elliott tim paul singer puyfontaine bollore

MA LA CONSOB QUANDO SI SVEGLIA? - I CONSIGLIERI DI MINORANZA DI TIM VOGLIONO PRESENTARE UN ESPOSTO ALL'AUTHORITY SOSTENENDO CHE, CON LE DIMISSIONI DEGLI 8 MEMBRI DEL CDA (TRA CUI IL PRESIDENTE DE PUYFONTAINE), VIVENDI HA DIMOSTRATO DI AVERE IL CONTROLLO DI TIM NON SOLO “DI FATTO” MA ANCHE “DI DIRITTO”. UNA TESI QUESTA CHE POTREBBE ANCHE COSTRINGERE I FRANCESI (CUI FA CAPO IL 24% DEL CAPITALE) A...

Maddalena Camera per “il Giornale”

 

ARNAUD DE PUYFONTAINE

Consob alza il livello di guardia dopo che Vivendi ha fatto «decadere» il cda di Telecom Italia come risposta all' attacco sferrato dal fondo Elliott. E gli stessi consiglieri di minoranza non dimissionari potrebbero presentare un esposto proprio all' Authority sostenendo che, con le dimissioni degli 8 membri del cda avvenute giovedì (tra cui il presidente Arnaud de Puyfontaine, che è anche ad di Vivendi), il gruppo francese ha dimostrato di avere il controllo di Tim non solo «di fatto» ma anche «di diritto». Una tesi questa che, se portata alle estreme conseguenze, potrebbe anche vedere i francesi (cui fa capo il 24% del capitale) costretti a promuovere una offerta pubblica su Tim.

DE PUYFONTAINE BOLLORE

 

Non solo, lo stesso Elliott - secondo indiscrezioni - starebbe valutando un' azione contro gli amministratori di Tim se dovesse emergere che sono venuti meno ai loro doveri. Per gli analisti, dietro alla mossa di Vivendi c' è l' obiettivo di «spostare il confronto in assemblea dalla governance al management». La lista dei francesi dovrebbe infatti riproporre Amos Genish come ad, verso cui Elliott aveva aperto una linea di fiducia. Elliott ora dovrà individuare un nuovo ad capace di portare avanti la sfida della nuova rete.

 

paul singer fondo elliott

Dietro la mossa di Vivendi, ci potrebbe poi essere il tentativo di «allontanare» Assogestioni da Elliott, affinché non si coalizzino in assemblea. Il fondo Usa però dovrà studiare bene le possibilità di alleanza con Assogestioni, dato che, per prassi, l' associazione presenta una lista di soli indipendenti non destinati a assumere deleghe operative. Vivendi invece presenterà dieci candidati e, anche se battuta, potrà nominare cinque consiglieri di minoranza.

 

L' azzeramento del vertice Tim ordito direttamente dal patron di Vivendi, Vincent Bollorè, è stata giudicata un' azione «cinica ed egoista» dal fondo Usa che voleva sostituire sei consiglieri espressi dai francesi con altrettanti suoi nell' assemblea del 24 aprile. Il fondo ha detto di «non essere sorpreso di vedere le dimissioni di sette membri del board collegati a Vivendi. Incapace di avanzare argomenti validi, il cda ha semplicemente abbandonato il proprio posto per prendere tempo. Ma l' azione ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom di esprimere il proprio voto alla prossima assemblea». Elliott ha anche ricordato di aver investito nel gruppo tlc fin dal 1999 e che l' approccio verso Tim è coerente con quello di altri suoi investimenti.

 

TIM

Come atteso, Franco Bernabè è stato intanto nominato vice-presidente con deleghe sulla sicurezza e su Sparkle, incarichi prima affidati a Giuseppe Recchi. L' assemblea del 24 aprile a questo punto si limiterà ad approvare il bilancio 2017 e a rinnovare il collegio sindacale mentre l' elezione del cda avverrà con una nuova assemblea convocata per il 4 maggio. Resta la preoccupazione anche tra i sindacati per il drastico piano esuberi firmato da Genish.

 

La tensione rimane quindi alle stelle e ieri Tim ha contenuto le perdite all' 1% in Borsa, anche perché Elliott ora dovrebbe incrementare la sua quota (5,74%) per garantirsi la vittoria in assemblea. Per gli analisti di Jefferies le dimissioni dei consiglieri e la decadenza del cda significa che «Vivendi prende la minaccia di Elliott alla governance di Tim molto seriamente. Crediamo che Elliott e i suoi sostenitori restino ben posizionati per assicurarsi che il cda dopo l' assemblea del 4 maggio non sarà controllato da Vivendi».

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”