GABANELLI SMONTA LA GRANDE TRUFFA DI SIENA – SE LA PROCURA DI MILANO DICE CHE IL BILANCIO MPS DEL 2009 NON È A POSTO, QUINDI NON VANNO BENE NEMMENO I BILANCI FATTI FINO AD OGGI PERCHE’ I BTP SUL DERIVATO ALEXANDRIA NON CI SONO - PERCHÉ LA CONSOB HA AUTORIZZATO UN AUMENTO DI CAPITALE DI COMPLESSIVI 8 MILIARDI CON BILANCI COSÌ “OPACHI”? AH SAPERLO….

Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera

monte-dei-paschi-di-siena-sedemonte-dei-paschi-di-siena-sede

 

Pochi giorni fa si è completato l’aumento di capitale di tre miliardi di euro di Mps, e si chiude così il ciclo di Alessandro Profumo, chiamato insieme a Viola per risanare la banca che alla fine del 2011 metteva in chiaro una perdita di 4,7 miliardi di euro. 


Il calvario iniziava con un prestito ponte di 2 miliardi della Banca d’Italia, a cui si aggiungevano i 4 miliardi di Monti bond. In un mondo normale un simile disastro sarebbe finito con il commissariamento della Banca e la sua temporanea nazionalizzazione. È andata così anche nella liberista Inghilterra con Royal Bank of Scotland, ed i Monti Bond, approvati dalla Commissione Europea, erano strutturati proprio per questo fine. Ma non siamo in Inghilterra, e tutti i protagonisti entrano in scena e giocano la loro parte in atti. 


È il 2010: gli ispettori della Banca d’Italia si accorgono che c’è un grosso problema di rischi per Mps dietro alle operazioni fatte con Nomura e Deutsche Bank per 5 miliardi di euro, si tratta dei derivati Alexandria e Santorini. Il fatto viene portato a conoscenza della Consob a luglio del 2011 attraverso un esposto anonimo ricco di elementi molto circostanziati. La Banca d’Italia torna in ispezione nel settembre del 2011 e scopre che si tratta senza dubbio di derivati e che ci sono problemi sul bilancio di Mps tanto da informarne nel 2012 la Consob, che su questi aspetti è competente.

alessandro profumoalessandro profumo

 

La questione è grave, dal momento che nel bilancio non c’è traccia di derivati, al loro posto ci sono titoli di stato italiani, dei Btp. Sempre in un mondo normale, l’autorità di vigilanza avrebbe dovuto accendere una luce rossa, e i nuovi manager affrontare il problema. Invece non succede nulla e lo spettacolo continua. Profumo e Viola, a ottobre 2012, hanno bisogno di «scoprire» delle carte in una cassaforte e di portarle alle Autorità.

 

Solo con quelle carte infatti si poteva «capire» quello che la Banca d’Italia aveva scoperto in ispezione (cioè leggendo carte di Mps) e già segnalato alla Consob mesi prima. Intanto il valore delle azioni di Mps precipita e gli investitori sono allo sbando senza informazioni chiare e veritiere. 

FABRIZIO VIOLA jpegFABRIZIO VIOLA jpeg


La prima ammissione spunta a gennaio 2013: un comunicato stampa rivela che ci possono essere perdite sui derivati Alexandria e Santorini e le mette in relazione alla necessità di prendere 500 milioni di euro in più di Monti bond.

 

Ma la Consob si guarda bene da chiedere a Mps di mettere a posto il bilancio ed evidenziare che i Btp per svariati miliardi di euro non ci sono. A marzo la Consob porta in campo anche Bankitalia e Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) per una comunicazione di sistema in cui si dà spazio a originali pratiche contabili funzionali a non rendere chiara la situazione di Mps.

 

È in questa atmosfera opaca che nel giugno 2014 e poi ancora nel giugno 2015 Mps raccoglie ben 8 miliardi di euro. 

GIUSEPPE MUSSARI CON IL SUO AVVOCATO FABIO PISILLO ALLARRIVO IN PROCURA A SIENA jpegGIUSEPPE MUSSARI CON IL SUO AVVOCATO FABIO PISILLO ALLARRIVO IN PROCURA A SIENA jpeg


Mentre proprio nel 2014 la Bafin — la Consob tedesca — mette sotto esame il bilancio di Deutsche Bank su Santorini e la obbliga a scrivere che si tratta di derivati, noi forziamo la mano dicendo che nei prospetti è tutto a posto così.

 

Anche la Bce, quando fa gli stress test a ottobre del 2014, non fa passare Mps, nonostante il già avvenuto aumento di capitale di 5 miliardi, e riconosce che sono derivati e non Btp, che ci sono perdite e che serve un altro aumento di capitale. Non si muove foglia. Passa poco tempo e la Bce si pronuncia di nuovo: quelle operazioni vanno chiuse ad ogni costo e quanto prima. Ma perché questa premura della Banca Centrale europea? Se i bilanci sono veri, non è tutto sotto controllo? O sarà perché da novembre 2014 la vigilanza su Mps la vede coinvolta, e i burocrati europei non ne vogliono sapere di avere sul groppone bilanci falsi?

