MALACALZA NON VUOLE FAR LA FINE DEL A-POLLO - L'IMPRENDITORE SI PRENDE LA MAGGIORANZA (RELATIVA) DI CARIGE, E VA ALL'ATTACCO DEI VECCHI VERTICI CASTELBARCO E MONTANI. MA ANCHE DEL FONDO APOLLO, CHE PUNTA AI CREDITI DETERIORATI E AL CONTROLLO DELLA BANCA - TITOLO -73% IN UN ANNO
Camilla Conti per “il Giornale”
Assente a sorpresa l'amministratore delegato, Piero Montani. «Per problemi di salute» è stata la giustificazione ufficiale. Presente Vittorio Malacalza che Montani ha di fatto licenziato, insieme con il presidente Cesare Castelbarco. È iniziata così ieri mattina ai Magazzini del cotone del Porto Antico di Genova l'assemblea di Carige sul rinnovo dell'intero cda e il bilancio 2015. E si è subito scaldata.
Non tanto per le dichiarazioni di voto dei piccoli soci delusi (che comunque hanno espresso la loro collera per aver comprato «azioni che costavano 3,70 euro e ora valgono 50 centesimi») quanto per l'intervento dell'azionista di maggioranza Malacalza Investimenti che possiede il 17,6% e si è alleato con la Fondazione in un patto di sindacato che vale il 19,5% del capitale. Il patron Vittorio è rimasto seduto in platea, prima fila, tra i figli Davide e Mattia. In sua vece sul palco è salito l'avvocato Vincenzo Mariconda, leggendo un lungo messaggio. Durissimo.
Nel mirino, l'ormai passata gestione Montani-Castelbarco perché è mancata «una rinnovata cura ai rapporti con la clientela e le imprese» nonché «un'attenta politica di riduzione e contenimento dei costi». Anche i risultati economici - ha aggiunto Mariconda - sono stati «molto deludenti» e «inadeguati alla potenzialità della banca» nonostante l'afflusso di nuovo capitale per circa 1,6 miliardi: questo risultato negativo «non può essere attribuito a una leadership gestionale cessata ormai da tre anni», ha sottolineato l'intervento dei Malacalza con chiaro riferimento alla vecchia gestione Berneschi.
Di qui il bisogno di una forte discontinuità «che si impone anche alla luce di due diversi episodi di enorme gravità». Il riferimento è alla rettifica dei dati di bilancio 2015 dopo solo tre settimane dalla loro approvazione (un rosso di 101,7 milioni, rispetto ai 44,6 milioni comunicati al mercato il 1 febbraio). Ma soprattutto «allo sconcerto» per le anticipazioni a mezzo stampa (prima di arrivare al destinatario sostanziale, ovvero il cda nominato solo ieri) dell'offerta del fondo Apollo che punta ad acquistare i crediti in sofferenza di Carige ed entrare così in banca con una quota superiore al 50% con un aumento di capitale riservato per 550 milioni.
Cesare Castelbarco Albani presidente di Carige
«Non meno sconcertanti», sarebbero infine le «illazioni» sul presunto sostegno della Bce nei confronti della proposta di Apollo perché la banca centrale «non può farsi sponsor della proposta di un fondo relativa alla cessione di cespiti del patrimonio di Carige». Proposta «che oltretutto non risulta sia il frutto di una comparazione di mercato».
Alla fine, ieri l'assemblea ha eletto il nuovo cda di 15 membri: la lista di Malacalza Investimenti ha ottenuto la maggioranza (il 55% delle azioni presenti), guadagnando 10 posti tra cui quello del presidente Giuseppe Tesauro e del suo vice, che sarà lo stesso Vittorio Malacalza. Il primo Consiglio della nuova gestione si riunirà lunedì 4 aprile. E sul tavolo, oltre alla nomina dell'ad (i Malacalza hanno proposto Guido Bastianini), ci sarà l'offerta del fondo Apollo.
Giovanni BerneschiGiovanni BerneschiPIERO MONTANI