LA “RYLE’S LIST” DEI SUPEREVASORI FA TREMARE IL PIANETA (ALLA RADICE UN SISTEMA MONETARIO FALLITO)

Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"

Su il sipario. Ecco la multinazionale dell'imbroglio fiscale. La sua fisionomia, il suo capitale sottratto alle dichiarazioni patrimoniali ufficiali, che secondo lo studio di James S. Henry - l'ex capo economista di McKinsey - ammonterebbe a una cifra compresa fra i 21 mila e i 32 mila miliardi di dollari («pari alla ricchezza prodotta da Stati Uniti e Giappone»), il suo modus operandi, con la mappa dell'evasione mondiale negli ultimi trent'anni, sono in una scatola nera, l'«hard disk» di un computer che Gerard Ryle, direttore del Consorzio Internazionale dei Giornalisti d'Inchiesta (l'Icij di Washington), ha ricevuto per posta qualche tempo fa.

Vale più di mille miniere d'oro messe insieme: 260 gigabyte, 2,5 milioni di documenti archiviati con i nomi e le attività di 120 mila società offshore, con l'identità dei 130 mila titolari di conti cifrati (per ora 200 italiani, in compagnia ad esempio di Jacques Augier, il tesoriere della campagna elettorale di François Hollande, o di Maria Imelda Marcos, la figlia dell'ex presidente filippino, o della baronessa spagnola Carmen Thyssen-Bornemisza che ha utilizzato i suoi «risparmi occulti» per comperarsi un Van Gogh all'asta, «Il mulino ad acqua a Gennep»), conti cifrati nascosti alle Isole Vergini britanniche, alle isole Cook, alle Cayman, nel Liechtenstein, poi con la ragnatela dei movimenti e delle ricchezze depositate, infine con le banche (citate la Ubs, la Deutsche Bank con 309 società di comodo, la Clariden controllata dal Credit Suisse) che «hanno lavorato aggressivamente per fornire ai propri clienti le compagnie dei paradisi fiscali coperte dal segreto». Centosettanta nazioni coinvolte: le nazioni unite della frode fiscale.

Gerard Ryle, che investigava sullo scandalo australiano della «Firepower International», si è ritrovato questo tesoro sulla scrivania, ha chiamato a raccolta 86 giornalisti del suo consorzio (46 Paesi, Leo Sisti per l'Italia) e ha messo in piedi un pool di 38 testate sparse per i continenti (dal Washington Post al Guardian e a Le Monde, partner italiano l'Espresso) per leggere quei file e per ricomporre in 15 mesi il mosaico dell'evasione fiscale.

Così, il risultato è che diventa di dominio pubblico la lista infinita dei furbi, furbetti e furbastri, o presunti tali, che, grazie a migliaia di «maghi consulenti» e di professionisti dei giochi di prestigio illegali in Europa o in America, in Asia o in Oceania, hanno occultato i loro veri patrimoni e ne hanno anonimamente disposto per lo shopping personale (case, barche, quadri).

Di mezzo, avverte il rapporto del Consorzio dei giornalisti investigativi, c'è un'umanità varia: «Medici e dentisti americani, la middle class della Grecia, i furfanti di Wall Street, despoti, oligarchi, manager, trafficanti d'armi». Oltre a commercianti di diamanti indiani, dirigenti del colosso Gazprom, ultramilionari inglesi, tedeschi e francesi, funzionari dei governi del Canada, dell'Azerbaigian, del Pakistan, delle Filippine, del Venezuela. E naturalmente figure di discreta caratura della politica internazionale, potenze nei loro Paesi.

Adesso, come se si conficcasse uno spillo alla volta per rendere la vicenda più dolorosa, escono a spizzichi e bocconi i nomi. Siamo all'inizio. Fra i 200 italiani, rivela l'Espresso che compaiono Gaetano Terrin («all'epoca commercialista dello studio Tremonti»), Fabio Ghioni, hacker dello scandalo Telecom, i commercialisti Oreste e Carlo Severgnini. Si affiancano a gente come il presidente azero Aliyev, il primo ministro della Georgia Bidzina Ivanishvili, l'ex ministro delle Finanze della Mongolia Sangajav, Olga Shuvalova moglie di Igor Shuvalov (l'ex vice primo ministro russo), l'ex cantante americana Denise Rich, ex moglie di Marc Rich accusato di frode e perdonato da Clinton nell'ultimo giorno di presidenza. La company globale dell'evasione. «Che ci diano i documenti» reclama il ministro delle Finanze di Berlino. Si prepara a bastonare i suoi connazionali dell'offshore?

 

 

paradiso fiscale paradisi-fiscaliISOLE CAYMAN jpegFrancois Hollande yp42 carmen cervera vedova thyssenliechtensteinusa marc rich

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME