Paolo Bracalini e Gian Marco Chiocci per "il Giornale"
C'è la banda del cinque (per cento) e quella, più numerosa, del cento. Il cento per cento di fi¬ducia nell'operato dei vertici di banca Monte dei Paschi, anche da parte di chi, come i sindacati specie quelli più di sinistra co¬me la Cgil, di solito contestano e fanno muro contro il manage¬ment.
MONTE DEI PASCHI DI SIENAInvece con Mussari, Vi¬gni, e tutto il Consiglio del crack, che adesso alla banca co¬sterà mille posti di lavoro (cen¬to filiali da chiudere), il feeling dei sindacati è stato ecceziona¬le. «Esprimiamo grande soddi¬sfazione per l'operazione An¬tonveneta, che si inquadra per¬fet-tamente nelle strategie indu¬striali del gruppo e che mette al riparo Mps da speculazioni fi-nanziarie »(!)vergavano all'uni¬sono le segreterie di Cgil, Cisl e Uil nelle loro sigle bancarie, su¬bito dopo quella incredibile compravendita.
MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENALa Cgil nazionale offre ai suoi iscritti vantaggiose offerte di conti correnti e mutui presso il Monte dei Paschi, e addirittura c'è stato un cigiellino in Banca. Parliamo di Fabio Borghi, già se¬gretario provinciale della Cgil, per due anni nel consiglio della Fondazione Mps, poi consiglie¬re di Banca Mps fino al 2011, ora presidente della controlla¬ta «Monte Paschi leasing and factoring», e per inciso, marito di una consigliera del Comune di Siena. Ovviamente del Pd.
Insomma se per la Fiat il sin¬dacato è un osso duro con cui fa¬re lotta libera ad ogni passo, a Siena tutto filava liscio come l'olio della Val d'Orcia. Nessu¬no apriva bocca, se non per lo¬dare i magnifici vertici della Banca. Così anche il Pd, nella fi¬gura del sindaco di Siena, quel¬lo che D'Alema e Sposetti, te¬soriere Ds, raccon¬tano come il salvatore del Monte dei Paschi, quello che ha mandato via Mussari («Noi, e per noi intendo il Pd di Siena nella persona del sinda¬co Franco Ceccuz¬zi, Mussari lo abbia¬mo cambiato un an¬no fa, assieme a tutto il consiglio di ammini¬strazione del Monte dei Paschi. Questi sono fatti documentati»).
MUSSARI PROFUMO jpegCi sarebbe da preci¬sare che Mussari ha lasciato Mps nell'aprile del 2012 non perché qualcuno, tantomeno il Pd, lo abbia mandato via, ma perché gli scadeva il mandato e per statuto della banca non si possono fare più di due mandati, e Mus¬sari era già al se¬condo.
Ma torniamo al sindaco ed ex onorevole del Pd, Ceccuzzi, ricandidato sindaco nel¬le comuna¬li del pros¬simo mag¬gio a Siena (dopo aver fatto fuori alle prima¬rie il candidato sindaco renzia¬no, nel senso che non gliele han¬no fatte fare...). In una intervi¬sta del 30 dicembre 2011 alla Nazione , rivendicata oggi co¬me una prova della sua lotta per il cambiamento, il sindaco si li¬mitò a dire che «Mussari è in sca¬denza ». Prima, solo parole di grande stima.
FRANCO CECCUZZI«Il capolavoro di Antonveneta» era l'incipit del suo comunicato al popolo sene¬se a commento dell'operazio¬ne di Mussari: «Amici e anche colleghi deputati mi hanno chiesto un giudizio sul "blitz" della Banca Monte dei Paschi che, con abile discrezione, for¬te determinazione e coraggio, ha acquistato Banca Antonve¬neta. Gente ben diversa dai fur-betti del quartierino del 2005, quando all'assalto di Antonve¬neta non andarono i galantuo¬mini del Monte dei Paschi di Sie¬na, ma altri manager e uomini di affari che, a distanza di due anni, frequentano più i Tribu¬nali della Repubblica che Piaz¬za Affari». Una specie di profe¬zia. Da fare il paio con l'altra: «Dopo Antonveneta la Banca è sempre più solida». E meno ma¬le che i senesi non sono scara¬mantici.
Gabriello ManciniAnche il capo della Fondazio¬ne, Gabriello Monaci, sempre Pd ma parte cattolica (il manua¬le Cencelli senese dice che se ai Ds va la Banca allora alla ex Mar¬gherita va la Fondazione) si sperticava in applausi per quel¬la «opportunità unica per raffor¬zare il business della Banca».
Tutti evidentemente stregati dalle parole di Mussari e Vigni, presidente e direttore generale di MPS, che in una lettera a tutti i dipendenti di fine 2007 pro¬mettevano «nuove prospettive di crescita e valorizzazione pro¬fessionale » grazie all'acquisto di Antonveneta, operazione fat¬ta - scrivevano i due top mana¬ger- «dopo mesi di attenta valu¬tazione dei passi da compiere », e che lanciava la Banca in un fu¬turo roseo «anche grazie alla grande coesione interna, al gio¬co di squadra». Una grande squadra, quasi un partito.