MENTRE I POLITICI SPARANO CAZZATE, ASSALTO FINALE ALLA CDP

Giorgio Meletti per "Il Fatto Quotidiano"

Il sonno della politica genera mostri. Come la Cassa Depositi e Prestiti, 300 miliardi di euro di denaro pubblico su cui le Fondazioni bancarie stanno definitivamente imponendo il suo controllo. Prima approfittando della sobria complicità del governo Monti. Adesso sfruttando il caos post-elettorale.

Mentre i parlamentari a 5 stelle si apprestano a contare le caramelle di Montecitorio e quelli del Pd sognano governi impossibili, un drappello di sopravvissuti di Prima e Seconda Repubblica acquisisce un potere economico paragonabile all'Iri dei tempi d'oro. L'ultimo colpaccio l'hanno messo a segno l'altro ieri. La Banca d'Italia ha ceduto al Fondo Strategico Italiano, braccio operativo della Cdp, il 4,5 per cento delle Assicurazioni Generali. Così la Cdp si trova a essere il secondo azionista del gigante europeo delle polizze.

Il leader e profeta di questo contro-potere è Giuseppe Guzzetti, 78 anni: presidente della Regione Lombardia dal 1979 al 1987, poi deputato Dc, è da 16 anni presidente della Fondazione Cariplo, terzo azionista della prima banca italiana, Intesa Sanpaolo. Primo azionista dell'istituto milanese è un'altra fondazione, la Compagnia di San Paolo, alla cui testa è stato sistemato l'ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.

E chi è il secondo azionista di Intesa? Le Generali di cui sopra. E chi è l'amministratore delegato della Cdp? Giovanni Gorno Tempini, ex manager di Intesa nonché pupillo del presidente della banca Giovanni Bazoli, che sta per farsi rieleggere, nonostante gli 80 anni compiuti, dai suoi fedeli azionisti: Guzzetti, Chiamparino e Generali.

Questi irriducibili stanno arpionando una ricchezza immensa. Il pacchetto delle azioni Generali completa un bouquet di partecipazioni tra le quali spiccano il controllo dell'Eni, di Terna, della Snam, della Sace, della Simest e della Fintecna, che a sua volta possiede la Fincantieri. Le partecipazioni azionarie valgono 30 miliardi, un decimo del patrimonio gestito dalla Cdp. Che infatti è una banca, l'unica in Italia ad andare bene, forse perché finora non è stata gestita dai baroni della Fondazioni, sicuramente perché esercita una sorta di strozzinaggio di Stato.

Raccoglie il risparmio postale che vale 233 miliardi di euro (un quarto di tutti i depositi bancari) e viene pagato dalla Cassa al tasso del 2,7 per cento al lordo delle tasse e delle spese di Poste Italiane. Cdp impiega quei soldi "a sostegno della crescita del Paese". Per circa 90 miliardi li presta agli enti pubblici, soprattutto i Comuni, per mutui su cui impone tassi attorno al 4,5 per cento. Il resto finisce in titoli e liquidità. Pagando poco i risparmiatori e imponendo interessi esosi ai Comuni la Cassa ha guadagnato l'anno scorso 3,5 miliardi. E tra pochi giorni distribuirà agli azionisti un miliardo di dividendi.

Tutti pensano che la Cdp sia statale, però ha anche azionisti privati: le Fondazioni. Due economisti di scuola bocconiana come Roberto Perotti e Luigi Zingales sostengono che le Fondazioni bancarie, create nel 1990 dall'oggi aspirante presidente della Repubblica Giuliano Amato, sono il frutto di una "perversa genialità: dopo aver sottratto soldi ai cittadini (i legittimi proprietari delle vecchie casse di risparmio pubbliche), ora si presentano come i loro benefattori", vantando le generose "erogazioni" di finanziamenti ai momenti nobili della società civile (cultura, volontariato, assistenza ai più poveri).

In realtà, spiegano i due economisti che da tempo ne propugnano la ri-nazionalizzazione, le Fondazioni si sono impadronite di denaro pubblico ribattezzandolo privato. Il loro istinto è dunque di allungare le mani anche sul denaro della Cdp. Nel 2003 l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti ebbe l'idea di far diventare "privata" la Cassa, per nasconderci un po' di debito pubblico e non farlo risultare. Aveva bisogno di soci privati e li trovò nelle Fondazioni: acquistarono per un miliardo di euro azioni privilegiate della Cdp, facendo firmare allo Stato l'impegno a garantire un dividendo del 3 per cento più l'inflazione.

Ciò che lo Stato si guarda bene dal promettere ai chi compra i suoi Bot Tremonti lo concesse alle Fondazioni, che in questi dieci anni hanno ripreso in interessi il loro miliardo, alla media del 10 per cento all'anno di rendimento. L'accordo prevedeva però che a un certo punto l'azionista di minoranza convertisse le azioni privilegiate in ordinarie, versando un conguaglio.

Da quando è stata "privatizzata" la Cdp ha triplicato i suoi attivi patrimoniali e quadruplicato il suo patrimonio netto, la redditività, a spese dei risparmiatori, è esplosa. Così la Deloitte, incaricata di periziare il valore attuale della ditta, ha detto che le Fondazioni dovevano versare un conguaglio di 4,5 miliardi per la conversione delle loro azioni. Apriti cielo. Guzzetti, Chiamparino e Bazoli hanno messo il muso.

Subito si è mobilitato per accontentarli il presidente della Cdp, Franco Bassanini, deputato di vari partiti per 27 anni e quando era senatore di Siena lord protettore di Giuseppe Mussari, sposato con il vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta. Con la silenziosa complicità di un altro amico delle Fondazioni, il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, Bassanini ha pilotato una soluzione ottima: anziché 4,5 miliardi le Fondazioni ne pagheranno solo uno, in tre comode rate annuali corrispondenti ai dividendi incassati. In più una modifica dello statuto fa sì che ai "soci di minoranza" ora spetti la nomina del presidente della Cdp. Così Bassanini, solo indicato da Guzzetti per il primo mandato, sarà da lui rinnovato in modo diretto all'assemblea del prossimo 17 aprile.

Spetterà al prossimo governo, quando e se ci sarà, dare un parere su questo modo di gestire il denaro pubblico.

 

GIUSEPPE GUZZETTI resize chiamparino Giovanni Gorno Tempini Luigi Zingales Mussari Passera Bassanini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…