I PICCOLI AZIONISTI CHIEDONO A TELECOM DI NON VENDERE NÉ BRASILE NÉ ARGENTINA. SAWIRIS “È ANCORA INTERESSATO MA NON HA LEGAMI CON TRUJILLO” - LAPRESSE DI MARCO DURANTE SI ALLEA CON REUTERS E LA CINESE XINHUA
1.TELECOM ITALIA, ASATI CHIEDE DI NON VENDERE ARGENTINA NÉ BRASILE
(Reuters) - Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom, chiede che non siano vendute né Telecom Argentina né Tim Brasil e che in Italia, accanto allo sviluppo del business, sia creata una newco per razionalizzare asset immobiliari e torri.
Lo dice l'associazione in una nota in cui informa di aver inviato una lettera al Cda di Telecom il 22 settembre in vista dell'incontro degli amministratori in agenda oggi.
Soddifatta dell'ingresso di Vivendi e del previsto scioglimento della scatola di controllo Telco, Asati elenca una serie di "suggerimenti" al Consiglio.
Innanzitutto "nessuna vendita a sconto" a Fintech dell'Argentina, operazione su cui deve esprimersi il Cda di Telecom proprio oggi.
Sul Brasile, "non c’è bisogno di vendere ma di accordi con operatori del fisso che prevedano sinergie e sviluppo", dice Asati che ritiene necessario che il gruppo mantenga una dimensione internazionale.
Infine, sull'Italia, per Asati bisogna avviare nuove iniziative sul fisso, procedere a una "vera collaborazione con Cdp" e costituire per la larghissima banda una newco con Metroweb e Telecom Italia. Ulteriori ritardi sarebbero "inaccettabili".
Dopo un giudizio positivo sul piano in corso di razionalizzazione degli spazi, Asati suggerisce che gli edifici industriali, le centrali e le torri siano fatti confluire in una newco con altri soggetti finanziari/industriali e a controllo Telecom con obiettivi di efficientamento e razionalizzazione.
Asati conclude con la richiesta di un nuovo piano azionario per i dipendenti e la proposta di fare la prossima assemblea dei soci a Roma.
2.TELECOM ITALIA, CDA IN CORSO MENTRE MONTA INTERESSE IMPRENDITORI STRANIERI
(Reuters) - E' in corso a Roma da quattro ore il consiglio di amministrazione di Telecom Italia, l'ex monopolista delle telecomunicazioni il cui debole assetto azionario e finanziario comincia ad attirare l'attenzione di potenziali acquirenti stranieri.
La riunione del cda è dedicata alla cessione di Telecom Argentina al gruppo d'investimento Fintech ma a muovere il titolo ieri è stata la notizia di Bloomberg secondo la quale l'ex amministratore delegato di Telstra Corp, Solomon Trujillo, sta raccogliendo 7,5 miliardi di euro per fare un'offerta sul gruppo guidato da Marco Patuano.
franco lombardi presidente asati
Il vice segretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, ha confermato oggi a Reuters di aver incontrato l'uomo d'affari di origine messicana nato nel Wyoming.
"Ho visto Trujillo come vedo tanti altri", ha detto il collaboratore del presidente del consiglio Matteo Renzi.
Al progetto del top manager americano mancherebbe tuttavia "un business plan", riferisce un'altra fonte governativa che preferisce non essere citata.
Di sicuro non è solo Trujillo a ragionare sul riassetto proprietario del gruppo in vista dello scioglimento della scatola di controllo Telco alla quale partecipano Mediobanca, Intesa, Generali e Telefonica.
Da tempo interessato a Telecom è l'imprenditore egiziano Naguib Sawiris, numero uno del gruppo Orascom.
"L'interesse [di Sawiris] c'è ed è una cosa pubblica", ha detto oggi a Milano Khaled Bishara, presidente di Italia Online e componente del Consiglio di Orascom.
"Trujillo ha lavorato con noi nel 2004 alla due diligence su Wind ma non c'è nessun legame diretto" tra i due, ha aggiunto Bishara.
Telecom ha una capitalizzazione di Borsa di circa 12 miliardi di euro in Borsa e un debito netto per 27,36 miliardi.
marco patuano ad telecom italia
Riflettono sul controllo di Telecom e sulla possibilità di costituire un gruppo di soci che elegga il cda anche l'attuale azionista Marco Fossati, il neo socio francese Vivendi e altri partner che potrebbero includere alcuni fondi, secondo quando riferito ieri a Reuters da una fonte vicina alla vicenda.
Argomenti sullo sfondo del cda di oggi che sta valutando la proposta di Fintech di prorogare la vendita dell'intera partecipazione di controllo detenuta in Telecom Argentina.
In novembre Fintech si era impegnata ad acquistare Telecom Argentina per 960 milioni di dollari.
Asati, associazione dei piccoli azionisti di Telecom, fa pressione perchè non siano vendute né Telecom Argentina "a sconto", né Tim Brasil e che in Italia, accanto allo sviluppo del business, sia creata una newco per razionalizzare asset immobiliari e torri.
