Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
No, non ce la può fare. È finito in carcere e poi agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato una condanna di 3 anni e 10 mesi per manipolazione del mercato, ostacolo all’autorità di vigilanza (Consob) e truffa. Ha sulle spalle una multa Consob da 4,9 milioni, una delle più salate della storia. Eppure Alessandro Proto, il principe della fuffa mediatica, il re dei comunicati farlocchi, si è candidato a rilevare il Parma attraverso il notaio Ricci di Milano (comunicato ripreso da alcuni organi d’informazione) e vorrebbe comprarsi una banca.
A Milano non esiste alcun notaio Ricci, ma intanto lui, o qualche suo amico, alcuni giorni fa ha comprato (e pagato?) mezze pagine su alcuni quotidiani per annunciare a caratteri cubitali che «Proto Group, società leader nella consulenza mobiliare e immobiliare cerca in Italia Banca privata da acquistare al 100% o con quota maggioritaria». Già sogna di presentarsi (nel suo mondo virtuale) da Mario Draghi. E far partire un comunicato dal suo iPhone.
Alcune settimane fa su molti media sportivi si leggeva dell’attaccante del Paris Saint Germain, Edinson Cavani, che ha preso casa a Roma facendo sognare i tifosi giallorossi: attico da 8 milioni, acquisto - dice il comunicato - «formalizzato dal notaio Giuliani in Roma» e trattativa condotta dalla «Proto Organization che ha altri clienti come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo». Nulla è vero, naturalmente, nemmeno il notaio Giuliani a Roma.
Lui intanto, sempre dagli arresti domiciliari dove è obbligato, a dicembre aveva conquistato i titoli del gossip annunciando il matrimonio a Venezia con la splendida Dakota Johnson, figlia di Don Johnson e Melanie Griffith. Dakota ne era (e ne è tuttora) all’oscuro. La notizia si smentisce da sola, come Fabrizio Corona che recita il rosario o Martin Scorsese che vuol fare un film sulla vita del prode Proto con colonna sonora degli One Direction (questa però il nostro è riuscito davvero a piazzarla con successo...).
Ma il top di mister Bufala è la presunta liaison con Elisabetta Canalis, alimentata da lui, smentita da lui («non è vero, nessun flirt con la Canalis: ha anche una certa età»), con replica piccata di lei («Come si permette? Ma ci chiariremo»), finché non si è capito che anche la Canalis era sempre lui. Ora vuole rituffarsi nella finanza che, a parte l’inconveniente giudiziario, gli ha dato più soddisfazioni.
Come quando, violando i codici, impestava le redazioni di comunicati su falsi blitz in Borsa: Generali, Mediaset, Rcs, Fiat e tante altre. Dopo la condanna ha alzato il tiro. Si è buttato su Wall Street: «Proto e Carlos Slim scalano il New York Times». Non c’è da scherzare, lo ha scritto un anno fa la quarta agenzia di stampa al mondo, la spagnola Efe.
Adesso compra una banca? Diamogli una chance, ha da poco compiuto 40 anni: se nel 2016, quando avrà scontato la pena, non riuscirà a vendere a un turista la Fontana di Trevi, facciamo una colletta e gli compriamo una grande banca. Quella di Paperon de’ Paperoni. E darà la scalata a Apple.
mgerevini@corriere.it