Nino Sunseri per “Libero quotidiano”
L'incubo di una nuova crisi di Mps incombe sul governo guidato da Giuseppe Conte.
Ieri il titolo è sceso dello 0,7% al minimo storico di 1,21 euro. Tutta la banca vale appena 1,38 miliardi. La Juventus grazie ai gol di Ronaldo capitalizza 1,5 miliardi. Secondo Piazza Affari undici ragazzoni che corrono dietro un pallone valgono più del quarto gruppo creditizio italiano. Non è normale. A essere fuori posto però non la squadra di calcio ma la banca.
L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena
Secondo il mercato la nuova crisi potrebbe esplodere fra i piedi del governo com' era accaduto a Matteo Renzi (che in tv aveva consigliato l' acquisto di azioni Mps) e a Paolo Gentiloni. Prima ancora a Berlusconi e Monti. Perchè stupirsi? Sono dieci anni che il più antico istituto di credito del mondo scivola verso il baratro. Nel frattempo ha fatto quattro aumenti di capitale: 2008 (5 miliardi), 2014 (5 miliardi), 2015 (3 miliardi), 2017 (5,4 miliardi a carico dallo Stato).
MPS UNA STORIA ITALIANA MONTEPASCHI BY BELLOCCHIO
Ha mandato a casa diecimila persone e altri 5.500 usciranno entro il 2021. Taglierà ancora 600 sportelli dopo aver pagato dieci anni fa quelli di Ambroveneta (un migliaio) nove milioni l' uno. Ha polverizzato i risparmi di migliaia di piccoli azionisti e ha azzerato i grandi soci: la Fondazione Mps si è liquefatta. Non ci sono più investitori dalle spalle larghe come Francesco Gaetano Caltagirone (era anche vice presidente), la Finamonte della famiglia Aleotti, Unicoop Firenze, Jp Morgan. Resiste Axa perproteggere il contratto di bancassurance.
Insomma una strage di ricchezza cui non si sottrarrà nemmeno lo Stato: ha investito 5,4 miliardi nel 2017 prendendo il 68% del capitale. La partecipazione vale meno di 900 milioni ed è chiaro che solo un miracolo potrebbe permettere al Tesoro di ripetere il successo ottenuto dai governi di Gran Bretagna e Stati Uniti che hanno rivenduto, con buoni guadagni, le banche salvate nel 2008. Nulla di tutto questo è prevedibile in Italia.
Ancora ieri a Davos l' amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri ha escluso qualunque interesse per Mps pur dovendo sistemare la partita di Unipol Banca. Neanche Bper, di cui Unipol è grande azionista, sembra intenzionata a seguire il dossier. Ci sarebbero i colossi stranieri. Ma è ben difficile che con i gialloverdi al potere ci sia qualcuno intenzionato a mettere un centesimo in Italia.
Nel frattempo si è aggiunta la crisi di Carige che essendo molto più piccola è più facile da sistemare. La Bce ha deciso di riaccendere fari molto potenti sul sistema bancario italiano. Il ministro Tria ha incontrato la commissaria Vestager. La vendita di Mps che dovrebbe essere annunciata entro giugno sembra finita nel limbo delle buone intenzioni. Più probabile a questo punto che Mps torni totalmente pubblica. Non sarà facile vista l'opposizione della Ue. Ma è l'unica strada a meno di non procedere a uno spezzatino selvaggio.