CHI FA LA SPIA NON E' FIGLIO DI MARIA - E IL PRESIDENTE DELLA CONSOB VEGAS CHIEDE A MEZZO STAMPA LA TESTA DEL DIRIGENTE "TRADITORE" MINENNA, CHE HA RACCONTATO A ORSI COME L'AUTHORITY ABBIA CHIUSO GLI OCCHI APPROVANDO LA MAXI FUSIONE UNIPOLSAI

Giorgio Meletti per "il Fatto Quotidiano"

Chi fa la spia non è figlio di Maria. Ispirandosi alla nota massima del diritto universale, il presidente della Consob Giuseppe Vegas ha chiesto ieri, in un'intervista a La Stampa, le dimissioni del dirigente Marcello Minenna, capo dell'ufficio "Analisi quantitative". La colpa di Minenna - barese, 45 anni, fama di super competente - è di essere stato convocato dal pm di Milano Luigi Orsi - che sta indagando sulla fuzione tra Unipol e Fon-sai - e di aver risposto alle sue domande.

Orsi ha iscritto nel registro degli indagati l'amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri per "manipolazione del mercato", il vecchio aggiotaggio. L'ipotesi è che, attraverso un abbellimento dei bilanci Unipol, Cimbri abbia ottenuto rapporti di concambio più favorevoli tra le azioni Unipol e quelle Fonsai.

Ascoltando Minenna e l'ex commissario Consob Michele Pezzinga, Orsi ha raccolto una serie di elementi che inducono al sospetto che il vertice della Consob, segnatamente il presidente Vegas e il direttore generale Gaetano Caputi, abbiano chiuso più di un occhio per non intralciare una "operazione di sistema" nell'interesse di Mediobanca, pesantemente esposta sui debiti sia di Unipol che di Fonsai.

In particolare Minenna, incaricato di valutare il complesso portafoglio di titoli "derivati" di Unipol, ha riferito di essere stato ostacolato in ogni modo, e che quando ha individuato un buco di valore, rispetto a quanto dichiarato a bilancio, "tra i 592 e i 647 milioni di euro", non solo non si è tenuto conto della sua segnalazione, ma subito è scattato un procedimento disciplinare, ovviamente definito dalla Consob slegato dalla vicenda Unipol.

Le regole Consob fanno divieto a Minenna di parlare pubblicamente. Richiesto dalla agenzia Ansa se intenda accogliere l'invito a dimettersi di Vegas, si è limitato a una replica laconica: "L'unica cosa che posso dire è che continuo il mio lavoro al servizio della Consob e delle istituzioni".

Vegas, che si sente evidentemente braccato, ha approfittato della sua libertà di parola per una raffica di dichiarazioni rabbiose, non solo contro Minenna ma anche contro l'ex commissario Pezzinga, accusato di "dire il falso".

Quanto al dirigente dell'ufficio Analisi quantitative, le parole di Vegas suonano minacciose e insinuanti, con uno stile più da "pizzino" che da uomo delle istituzioni. Il presidente della Consob si lascia andare a pesanti illazioni quando dichiara che l'incarico di valutare i derivati Unipol fu assegnato "nonostante la personalità particolare di Minenna, che, a fronte di divergenze interne, si era spesso rivolto all'esterno - e ora, come vediamo, anche alla magistratura".

Rispondere alle domande di un magistrato è dunque, nella visione del mondo di chi guida la Consob è un tradimento dell'istituzione, una violazione della doverosa omertà. Come se stessimo parlando di un clan e non di una polizia del mercato finanziario cui la legge dà poteri inquirenti che non ha neppure la Banca d'Italia per la vigilanza sugli istituti di credito. Poteri peraltro dispiegati in modo quantomeno distratto e sicuramente inutile, come ha scritto la Corte di Cassazione nella sentenza definitiva sul crac Parmalat da 14 miliardi di euro. Ma Vegas va oltre.

Alla domanda se non pensi di dimettersi di fronte allo scnadalo che sta travolgendo la Consob, risponde aggressivo: "E perché mai dovrei dimettermi? Perché vengo attaccato da un ex commissario o da un dipendente? Chi dovrebbe dimettersi è magari qualche dipendente che secondo me non sempre lavora nell'interesse della Consob". Minenna dunque esibisce una "personalità particolare" e non lavora nell'interesse della Consob, dice Vegas. E perché non lo caccia? Infatti ci ha provato.

Il 4 febbraio scorso Minenna è stato sottoposto a una massiccia offensiva disciplinare, con tanto di accusa di truffa trasmessa alla procura di Roma. L'accusa era di aver per sedici volte fatto timbrare il cartellino da qualche compiacente collega in giornate che lo vedevano a Milano per tenere le sue lezioni di Finanza quantitativa e Modelli e misura del rischio.

Roba da galera. Minenna ha dovuto ricostruire certosina-mente che in quelle sedici giornate avrebbe dovuto fare lezione, secondo il calendario accademico preso da Vegas e soci come prova d'accusa, ma l'aveva spostata perché trattenuto a Roma da impegni Consob. È toccato al rettore della Bocconi, Andrea Sironi, scrivere a Vegas per spiegargli che Minenna mette sempre la Consob davanti a tutto e per questo sposta continuamente le lezioni creando un sacco di problemi.

Ma che la Bocconi se lo tiene lo stesso perché è davvero bravo. Nell'Italia di Vegas, che teorizza come obiettivo principale della Consob non la vigilanza ma "lo sviluppo nel Paese", quelli come Minenna vanno asfaltati. Qualcuno dovrà spiegarci se viviamo ancora nell'Italia dei Vegas.

 

Premio Guido Carli Roberto Rocchi Giuseppe Vegas Giuseppe Vegas e Pellegrino Capaldo giuseppe vegas marcello minenna LUIGI ORSIconsobCARLO CIMBRI jpegligresti salvatore

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...