CREDIT CRUNCH - LE IMPRESE LANCIANO L’ALLARME ROSSO: DOPO IL QUANTITATIVE EASING DI MARIO DRAGHI CI SARÀ IL BUIO - SE NEGLI ULTIMI 12 MESI LE BANCHE HANNO TAGLIATO I PRESTITI ALLE AZIENDE PER 40 MILIARDI DI EURO, CHE SUCCEDERÀ DA GENNAIO QUANDO FINIRÀ IL SOSTEGNO DELLA BCE? - GLI ISTITUTI NON DANNO PIÙ FINANZIAMENTI, MA PENSANO SOLO ALLA PULIZIA DEI BILANCI: DA SETTEMBRE 2017 A SETTEMBRE 2018, LE SOFFERENZE SONO STATE DIMEZZATE DA 65 A 38 MILIARDI…

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(AGI) - Negli ultimi 12 mesi i prestiti alle aziende sono calati di 40 miliardi di euro (-4,89%) nonostante l'aumento di 3 miliardi dei finanziamenti a medio termine. E' il calcolo contenuto nel rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo cui a pesare sulla flessione e' la diminuzione di 22 miliardi dei finanziamenti a breve e di 20 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 1,5 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+7,1 miliardi) e dai mutui (+4,9 miliardi), comparti che hanno compensato il pesante calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-10,5 miliardi).

 

In totale - scrive Unimpresa - lo stock di impieghi al settore privato e' diminuito di oltre 38 miliardi, passando da 1.360 miliardi a 1.322 miliardi: in media oltre 3 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini. Il rapporto evidenzia che negli ultimi 12 mesi, da ottobre 2017 a ottobre 2018, le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell'ultimo anno si e' registrata una diminuzione di oltre 53 miliardi (-30,62%) da 173 miliardi a 120 miliardi.

 

 "Siamo preoccupati - commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci - dopo il quantitative easing di Mario Draghi, vediamo solo il buio. La situazione in banca, per le imprese italiane, e' gia' grave e potrebbe peggiorare ulteriormente, da gennaio, quando termineranno le misure straordinarie di politica monetaria attuate dalla Banca centrale europea. E poi ci sono le misure fiscali inserite nella legge di bilancio dal governo, contro gli stessi istituti bancari, che possono contribuire a creare problemi al motore del credito. Piu' tasse ai gruppi bancari, gia' alle prese con le tensioni sullo spread, si traducono gioco forza in una restrizione dei finanziamenti".

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Secondo il rapporto dell'associazione, basato su dati della Banca d'Italia, il totale dei prestiti al settore privato e' calato nell'arco dell'ultimo anno, da ottobre 2017 a ottobre 2018, di 38,7 miliardi (-2,85%) passando dai 1.360,9 miliardi di ottobre 2017 ai 1.322,2 miliardi di ottobre 2018.

 

Nel dettaglio, e' calato di 40,3 miliardi (-5,51%) lo stock di finanziamenti alle imprese passati da 732,2 miliardi a 691,9 miliardi: in particolare, sono calati di 22,5 miliardi (-9,28%) da 242,6 miliardi a 220,08 miliardi i crediti a breve termine (fino a 1 anno); giu' di 20,8 miliardi (-6,35%) i prestiti di lunga durata (oltre 5 anni) scesi da 328,1 miliardi a 307,2 miliardi; sono invece cresciuti lievemente di 3,04 miliardi (+1,88%) i finanziamenti di medio periodo (fino a 5 anni) passati da 161,6 miliardi a 164,6 miliardi.

 

Risultano complessivamente in leggero aumento di 1,5 miliardi (+0,25%) i prestiti alle famiglie, passati da 628,7 miliardi a 630,2 miliardi: in particolare, e' salito di 7,1 miliardi (+7,62%) il credito al consumo (denaro concesso per acquistare elettrodomestici, automobili, televisori e smartphone) passato da 94,3 miliardi a 101,5 miliardi; in aumento anche i mutui di 4,9 miliardi (+1,31%), saliti da 374,2 miliardi a 379,1 miliardi; in pesante calo, invece, i prestiti personali, scesi di 10,5 miliardi (-6,59%) da 160,1 miliardi a 149,6 miliardi.

 

QUANTITATIVE EASING DRAGHI QUANTITATIVE EASING DRAGHI

Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un rilevante calo delle sofferenze lorde, diminuite in totale di 53,2 miliardi (-30,62%) dai 173,7 miliardi di ottobre 2017 ai 120,5 miliardi di ottobre 2018. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti e' passato dal 12,77% al 9,12%.

 

Sono calate di 39,9 miliardi (-32,79%) le rate non pagate dalle aziende, scese da 121,8 miliardi a 81,8 miliardi; in diminuzione di 8,6 miliardi (-25,30%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie, passati da 34,2 miliardi a 25,5 miliardi e continuano a calare anche quelli legati alle imprese familiari, scesi da 14,2 miliardi a 10,5 miliardi, in contrazione di 3,6 miliardi (-25,83%); risultano in diminuzione di quasi 1 miliardo (-26,60%) anche le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni, dei fondi e delle onlus, passate da 3,4 miliardi a 2,5 miliardi. Il totale delle sofferenze nette, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie, e' diminuito di 27,6 miliardi (-41,89%) da 65,8 miliardi a 38,2 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti e' passato dal 4,84% al 2,90%.

 

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