Da Lettera 43
Il referendum sull'articolo 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito. La consultazione popolare proposta dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Via libera invece ai quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore.
AVANTI DUE QUESITI SU TRE
Nell'odierna camera di consiglio la Corte Costituzionale ha dichiarato: ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti» (n. 170 Reg. Referendum); ammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)» ( n. 171 Reg. Referendum); inammissibile la richiesta di referendum denominato «abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi» (n. 169 Reg. Referendum). È quanto riporta la nota della Consulta.
SUI VOUCHER PUÒ INTERVENIRE IL GOVERNO
Il via libera arrivato dalla Consulta apre la strada a due referendum e il più importante è certamente quello sui voucher, i buoni lavoro che il Jobs act ha ampliato e modificato. Il quesito chiede di abrogare queste norme. Il governo ha già reso noto di voler intervenire su questa materia. Se lo farà con una nuova norma, il referendum cadrà. Ma prima la nuova norma dovrà passare al vaglio dell'Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, che verificherà se sia aderente all'istanza quesito referendario.