Luigi Grassia per la Stampa
L' euro si indebolisce rispetto al dollaro e la Banca centrale europea ne è soddisfatta, al pari degli esportatori europei (italiani inclusi) che grazie a una moneta più debole diventano più competitivi nella zona del dollaro. Ieri il cambio fra le due monete ha toccato la quota di 1,0380 che corrisponde al livello più basso dal 2003. Dopo tredici anni il dollaro si avvia così a valere più dell' euro.
Il capo analista Chris Williamson di Ihs Markit prevede «una chiusura fortemente positiva del 2016 per l' economia dell' Eurozona», perché «migliorano le condizioni operative del settore manifatturiero, grazie alla debolezza dell' euro che stimola le esportazioni». Questo sviluppo è frutto di un doppio movimento. Dipende innanzitutto dalla Federal Reserve, la Banca centrale americana, che ha aumentato i tassi d' interesse di un quarto di punto allo 0,75%. Questo fa crescere il rendimento di alcune categorie di investimenti negli Stati Uniti e così provoca un flusso di risorse monetarie verso gli Usa; in parole povere, gli investitori internazionali avvertono la convenienza di convertire in dollari una parte degli investimenti in euro, cioè vendono euro e comprano dollari. Così il dollaro acquista valore e l' euro lo perde.
MARK CARNEY JANET YELLEN MARIO DRAGHI
Ma il calo del valore dell' euro non è dovuto solo alle mosse della Federal Reserve, ma anche a quelle della Bce. La Banca centrale europea è preoccupata dalla bassa inflazione nell' Eurozona e cerca di contrastarla aumentando la circolazione monetaria, attraverso immissioni massicce di liquidità. Perché lo fa? Di solito, un' inflazione bassa è un fatto positivo, perché i consumatori pagano meno i beni e i servizi che acquistano, perciò (a parità di reddito) il loro potere d' acquisto aumenta. Ma quando l' inflazione è troppo bassa, o diventa addirittura negativa e si capovolge in deflazione, per l' economia sono guai.
Una situazione del genere si verifica solo quando l' attività economica ristagna, pochi consumano e pochi investono; se questo succede, è facile che il fenomeno incancrenisca, perché la carenza di investimenti deprime l' occupazione, e questo, a sua volta, deprime un altro po' i consumi, in una spirale senza fine.
È per questo che la Bce cerca di far risalire l' inflazione, con l' obiettivo dichiarato di riportarla a un livello vicino (ma inferiore) al 2%, considerato un bene per l' economia. Finché continua questa situazione, coi tassi europei fermi e quelli americani che aumentano (perché l' economia degli Stati Uniti cresce senza bisogno di stimoli e l' inflazione è già prossima al 2%), l' euro si indebolirà sul dollaro.