mohammed bin salman

LA CITY HA DI NUOVO UN PRINCIPE: MOHAMMED BIN SALMAN, ANCHE DETTO ‘MBS’, SI È PRESO L’ARABIA SAUDITA E ORA LONDRA. HA IN PROGRAMMA IL PIÙ GRANDE COLLOCAMENTO AZIONARIO DELLA STORIA: LA SAUDI ARAMCO, CHE HA IN MANO LE RISERVE PETROLIFERE DEL PAESE, VALE SECONDO LUI 2MILA MILIARDI, E LE BORSE MONDIALI FANNO A GARA PER AVERLA IN LISTINO

Francesca Caferri per la Repubblica

 

 

il principe saudita bin salman

Nella valigia del principe appena sbarcato a Londra c' è un tesoro: e forse questo aiuta a spiegare l' accoglienza che la Gran Bretagna ha preparato per Mohammed Bin Salman, erede al trono saudita, al suo primo viaggio all' estero da quando è diventato l' uomo più importante del Paese, scavalcando anche suo padre, re Salman.

 

Il tesoro con cui Mohammed Bin Salman si presenta in Gran Bretagna si chiama Saudi Aramco, o semplicemente Aramco, la più grande società petrolifera del mondo, di cui il governo saudita si appresta a portare in Borsa una piccola parte entro la fine dell' anno, in quello che si annuncia il più importante collocamento azionario ( Ipo) della storia delle borse mondiali.

 

Il valore previsto secondo gli analisti oscilla fra i 1.000 e i 1.500 miliardi di dollari, ma il principe vorrebbe arrivare a 2.000 miliardi: una cifra in grado di risollevare il London Stock exchange dallo shock post- Brexit, ma che fa gola ad altri mercati, primo fra tutto New York, non a caso prossima tappa del tour di MBS. In entrambi gli appuntamenti, Aramco ufficialmente non è fra i temi della visita: MBS vuole presentare i suoi piani di modernizzazione del Paese al mondo. Ma, al di là dell' agenda ufficiale, il tema dell' Ipo è quello su cui da mesi si concentrano i governi britannico e americano.

mohammed bin salman al saud principe ereditario

 

La cifra stimata per l' operazione - insieme ai milioni di sterline di armi che Londra fornisce regolarmente a Riad - aiuta a spiegare l' accoglienza senza precedenti per un uomo che non ha il rango di capo di Stato che Londra ha riservato a MBS: pranzo con la regina Elisabetta, cena con i principi Carlo e William e serata privata presso la residenza di campagna del primo ministro, a Chequers.

 

L' offensiva di charme dei reali non è che l' ultima puntata di un lungo corteggiamento: a luglio il numero uno della Borsa, Xavier Rolet, ha proposto una modifica al regolamento del listino pensato apposta per accogliere Aramco, riducendo dal 25 al 5 per cento la percentuale minima di una società che può essere quotata.

 

La risposta di New York non si è fatta attendere: ad ottobre per chiedere ai sauditi di portare nella Grande mela il loro gioiello è intervenuto direttamente il presidente Donald Trump, naturalmente via Twitter: «Apprezzeremmo molto il fatto che l' Ipo si facesse a New York», ha scritto.

 

SAUDI ARAMCO

New York sarebbe, secondo chi segue l' operazione a Riad, l' opzione preferita da Mohammed Bin Salman ma a suo sfavore c' è un elemento non di poco conto: la legge che consente ai familiari delle vittime dell' 11 settembre di chiedere risarcimenti all' Arabia Saudita - 11 dei 19 attentatori erano sauditi - espone Aramco al rischio di cause. Rischio che molti fra i consiglieri di MBS non vogliono correre.

 

Chi vincerà la partita? Spalancando i cancelli di Buckingham Palace Londra spera di fare passi avanti. Ma la realtà è più intricata di un pranzo a corte: « La scelta non sarà solo finanziaria, ma anche politica - spiega Hadi Fathallah, analista del Carnegie center - La decisione finale sarà presa con il road show che le banche d' affari stanno preparando: non sarà facile raccogliere tanti soldi. L' Ipo dovrà essere fatta dove gli investitori si diranno pronti a mettere soldi: e la maggior parte dei soldi in questo momento vengono dagli Stati Uniti».

 

LONDON STOCK EXCHANGE

Eppure Londra non rinuncia a sperare, come ha confermato ieri il vice ministro degli Esteri Alistair Burt. Con buona pace delle centinaia di persone che ieri a Londra hanno protestato contro la visita di MBS e il supporto del governo britannico per la sua guerra in Yemen: un conflitto che ha ucciso più di 10mila persone e ha ridotto alla fame 400mila bambini. E che va avanti anche grazie alle armi che Londra vende a Riad.

 

WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…