I piccoli investitori sono convinti che l'ex monopolista debba mantenere una dimensione internazionale e che in Brasile, non ci sia bisogno di vendere "ma di accordi con operatori del fisso che prevedano sinergie e sviluppo". Patuano in Italia dovrebbe avviare, invece, nuove iniziative sul fisso, procedere a una "vera collaborazione con Cassa depositi e prestiti" e costituire per la larghissima banda una newco insieme a Metroweb.
Alle 14 le azioni Telecom sono indicate a 0,8990 euro, in ribasso dell'1,59% su ieri a fronte di un indice dei blue chip positivo.
- hanno collaborato Alberto Sisto e Paolo Biondi da Roma, Elisa Anzolin e Maria Pia Quaglia da Milano
3.SUSSURRI E GRIDA
Dal “Corriere della Sera”
RISANAMENTO CHIEDE DI PATTEGGIARE PER 103 MILA EURO
La società Risanamento, imputata a Milano assieme all’ex presidente ed ex amministratore delegato Luigi Zunino e altre tre persone, questa mattina, nel corso dell’udienza preliminare, ha chiesto di patteggiare la pena pagando una sanzione pecuniaria di 103 mila euro. L’istanza è stata depositata al gup Roberta Nunnari dai legali della società finita sotto processo in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti in relazione ai reati di manipolazione del mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza contestati alle persone fisiche.
In questo modo Risanamento punta ad uscire dal procedimento che proseguirà, quindi, nei confronti di Zunino e di Franco Bonelli, Salvatore Mancuso e Oliviero Bonato ai tempi rispettivamente consulente legale della società, amministratore di fatto e direttore generale. In aula si ritorna il prossimo 27 ottobre, giorno in cui il giudice dovrebbe decidere sull’istanza di patteggiamento e sulla richiesta di processo per Zunino e gli atri tre imputati avanzata dai pm Roberto Pellicano e Gaetano Ruta.
BAROVIER&TOSO, LUCI IN VENDITA
( d.pol .) Tutto pronto per la vendita di uno dei marchi storici dell’illuminazione, la Barovier&Toso, fondata a Murano nel 1928. A cedere l’80% sono i fondi Dvr capital di Carlo Daveri (foto) e Avm di Giovanna Dossena che ne controllano l’80% assieme a insieme al vicepresidente Alfredo Cazzola, ex patron del Motorshow di Bologna. I fondatori Jacopo Barovier e Giovanni Toso hanno il 20%.
Già ingaggiato l’advisor Credit Suisse che ha avviato i contatti per valorizzare l’azienda con 15 milioni di ricavi. Piccoli numeri ma che sul mercato potrebbero disegnare un’operazione pari a due-tre volte il fatturato, secondo le stime del mercato, visto l’interesse degli investitori e l’acquisizione di Flos da parte di Investindustrial. L’asta partirà tra poche settimane e sarà rivolta a investitori finanziari e industriali. Ma qualche contatto è già stato sollecitato dai differenti veicoli d’investimento del fondo sovrano del Qatar che ha messo nel mirino l’industria dell’arredo e delle luci con marchi made in Italy. Atteso l’interesse di Investindustrial che punta a un polo nel settore.
BANCA POPOLARE ETICA SBARCA IN SPAGNA
EMMA WINTER MARCO DURANTE ILARIA MARSIAJ
( f.ch. ) Non ha il senso di un’espansione in un mercato appetibile, ma è comunque un segnale che mostra quanto la finanza «etica» stia guadagnando terreno: Banca Popolare Etica sbarca in Spagna. Dopo l’iscrizione preliminare nel «registro mercantil» spagnolo, il 16 luglio 2014 il Banco de España ha concesso ufficialmente l’iscrizione nel registro degli intermediari finanziari con il numero 1.550. L’istituto presieduto da Ugo Biggeri varca ufficialmente i confini nazionali e la prossima primavera aprirà la prima succursale estera a Bilbao. L’apertura in Spagna è il frutto di una partnership che Banca Etica ha con Fiare, Fondazione per il risparmio e il credito responsabile.
4.PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
LA POLITICA SI RIUNISCE AL GRIDO DELLE BCC
Dal Pd alla Lega, dai Cinque stelle a Forza Italia. Là dove non ci era mai riuscito nessun, sembra avercela fatta il credito cooperativo: compattare l'intero arco politico italiano. Punto di partenza, il grido d'allarme lanciato l'altroieri da Federcasse, insieme alle associazioni del credito cooperativo di Germania, Austria e Polonia, contro le posizioni adottate dalla Commissione europea sul Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie, che - a detta di Federcasse e compagni - penalizzerebbe oltremodo le Bcc.