 

ANTONIO VIGNI GIUSEPPE MUSSARI FOTO ANSAANTONIO VIGNI GIUSEPPE MUSSARI FOTO ANSA

Chiaro, se l’operazione si chiude c’è un problema in meno. Non a caso a dicembre 2013, ad ogni costo, Profumo e Viola avevano chiuso Santorini con Deutsche Bank. Certo, se ci fosse stata nel 2011 una temporanea nazionalizzazione, chiudere la partita di Alexandria con Nomura (e anche con Deutsche) sarebbe stato più facile, perché era lo Stato italiano a negoziare il saldo di «operazioni sporche». Ora, invece, chi detterà le condizioni? Profumo che si trova fra capo e collo l’ordine della Bce di chiudere al più presto, o Nomura? Quanto si mangerà dell’ultimo aumento di capitale? 

PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI


E poi c’è la partita che si giocherà in Tribunale. La Procura di Milano, con riferimento al bilancio del 2009, in un suo atto di conclusione delle indagini di inizio aprile 2015, su Alexandria dice che i Btp non ci sono. Se non c’erano nel bilancio del 2009, è difficile che si siano materializzati in quello attuale. Allora come fa la Consob a cavarsela limitandosi a dire nel prospetto dell’ultimo aumento di capitale che «ci sono accertamenti in corso»?

 

Premio Guido Carli Roberto Rocchi Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Roberto Rocchi Giuseppe Vegas

Quanto tempo ci vuole per chi vigila sui mercati, ed ha i poteri delle Procure, a vedere se aveva ragione la Procura o Mps? Perché se la Procura sbaglia, bene per gli indagati, Mussari &co., ma se non sbaglia allora ci sono problemi in tutti i bilanci da lì in avanti, poiché anche le pratiche contabili di sistema si basano sul presupposto che i Btp siano stati negoziati. Il sipario dovrebbe calare su tutti, con buona pace del risparmio nazionale. 


Infine: i due autorevoli commissari in più, decisi dal Governo per legge l’estate scorsa, e che dovevano arginare la deriva monocratica di Vegas, che fine hanno fatto? 

 

Ultimi Dagoreport

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…

zuppi sinodo claudio giuliodori ruini bergoglio

DAGOREPORT – ATTENZIONE: SI AGGIRANO CORVI SUL CUPOLONE – CON BERGOGLIO ANCORA CONVALESCENTE, L’ALA CATTO-CONSERVATRICE DI RUINI SI È “VENDICATA” SUL LIBERAL ZUPPI: SUL DOCUMENTO NON VOTATO DALL’ASSEMBLEA SINODALE CI SAREBBERO INFATTI LE MANINE DELL’EX CAPO DELLA CEI AI TEMPI DI BERLUSCONI. COME? NEL PORTARE A SINTESI I TEMI DISCUSSI NEL LUNGO CAMMINO SINODALE, SONO STATI SBIANCHETTATI O “AGGIRATE” QUESTIONI CRUCIALI COME IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA, LA TRASPARENZA SUGLI ABUSI E L’OMOSESSUALITÀ. PIÙ DI UN VESCOVO HA CRITICATO L’ASSENZA NEL TESTO DELLA SIGLA “LGBTQ” – LA MIGLIORE SPIEGAZIONE SUL CAMBIO DI CLIMA LA DA' UN PORPORATO ANZIANO: "ANNI FA, ALLA FINE AVREMMO ABBOZZATO E VOTATO..."

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CERCASI DISPERATAMENTE TALE MELONI GIORGIA, DI PROFESSIONE PREMIER, CHE DEFINIVA “UN’OPPORTUNITÀ” LA MANNAIA DEL DAZISTA TRUMP - DOVE È ANDATA A NASCONDERSI L’’’ANELLO DI CONGIUNZIONE’’ TRA AMERICA FIRST E L’EUROPA DEI "PARASSITI?" A CHE È SERVITA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON LO PSICO-DEMENTE DELLA CASA BIANCA CHE CINGUETTAVA: “MELONI È UN LEADER E UNA PERSONA FANTASTICA”? - CHE FOSSE TAGLIATA FUORI DAI GIOCHI, LA REGINA DI COATTONIA DOVEVA FICCARSELO IN TESTA QUANDO L’ALTRO GIORNO HA CHIAMATO URSULA PER SCONGIURARLA DI NON RISPONDERE CON I CONTRO-DAZI AL TRUMPONE. LA KAISER DI BRUXELLES LE HA RISPOSTO CON PIGLIO TEUTONICO CHE LA DECISIONE FINALE SULLA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE APPARTIENE SOLO A LEI. COME A DIRE: "A COSETTA NON T’ALLARGA’, QUI COMANDO IO!" - ED ORA “IO SONO GIORGIA” SI TROVA A DOVER AFFRONTARE UNA GUERRA COMMERCIALE CHE TOCCA MOLTO DURAMENTE LA SUA BASE ELETTORALE, E NON SOLO QUELLA CHE VIVE DI EXPORT, COME AGRICOLTURA, LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, I TESSILI. UN BAGNO DI SANGUE E, IN PROSPETTIVA, UNA CATASTROFE POLITICA…