LA BOLLA DI SHANGHAI CONTINUA A SGONFIARSI (-7,7%) MA OGGI LE BORSE EUROPEE RIMBALZANO - NONOSTANTE LA CENSURA, CHE HA VIETATO PAROLE COME 'CRISI' E 'CROLLO', SUI SOCIAL NETWORK SCATTA IL PANICO TRA I RISPARMIATORI CINESI: 'STA CROLLANDO TUTTO, PERDO ANCHE LA CASA'
1.BORSA: TOKYO E SHANGHAI SOTTO PRESSIONE,BENE TAIWAN E SIDNEY
(ANSA) - Nuovo tracollo per le Borse di Asia e Pacifico, ma con qualche eccezione. Al forte calo di Tokyo (-3,96%) e Shanghai (-7,75%), ancora aperta insieme ad Hong Kong (-1,02%) fanno da contrappunto Taiwan (+3,58%), Sidney (+2,72%) e Seul (+0,92%). Positivi i futures sull'Europa e su Wall Street, in attesa di numerosi dati macro, tra cui la fiducia dei consumatori Usa, prevista in rialzo. Sotto pressione Toyota (-3,85%) e Nomura (-3,34%) a Tokyo e Bank of China il 5,53% a Shanghai.
2.CINA, IL TERREMOTO DELLE BORSE SCATENA IL DOMINO GLOBALE
Francesco Semprini per “la Stampa”
Neanche la pausa del fine settimana è stata sufficiente, per i mercati finanziari, a riprendere fiato e serrare le fila dopo la «black week» che ha trascinato al ribasso i listini del Pianeta a causa della débâcle cinese, con 5 mila miliardi di dollari bruciati a livello globale. Ieri mattina, alla riapertura delle Borse, la situazione è apparsa la stessa di 48 ore prima, con il crollo in avvio della piazza di Shanghai, e Pechino che, per fermare l' ennesima emorragia di capitali, dava il via libera ai fondi pensione statali ad acquistare sul comparto azionario.
A nulla è servito, secondo gli analisti, convinti che solo un deciso e massiccio intervento della People' s Bank of China favorirebbe un' inversione di tendenza, mentre agli occhi degli esperti la Banca centrale cinese ha dato sino ad oggi risposte frammentate, come se non sapesse cosa fare. Ed ecco l' ennesimo effetto domino sulle Borse, con Tokyo che chiude a -4,61%, Shanghai (-8,49%), Shenzhen (-7,83%), Mosca (-5%) e Mumbai (-5,94 peggior valore dal 2009), seguite da tutti gli Emergenti le cui valute sono in caduta libera, trascinate anche dal nuovo ribasso del barile di crude, sceso a 38 dollari.
SOLLEVAMENTO PESI CINA ECONOMIA CINESE
L'onda d' urto cinese ha travolto quindi il Vecchio continente dove già in apertura gli indici di Borsa sono stati dominati dalle vendite con lo Stoxx 600 che metteva a segno il peggior calo dal 2008, pari al 7 per cento. Sui singoli listini va alla Francia la maglia nera con un calo del Cac 40 pari del 5,35%, seguita da Milano (-5,96%), Francoforte (-4,70%) e Londra in calo del 4,67% per cento. Così le piazze europee hanno polverizzato 411 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato.
Questo proprio mentre, dall' altra parte dell' Atlantico, il Dow Jones andava sotto di mille punti nel corso delle prime battute della sessione di scambi. L' effetto panico è endemico come dimostrano i cali degli altri listini di Wall Street, ed ecco allora che i gestori dei mercati sono intervenuti d' imperio annunciando che il Nyse avrebbe sospeso gli scambi se lo S&P 500 fosse sceso del 7% - per 15 minuti - entro una certa ora, o a -13% entro un' altra ora, mentre se si fosse toccata quota -20% gli scambi sarebbero stati sospesi per il resto della giornata.
Il Nyse ha inoltre invocato la «Rule 48», che prevede che non sia necessario comunicare indicazioni sui prezzi prima dell' apertura per facilitare l' avvio degli scambi. Alla fine delle contrattazioni il Dow Jones perde il 3,55%, il Nasdaq cede il 3,82%. I timori sulla debolezza del Dragone preoccupano tutti tanto che il «Wall Street Journal» rivela come i Big dell' auto stiano riducendo la produzione in Cina dalla massima capacità mantenuta finora. «L' economia americana è più resistente oggi di quanto lo fosse nel passato, e siamo fiduciosi sul fatto che questa tendenza durerà.
