NO CHRYSLER NO PARTY - SE MARPIONNE NON RIUSCIRÀ A BREVE A METTERE LE MANI SUL 41,5% IN MANO ALLA VEBA IL SOGNO AMERICANO DELLA FIAT RISCHIA DI DIVENTARE UN INCUBO

Ormai la parte europea del gruppo è sempre più una palla al piede dell'uomo con il pullover sgualcito, che salva i conti solo grazie agli utili Chrysler - Le vendite della 500 continuano a essere un disastro e non lì c'è propaganda che tenga, le previsioni di Marpionne hanno fatto flop...

Condividi questo articolo


Massimo Giannini per "Affari & Finanza - la Repubblica"

john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitanojohn elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano

Purtroppo per l'Italia e per la Fiat, il sogno americano di Sergio Marchionne sta diventando un incubo. L'impasse con Veba non si sblocca. L'acquisto del 41,5% delle azioni Chrysler in mano al fondo di proprietà del sindacato a stelle e strisce Uaw, che consentirebbe al Lingotto di arrivare al 100% della casa di Auburn Hills, è ancora lontano.

Lo ostacolano le divergenze sul prezzo della quota (intorno ai 5 miliardi secondo gli americani, non più di 3 secondo le stime dei torinesi) e le differenze sugli andamenti di mercato (eccellente la quota Usa, pessima quella italiana). E così la fusione si allontana, mentre si avvicina la prospettiva che nel frattempo Veba avvii con una Ipo la quotazione di Chrysler a Wall Street.

Se questo avvenisse, nei primi mesi del 2014, per Marchionne sarebbero guai. A fine aprile, insieme all'annuncio dei risultati finanziari del primo trimestre, il «ceo» dei due mondi dovrebbe rivedere l'aggiornamento al piano quinquennale. Nel frattempo i nuovi azionisti del colosso di Detroit potrebbero rinunciare in via definitiva alla fusione.

JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE jpegJOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE jpeg

Nessuno se lo augura. Ma bisogna pur fare i conti con la realtà. E la realtà dice purtroppo che ormai i rapporti di forza tra Torino e Auburn Hills, com'era prevedibile, si sono totalmente invertiti a vantaggio degli americani. Lo dicono i numeri di bilancio. Lo stallo finanziario e l'andamento del mercato pesano enormemente sulla parte Fiat del gruppo.

JOHN ELKANN E SERGIO MARCHIONNE FOTO REPUBBLICA jpegJOHN ELKANN E SERGIO MARCHIONNE FOTO REPUBBLICA jpeg

Nei primi nove mesi del 2013, su un totale di 2,4 miliardi di euro di utile di gestione, la parte non-Chrysler ne ha generati appena 177 milioni. A livello di risultato netto, l'utile totale di 655 milioni si trasforma in un passivo di oltre 700 milioni senza la parte Chrysler. Detta più brutalmente: senza la filiale americana di Detroit, quella europea di Torino non regge la competizione globale. Lo confermano i numeri del mercato.

A novembre le vendite di auto e veicoli commerciali di gruppo sono aumentate del 16% a 142.275 unità, il miglior risultato dal 2007. Peccato che questa tendenza positiva riguardi tutti i marchi del gruppo, tranne la Fiat. Il marchio Jeep ha registrato un boom del 30%, il marchio Ram Truck ha ottenuto una crescita del 25%, il marchio Chrysler ha registrato un incremento del 12%.

FIAT CHRYSLERFIAT CHRYSLER

Il marchio Fiat, per contro, ha incassato un meno 15%, precipitando a meno di 3 mila unità. Quello che preoccupa, a dispetto della trionfale propaganda del Lingotto, è la frenata della 500 (meno 41%), non compensata dall'arrivo di quasi un migliaio di nuove 500L. Per quello che vale, riporto un'esperienza molto personale. In cinque giorni di permanenza a New York, purtroppo non ho visto in giro un solo esemplare della mitica «utilitaria» di casa Fiat. Sono io che ho sbagliato occhiali, o è Marchionne che ha sbagliato i calcoli?

fiat 500fiat 500

 

fiat500 marchionne de meo lapfiat500 marchionne de meo lap

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT! MONTANELLI E FALLACI SCANSATEVE! AI GIORNALISTI DEL “CORRIERE DELLA SERA” SI INSEGNA A SCRIVERE IN MODO “INCLUSIVO” CON UN CORSO ON-LINE - L’ULTIMA FOLLIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO APPLICATA ALL’EDITORIA SERVIRA’ PER APPRENDERE UN “USO NON SESSISTA DELLA LINGUA ITALIANA” E PER “EVITARE L’USO DEL MASCHILE SOVRAESTESO”: IN PRATICA, IL MATTINALE DEI CARABINIERI RISULTERÀ IN FUTURO MOLTO PIÙ ACCATTIVANTE DEI TITOLI INCLUSIVI - SUL LAVORO BISOGNA EVITARE LE MICRO-AGGRESSIONI, TIPO L’UOMO CHE SIEDE A GAMBE SPALANCATE (LA DONNA MAI?) - PER NON FARSI MANCARE NULLA ARRIVANO LE INDICAZIONI SU COME CHIAMARE I NERI E I TRANS -INSOMMA, CONTINUANDO CON QUESTA FINTA E IPOCRITA “ECOLOGIA DEL LINGUAGGIO” POI NON LAMENTATEVI SE TRIONFA TRUMP!