Massimo Martinelli per Il Messaggero
La supermazzetta da venti milioni passò nei forzieri di banche diverse, prima di finire nelle tasche di Guido Haschke e di Carlo Gerosa, i due mediatori che «facilitarono» l'accordo tra l'Agusta Westland di Giuseppe Orsi e il governo indiano. La storia è quella che ha portato in carcere l'ormai ex numero uno di Finmeccanica, che stamane dovrà difendersi davanti al gip di Milano: dodici elicotteri Agusta Westland modello AW 101, per circa 556 milioni.
GIUSEPPE ORSIDi quei soldi, però, almeno venti milioni tornarono in Italia per ungere gli ingranaggi che si erano incastrati a dovere al momento di decidere che Agusta Westland aveva un prodotto migliore dei Sikorsky americani, degli EH-101 inglesi e dei Mi 172 dell'azienda russa Rosoboronexport. Ma il bando di appalto emesso dal ministero della Difesa vietava espressamente che le società concorrenti pagassero «mediazioni», cioè somme di denaro per facilitare l'aggiudicazione della maxi commessa.
agusta westland il gioiellino di BerlusconiESTERO SU ESTERO
Giuseppe Orsi, almeno secondo la procura di Busto Arsizio ignorò il divieto. E adesso che le procedure seguite da Agusta sono venute alla luce anche in India, il ministero di New Delhi ha fatto sapere proprio ieri che intende annullare il contratto e richiedere la restituzione di quanto pagato finora. Perché che sia stata pagata una maxitangente per quell'appalto, ormai sembra provato documentalmente.
Ad esempio dalle intercettazioni ambientali che i Carabinieri del Noe depositato a supporto dell'ordinanza di arresto per Orsi: «Di estremo interesse - si legge nel documento - sono le telefonate da dove si comprende che i pagamenti di 20 milioni di euro di Agusta Westland a favore di Haschke e Gerosa per l'intermediazione della vendita dei dodici elicotteri all'India, vengono fatto a favore di società tunisine gestite dai due svizzeri Haschke e Gerosa e poi dalla Tunisia rilanciati verso l'India e le Mauritius a favore della società Aeromatrix.
LOGO AGUSTA WESTLANDFRODE FISCALE
Giuseppe Orsi ha già fatto sapere che proverà a giustificare quello che gli viene contestato con la necessità di favorire l'interesse economico del paese. Ma ora dovrà vedersela con un'altra accusa. Perché quei venti milioni di euro che sono rientrati in Italia attraverso la complessa triangolazione tra Tunisia e India, per poi finire in parte alle Mauritius, sono stati completamente nascosti al fisco. Si legge infatti nelle carte che «furono indicate dal 2007 al 2011 passività per operazioni oggettivamente inesistenti che risultavano invece compiute da due società, la Ids India e la Ids tunisina. Fatture destinate - per il gip - a coprire l'elargizione di somme di denaro destinate a consulenti e a remunerare i pubblici funzionari corrotti».
CONVERTIPLANO
Dagli atti emerge anche l'attitudine di Haschke e Gerosa ad inventare «affari» per guadagnare tangenti. Come quando pensarono di piazzare in India anche un velivolo ibrido, per metà elicottero per metà aereo, il «Convertiplano». Li fermò Luciano Fava, responsabile Alenia India: «Ne hanno sviluppato anche uno alla Bell americana e l'hanno adoperato i Marines. E poco tempo dopo li hanno messi a terra perché pericolosi e troppo cari da adoperare».