Ma il Tesoro Usa è vigile e monitora da vicino la situazione dei mercati finanziari», avverte la Casa Bianca che esorta di nuovo Pechino a garantire una maggiore flessibilità dei cambi. Il punto è che la tempesta proveniente dall' Estremo Oriente ha effetti più ampi e duraturi di quanto si pensasse anche sulle due sponde dell' Atlantico, e questo da una parte impone una riflessione sul futuro della crescita in Europa, dall' altra sull' opportunità del rialzo dei Fed Funds in Usa, che, secondo l' ultimo rapporto di Barclays, non avverrà prima del marzo 2016.
3.I RISPARMIATORI TERRORIZZATI "VA GIÙ TUTTO, PERDO ANCHE LA CASA"
Ilaria Maria Sala per “la Stampa”
Ci sono state forti piogge a Shanghai. Il tifone Swan ha allagato molte strade e, mentre le persone cercavano di mantenersi in equilibrio su delle passerelle di legno, il mercato azionario della città viveva una delle sue giornate più nere. La Cina ha arrestato chi è stato accusato di speculazione, ha incoraggiato i gruppi statali a comprare azioni, proibito le vendite, sospeso le aziende che hanno perso troppo: ormai non sa più con chi prendersela. Ieri, ha incolpato «l' economia globale». E ha di nuovo compiuto il singolo gesto che maggiormente suscita voci, bisbigli, pericolose dicerie: ordinando che del crollo del mercato non si parlasse più, né su Internet né sulla stampa.
L' ansia dei broker Per C. Chen, un dottorando a Hong Kong originario di Shanghai, ieri è la giornata è trascorsa in chat con la madre che, presa dal panico, vuole vendere la casa. L' aveva comprata con i risparmi, era un piccolo nido di sicurezza per il futuro. «Con quello che sta succedendo in Borsa - ha scritto la donna - vendiamo adesso prima che ne risenta l' immobiliare».
Chen ha cercato di dissuaderla. Il suo appartamento a Shanghai non è particolarmente spazioso, e se dovesse farsi una famiglia sarà sicuramente troppo piccolo. Però considera quell' alloggio un punto di appoggio ideale per quando tornerà a stare a là, oppure un bene da affittare in caso di necessità. Ma la mamma insiste: «Sta crollando tutto» scrive agitata, e Chen più di tanto non sa cosa dirle.
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Sua mamma è fra quei 40 milioni di nuovi investitori che sono entrati sul mercato cinese dal giugno dello scorso anno, pieni di entusiasmo, scottati dopo essersi convinti che in ogni caso il prezzo delle azioni non avrebbe potuto fare altro che salire. Che «il governo» non avrebbe permesso che crollassero - così come non avrebbe permesso che crollasse il prezzo dell' immobiliare.
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I disastri personali In alcuni casi causando disastri personali: fra chi vende all' impazzata, infatti, c' è chi ha comprato azioni con soldi presi in prestito. Dalla famiglia, dalla banca, o da uno degli istituti di credito paralleli spuntati nei giorni in cui sulla finanza cinese splendeva il sole. Ad elevati tassi di interesse. Come una cugina di Chen, che la mamma continua a insistere allarmate: bisogna vendere prima che sia tardi. La cugina, infatti, L. Xu, più giovane di Chen di quattro anni, poco propensa agli studi, ha passato gli ultimi mesi a giocare in Borsa con ritorni portentosi.
Quando la Borsa di Shanghai è stata connessa a quella di Hong Kong, lo scorso novembre, Xu ha visto il valore delle sue azioni moltiplicare. E salire ancora il giorno dopo. Allora ha venduto il suo appartamento per riversare tutto il contante sul mercato. Ora Xu, a 23 anni, non ha più né i soldi dell' appartamento, né quelli delle azioni - si è tutto polverizzato, tranne i debiti. «Adesso vuole aspettare un po', nel caso in cui qualcosa salga di nuovo. Ma per ora, mia mamma è terrorizzata», racconta Chen.