ORA DOVE PORTEREMO I NOSTRI MILIONI?/2 CHIUSI I PARADISI FISCALI IN SVIZZERA E LIECHTENSTEIN, I FURBETTI ORA SCELGONO EMIRATI E ISOLE CAYMAN - CAPITOLA ANCHE MONACO: ACCORDO PER INIZIO MARZO

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

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La Svizzera è capitolata. Il Liechtenstein lo farà a giorni. Stessa cosa, a quanto si racconta nel Principato, accadrà per Monaco, dove attendono la firma dell’accordo bilaterale con l’Italia entro il 2 marzo. Che resta da fare a chi, in odio allo Stato e al Fisco, voglia ancora portare fondi all’estero? Digitate su Google «offshore bank account» e sarete accolti in un paradiso (si fa per dire) di offerte. C’è chi propone normalissimi conti di deposito, chi offre consulenza per portare soldi in banche di Paesi «politicamente stabili», chi tesse le lodi di Hong Kong e Singapore.

 

LE ROTTE DEI CAPITALILE ROTTE DEI CAPITALI

Sulla carta c’è l’imbarazzo della scelta. Secondo quanto raccontano i ben informati, dopo l’abbattimento dei confini fiscali con la Svizzera l’interesse degli italiani si concentra verso alcuni lidi: a parte la (finora) classica Monaco, Dubai negli Emirati, le Cayman, Macao, le Isole Vergini britanniche, già note per essere il luogo preferito dagli oligarchi cinesi. Attenzione però: dopo l’arrivo del famigerato «Fatca» americano e la decisione dell’Europa di unirsi nella lotta ai paradisi continentali, le cose non sono semplici nemmeno laggiù.

 

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«Il mondo sta cambiando», spiega un banchiere che ha lavorato fra Monaco e la Svizzera. «Aprire un conto personale in una banca europea o americana e depositarci fondi non dichiarati legalmente è difficile anche in una filiale offshore. Spesso, se c’è un sospetto, si fa una rapida verifica. Il rischio reputazionale è altissimo. Discorso diverso è depositare in banche di Paesi terzi o per chi fa uso di schermi societari». L’ultimo rapporto preparato per conto del Congresso americano - è del 15 gennaio - conta ancora una lunghissima lista di Paesi classificati come paradisi fiscali.

 

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In tutto sono 49, alcuni dei quali nel frattempo rimasti paradisi solo per chi ci vive (San Marino e Montecarlo su tutti) altri che invece lo possono ancora essere per i non residenti. Sono in gran parte isole, a dimostrazione del fatto che la geografia conta anche nel terzo millennio. Fra le più amene Antigua, Barbados, isole Cook, Santa Lucia, Turks and Caicos ma in lista ci sono anche Paesi Ue (Malta, Cipro e Lussemburgo), il Bahrain, la Giordania, Libano e Liberia. 
 

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Quello dello spallone è un mestiere superato dalla Storia. Le autostrade di internet sono presidiate. A meno di non immaginare valigie colme di denari su navi battenti bandiera liberiana (difficile) o su voli aerei (impossibile) per pagare meno tasse restano la residenza fittizia all’estero (Londra fra le preferite) e la sofisticazione finanziaria. È di pochi giorni fa il caso di maxievasione frutto - così dicono i magistrati - della cessione di pezzi di Costa Smeralda.

 

La Procura di Tempio ha sequestrato 132 milioni di euro fra conti, partecipazioni, una Aston Martin. Oggi occorre avere consulenti abili, plurilingue e dunque costosi: in questo caso i capitali, frutto di fatture gonfiate, venivano dichiarati in Lussemburgo dopo aver girato fra le Cayman, l’Olanda, gli Stati Uniti. In fondo, una truffa che più classica non si può. 
Twitter @alexbarbera

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