole 24 Ore

 

banca etruriabanca etruria

Il redde rationem è arrivato, ma per come si erano messe le cose in quel di Arezzo, appare evidente che non c'era altra soluzione se non il commissiariamento della banca. La Popolare dell'Etruria era in serie difficoltà da molto più tempo di quanto non apparisse ufficialmente dai conti. Dal 2011 infatti si assiste a un violentissima esplosione dei credit malati, ma la banca comincia a fare pulizia seria con forte ritardo. E male. Solo i crediti deteriorati netti infatti passano da 1 miliardo del 2011 a 1,4 miliardi del 2012 per salire infine a 1,6 miliardi già nel 2013. E sono quelli al netto delle rettifiche che si cominciano a fare pesantemente solo a fine del 2012.

 

I crediti lordi sono a quote molto più alte: sono nel 2013 arrivano a pesare per oltre 2,5 miliardi. Non poco, anzi moltissimo per una banca che ha impieghi totali per 6,8 miliardi. Oltre il 30% del portafoglio è in condizioni di cattiva salute. Cosa fa il vertice dell'Etruria nel cui Cda siede il padre del ministro Boschi? Decide in qualche modo di contrastare la pericolantissima situazione della qualità del suo portafoglio, compensandola con un'incetta senza precedenti di titoli di Stato.

 

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Una vera e propria scorpacciata che attirerà dure critiche da parte di Bankitalia. La banca passa così dal detenere BTp da un valore già alto di 2,1 miliardi a fine 2011 a ben 5,4 miliardi nel 2012 per poi sfondare il tetto dei 7 miliardi nel 2013. Il portafoglio titoli triplica in un triennio e finisce per valere da solo la metà dell'intero bilancio della banca di Arezzo. Una cosa mai vista in Italia. È come se, per fare solo un paragone, IntesaSanpaolo si fosse messa a comprare 300 miliardi di titoli di Stato.

 

Quei 7 miliardi in Btp finiscono per quasi superare il valore dei prestiti. Nessuna tra le banche commerciali ha una posizione così rilevante. Tanto che Banca d'Italia interviene e impone al Cda dell'Etruria di vendere almeno 2 miliardi di quel portafoglio. Troppa concentrazione che finisce per trasformare l'Etruria in una sorta di investment bank.

bankitalia big bankitalia big

 

Già ma a cosa serve quella manovra? L'effetto primo è di far fare alla banca ricavi da trading per tenere alto il margine d'intemediazione. Dal trading arrivano infatti solo nel 2013 ben 130 milioni di ricavi, ben un terzo di tutti i ricavi dell'istituto realizzati quell'anno.

 

Senza quell'operazione bocciata da Bankitalia il buco di bilancio nel 2013 sarebbe stato di almeno 200 milioni e non di soli 74 milioni come scriveranno a bilancio i vertici della banca. Solo se tieni alti i ricavi comprando e vendendo BTp puoi dissimulare agli occhi del mercato le pessime condizioni del portafoglio crediti che continua a deteriorarsi a ritmi più alti della media del settore.

Mario Draghi Ignazio Visco a NapoliMario Draghi Ignazio Visco a Napoli

 

Si prende tempo, ma la pulizia diviene inevitabile e porta le perdite solo nei primi 9 mesi del 2014 a 124 milioni. Nel frattempo l'Etruria rifiuta sdegnata l'offerta della Vicenza per comprare i titoli a 1 euro per azione nonostante Banktalia spinga per un matrimonio salvifico. Con il capitale sceso a poco più di 500 milioni, sotto la soglia di Vigilanza, e che vale solo un terzo dei crediti netti malati ancora da svalutare, l'Etruria appare di fatto sulla via del dissesto. Inevitabile il commissariamento, forse fin tardivo.

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