LA LUNGA VITA DOLCE DI MICHELE FERRERO RACCONTATA IN UNA RARISSIMA INTERVISTA - A QUARANT’ANNI, GIA’ RICCO DI MILIARDI, MA SCONOSCIUTO AI PIU’, SPIEGA LE RAGIONI DEL SUCCESSO: “HO INVENTATO LA CIOCCOLATA DEI POVERI”

Il “lavoro” duro di pasticciere ereditato nella sua citta’, Alba, dal padre e dallo zio. “Con il gianduiotto-pastone – ricorda – abbiamo creato il “dolce degli umili” consentendo a milioni di italiani di far festa non soltanto nei giorni di festa”…

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La famiglia Ferrero Il fratello Giovanni il padre Michele la madre Maria Franca la vedova Luisa La famiglia Ferrero Il fratello Giovanni il padre Michele la madre Maria Franca la vedova Luisa

(Nel 1966 la casa editrice Mursia dava alle stampe “Miliardari in borghese” in cui lo scrittore e giornalista Alfredo Pigna raccoglieva le interviste ai potenti e beneficiari del Miracolo economico italiano. Tra gli altri, Gianni Agnelli, Enrico Mattei, Pininfarina, Giovanni Borghi, Carlo Faina, Enzo Ferrari e Carlo Faina. “Questa galleria di ritratti è un ottimo esempio di ottimo giornalismo moderno”, scrive nella prefazione al volume Dino Buzzati.

 

E tra i “pezzi grossi” incontrati da Pigna c’è Michele Ferrero, scomparso a Montecarlo l’altro giorno. Qui sotto pubblichiamo alcuni stralci di quel colloquio forse trattandosi di una delle rarissime interviste concesse dall’uomo che, nel dopoguerra, con i suoi prodotti ha consentito a milioni di persone di “far festa” non soltanto la domenica e nei giorni festivi)

MICHELE E PIETRO FERRERO MICHELE E PIETRO FERRERO

 

 

“Miliardari in borghese” di Alfredo Pigna

 

Nei giorni successivi controllai.

Risultato: Michele Ferrero vale la bazzecola di cinquanta miliardi l’anno di fatturato solo in Italia (tanti quanti ne dichiara la Innocenti delle Lambrette, delle IM3 e delle Mini-Minor), la sua società produce 600 mila quintali l’anno di prodotti i quali vengono distribuiti a 250 mila rivenditori dei suoi duemila automezzi. Insomma Ferrero Michele, nato a Dogliani il 26 aprile 1925, è il re dei dolci, delle caramelle e dei prodotti al cioccolato…”

PIETRO E MICHELE FERRERO PIETRO E MICHELE FERRERO

 

Mi avevano detto che Ferrero è un uomo schivo e timido (…) ma  Ferrero è un giovanotto col fisico da play boy e con le tasche piene di miliardi…

La cosa più sorprendente è stata la rapidità con cui la Ferrero si era ingrandita e il suo successo: solo Miracolo economico?

 

“Non lo so. Non lo sappiamo neppure noi. Il merito però, è bene che glielo dica subito, è tutto di mio padre e di mio zio. Hanno lavorato sodo. Non credo si possa lavorare di più di quanto hanno fatto loro e, sotto molti aspetti, sono stati dei precursori (…) il sistema di distribuzione, per esempio. Fu un’intuizione magnifica. Pensi noi trattiamo col singolo cliente …”.

 

Michele Ferrero Michele Ferrero

Gli chiedo: la storia della Ferrero è quasi incredibile. Nell’immediato dopoguerra suo padre Pietro Ferrero, era soltanto un pasticciere di Alba con qualche operaio e la fama, poco più che cittadina, di essere il fabbricante del “pastone”.

Poi improvvisamente il boom. Com’è successo?

“Ecco, il pastone! Sa cos’è?”

Credo di sì, una specie di gianduiotto allungato. Cacao e nocciole, suppongo. So che lo chiamavano il cioccolato dei poveri.

 

Michele Ferrero insieme ai figli Giovanni (a sinistra) e Pietro (a destra) Michele Ferrero insieme ai figli Giovanni (a sinistra) e Pietro (a destra)

“…Io, direi, il dolce degli umili. E mi creda, non faccio della retorica. Lei ricorderà, prima, durante e dopo la guerra che cosa volesse dire, per una quantità infinita di gente, mangiare il dolce. Milioni di persone avevano la possibilità di assaggiarne soltanto nelle grandi feste. A quanti bambini le mamme dicevano: se fai il buono domenica ti compro i cioccolatini, le caramelle?”.

 

“Bene: mio padre, fin dal 1925 inventò il pastone, una specie di gianduiotto, che era molto buono, ma che costava poco. Mio padre e mio zio Giovanni, pensavano che i migliori clienti nostri, clienti di un dolce, sarebbero diventati quelle migliaia di operai, di muratori, di carpentieri, di contadini che all’ora della colazione erano soliti acquistare qualche pomodoro e un po’ di formaggio da mettere in mezzo alla pagnotta. E se – pensarono mio padre e mio zio – noi gli diamo la possibilità di far merenda con un dolce che costi eguale, o anche meno di quel che acquistavano prima? Ebbero ragione (…) su quel pastone è nata la Ferrero”.

Michele Ferrero Michele Ferrero

 

Ferrero è sposato da quattro anni a Maria Franca Fissolo. Ha due figli maschi…

“Non indaghi nell’albero genealogico di mia moglie. Era una nostra impiegata, mia moglie, brava interprete e traduttrice. Preziosissima (…) Mi dispiace, temo che la mia vita privata non le offrirà molti spunti per il suo lavoro (…)

 

Vacanze? Andorra sui Pirenei: pace quante ne vuoi, poi non è lontana da Lourdes. Ogni anno la nostra società organizza per i suoi dipendenti un pellegrinaggio a Lourdes (…)”.

“…Lei potrà giudicarmi squallido personaggio e a volte io penso, con onestà, a tutto questo. Ma il fatto è che soltanto il lavoro ha la capacità di assorbirmi totalmente (…)”

La famiglia Ferrero Il fratello Giovanni il padre Michele la madre Maria Franca la vedova Luisa La famiglia Ferrero Il fratello Giovanni il padre Michele la madre Maria Franca la vedova Luisa

 

Lei non ha hobbies, il suo divertimento è il lavoro, la sua vita è la Ferrero (…) mi dica allora qual è il suo sogno?

“Non ride se glielo dico? Bene, che si accorgano che vivo di lavoro e che mi facciano cavaliere del lavoro”.

 

 

 

 

 

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