Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
Svolta in arrivo al vertice della Cassa Depositi e Prestiti. Per il tandem formato dal presidente Franco Bassanini e dall’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini si avvicina il passo indietro. La guida della cassaforte del Tesoro, salvo sorprese, verrà affidata a Claudio Costamagna. Ci sono ancora alcuni dettagli da definire, ma chi lavora al dossier dice che l’annuncio è questione di pochi giorni.
Probabilmente la prossima settimana. Va considerato che la Cdp è uno snodo strategico per la politica industriale, e dunque un cambio al vertice, per giunta in anticipo rispetto alla scadenza naturale, richiede alcuni passaggi prima dell’ufficialità — la governance di Cdp è divisa tra il Tesoro e le fondazioni bancarie, a cui spetta la nomina del presidente mentre via XX Settembre indica l’amministratore delegato — e da questo dipendono i tempi, che non saranno comunque lunghi.
Banchiere d’affari, per 20 anni alla Goldman Sachs, Costamagna attualmente è presidente di Salini-Impregilo e consigliere di alcune società quotate oltre che ascoltato consulente di diversi gruppi internazionali. La sua nomina alla presidenza della Cdp prevederebbe anche alcune deleghe operative. La scelta è stata decisa nelle ultime ore e l’annuncio era inizialmente previsto tra oggi e domani.
alberica brivio sforza, claudio costamagna
La prossima settimana, tuttavia, si dovrebbe riunire il consiglio dei ministri ed è dunque possibile che l’annuncio arrivi subito dopo. Insieme a Costamagna alla Cassa arriverà anche un nuovo amministratore delegato. Su questa casella sarebbero ancora in corso le consultazioni, sebbene sembra esserci una convergenza su Fabio Gallia, attuale amministratore delegato di Bnl-Bnp Paribas, che avrebbe dato la disponibilità per l’incarico.
Nei giorni scorsi sono girati anche altri nomi come Marco Morelli, numero uno in Italia di Bank of America-Merrill Lynch, Andrea Munari, amministratore delegato del Credito Fondiario, e Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa Sanpaolo. Nomi accomunati dallo stesso profilo: sono tutti banchieri.
FRANCESCO MICHELI FRANCESCA COLOMBO CLAUDIO COSTAMAGNA INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO
Per la Cdp si tratta di una svolta importante. Il ricambio è un segnale forte da parte del governo che, come ha detto di recente il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ritiene che una strategia di riforme vada accompagnata anche da una discontinuità nelle aziende partecipate dal Tesoro. Quasi un percorso naturale, quindi. Che per Cdp si conclude in anticipo rispetto ai tempi statutari. Il mandato di Bassanini e Gorno Tempini scade infatti l’anno prossimo.
Al presidente e all’amministratore delegato va dato atto di aver fatto un grande lavoro da quando hanno preso in mano la Cassa. In particolare Gorno Tempini, a cui fa capo la guida operativa, è riuscito in questi anni ad ampliare notevolmente il raggio d’azione della Cdp e anche il perimetro di attività sia attraverso i finanziamenti diretti all’economia sia, per esempio, tramite la creazione del fondo infrastrutturale F2i e il Fondo strategico per accompagnare la crescita delle imprese.
Sempre facendo grande attenzione al bilancio (in un’azienda pubblica non è scontato), chiuso quest’anno con 2,2 miliardi di euro di utile netto che ha portato 853 milioni di euro di dividendi nelle casse del Tesoro e della fondazioni azioniste. Gorno Tempini ha creato insomma quelle condizioni che ora possono consentire al governo di pensare a una nuova missione per la Cassa con un’ottica di lungo periodo, 5-10 anni.
franco bassanini pier carlo padoan
Da investitore paziente la Cdp sarebbe destinata, nelle intenzioni, ad assumere un ruolo di promozione e sostegno di nuove imprese e di settori industriali. Un percorso forzato visto che gli attuali vertici di Cdp non sono in scadenza, ma il governo avrebbe deciso di accelerare il ricambio proprio per la necessità di dare un ruolo diverso alla Cassa ora che la stretta della crisi si è allentata. I dettagli ancora non si conoscono. Bisognerà vedere come Palazzo Chigi intende declinare il ruolo della Cdp nei piani per le infrastrutture e più in generale per il rilancio dell’industria e dell’economia. Bisognerà vedere, insomma, al di là delle nomine, i contenuti che entreranno nella «nuova» Cdp.
matteo renzi pier carlo padoan
PADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLI
Il cambio di indirizzo è una scelta politica forte, che spetta al premier Matteo Renzi e al ministro dell’Economia, Padoan, a cui fa capo il controllo della Cassa, ma che coinvolge anche la Fondazioni bancarie che di Cdp hanno quasi il 20% del capitale. Proprio la definizione dei nuovi equilibri e di una diversa missione avrebbero richiesto ancora qualche giorno di tempo, portando probabilmente allo slittamento delle nomine alla prossima settimana.