Ieri 12 parlamentari europei italiani, di tutti i partiti, hanno preso carta e penna e inviato una lettera al vice presidente della Commissione, Michel Barnier: «Con il meccanismo di contributo che ci risulta si voglia introdurre - si legge nella lettera - gli istituti di credito senza rilevanza a livello di rischio sistemico, come le piccole banche e le banche cooperative, sarebbero chiamati a pagare un importo sproporzionato rispetto al rischio che rappresentano». Firmato, tra gli altri, dai vice Presidenti del Parlamento europeo David Sassoli e Antonio Tajani. Alla prova dei fatti si vedrà se l'insolito asse tripartisan darà prove di tenuta. (Ma.Fe.)
APAX E I FONDI IN CODA PER UNA QUOTA DI LIU JO
Un doppio binario: da una parte l'esame di una possibile quotazione, se ci saranno le condizioni future, dall'altra il corteggiamento del private equity che la considera uno dei target più interessanti nel settore fashion. Di sicuro, Liu Jo , una delle case di moda a più alta crescita degli ultimi anni, sembra diventata l'oggetto del desiderio di banche d'affari e fondi di private equity.
La maison di Carpi fa capo oggi alla famiglia Marchi e la valorizzazione che circola sul mercato sarebbe attorno ai 500 milioni di euro: con un accelerazione del business negli ultimi anni, complice anche le campagne di marketing e la bellezza di Kate Moss che per anni è stata la testimonial del marchio. In particolare, secondo indiscrezioni, negli ultimi mesi il corteggiamento dei fondi si sarebbe fatto più intenso. Di recente, sarebbero diversi i grandi gruppi finanziari stranieri interessati a una quota dell'azienda: giganti del private equity come, ad esempio, Apax. (R.Fi.)
DANIELI ASSUME NONOSTANTE LA CINA
La produzione mondiale dell'acciaio ha raggiunto nel secondo semestre del 2014 quasi 820 milioni tonnellate con un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Esiste una sovracapacità media del 15/25% particolarmente in Cina che esporta comprimendo i prezzi.
È lo scenario mondiale descritto nella nota del bilancio della Danieli, nel quale si precisa che «il mercato dell'acciaio sta consolidando i risultati del 2013 con la previsione di superare nel 2014 quanto prodotto nello scorso anno». In questo scenario il gruppo di Buttrio (Udine) ha chiuso i conti con con un utile di 153,6 milioni euro (-6%) e con una forte crescita di Ebitda (a 308,8 milioni: +11%) e di Ebit (a 210,7 milioni: +16%). Anche i ricavi sono aumentati (+6%) così come - nonostante la crisi - anche i dipendenti(+4%) a livello mondiale. (R.Fi.)
5.MAXI-ACCORDO NEI MEDIA, LAPRESSE SI ALLEA CON REUTERS
Da “La Stampa” - Più copertura e diffusione, maggiore visibilità internazionale e valore aggiunto. Sono questi gli ingredienti degli accordi che l’agenzia multimediale LaPresse ha messo in campo con Reuters e altri tre partner: la cinese Xinhua, la spagnola Efe e Pa, gruppo che copre Regno Uniti e Irlanda. «Con le nuove collaborazioni LaPresse si riposiziona con un nuovo assetto che le consentirà di affrontare meglio un mercato in continua evoluzione», ha spiegato ieri il direttore Antonio Di Rosa. È l’ennesima trasformazione del mondo delle agenzie di stampa: prima la fine del matrimonio tra Reuters e Ansa, poi l’alleanza del gruppo diretto da Luigi Contu con la statunitense Ap.
Con questa quadruplice partnership LaPresse - nata a Torino come «Publifoto» nell’Italia del Dopoguerra e diventata una realtà con 56 giornalisti, circa 300 occupati e 11 milioni di fatturato - rafforza la sua presenza sui mercati globali. «LaPresse è un miracolo - ha detto il presidente Marco Durante, imprenditore torinese con studi universitari in Canada e Francia - perché, in controtendenza al settore, noi siamo un’azienda con bilanci che chiudono in attivo, quindi completamente all’opposto a quello che succede nel mercato. Qui esiste un team di persone, tra giornalisti, fotografi, cameraman e tutti nella struttura, che ogni giorno rema dalla stessa parte».
L’accordo con Reuters partirà il 1° gennaio 2015. «Nel corso degli ultimi anni e degli ultimi tempi il ruolo dell’agenzia è cambiato» ha detto il direttore Antonio Di Rosa. «Le agenzie - ha aggiunto - non possono solo dare la notizia ma devono soffermarsi sul significato delle notizie con analisi, interviste a personaggi di rilievo, in Italia e d’ora in avanti anche all’estero». A presentare l’accordo con la Reuters è intervenuto il vicepresidente Europa della multinazionale, Joachin Schmaltz: «Sono molto felice di annunciare questa partnership e ringrazio il presidente Durante per la fiducia - ha detto-. Non vediamo l’ora di servire il mercato italiano molto meglio rispetto a quanto fatto fino ad oggi».
[r. e.]