- BCE: WEIDMANN, RAGIONEVOLE ASPETTARSI FINE QE NEL 2018
(ANSA) - "Non è una sorpresa che da qualche tempo i mercati si aspettino che gli acquisti netti di titoli finiscano entro il 2018". Per come stanno le cose, trovo plausibili queste aspettative". Così Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce, sui tempi dell'uscita della Bce dal quantitative easing, che sarà "un primo passo nel lungo cammino verso una normalizzazione della politica monetaria". Weidmann - riporta la Bloomberg - parlando in un videomessaggio durante una conferenza a Berlino ha detto che "ci si aspetta che l'inflazione torni gradualmente verso livelli compatibili con la nostra definizione di stabilità dei prezzi".
anche jens weidmann ha i suoi momenti gordon gekko
- BCE: KNOT, RAGIONEVOLE SEGNALARE PRESTO FINE 'QE'
(ANSA) - "E' ragionevole annunciare presto la fine degli acquisti netti di titoli". Lo ha detto Klaas Knot, membro del consiglio direttivo della Bce durante un intervento al Parlamento olandese a L'Aja. Knot ha osservato che le prospettive d'inflazione stanno convergendo verso livelli vicini ma inferiori al 2% e che sono "stabili" da un po', oltre che meno dipendenti dallo stimolo monetario.
- BCE: PRAET, IL 14/6 RIUNIONE CHIAVE PER TEMPI USCITA DAL QE
andrea ceccherini e klaas knot
(ANSA) - "E' chiaro che la prossima settimana il consiglio direttivo dovrà fare questa valutazione, se i progressi fatti finora sono stati tali da richiedere una graduale uscita dai nostri acquisti netti". Lo ha detto Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce, confermando le indiscrezioni secondo cui la riunione del 14 giugno a Riga discuterà la tempistica per l'uscita dal quantitative easing.
- ECCO COME M5S VUOLE PROCESSARE LA BCE DI DRAGHI SU BTP E SPREAD
Michelangelo Colombo per www.startmag.it
Non si arrestano mugugni, perplessità e interrogativi sulle mosse della Banca centrale europea.
Sono in particolare metodi e tempi degli acquisti dei titoli di Stato italiani nelle ultime settimane a suscitare domande specie nella maggioranza di governo composta da Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Lega di Matteo Salvini.
Ci sono solo motivi tecnici prefissati a guidare le operazioni di acquisti dell’Istituto centrale con sede a Francoforte? E’ questa di fatto la domanda non espressa così chiaramente che circola da giorni tra economisti e politici vicini o organici ai pentastellati e ai leghisti.
Borbottii non solo privati ma anche pubblici, esternati sui social e in tv, da economisti vicini sia alla Lega che a M5S come Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Antonio Maria Rinaldi e Marcello Minenna (qui un approfondimento di Start Magazine).
Non sono state sufficienti, evidentemente, secondo pentastellati e leghisti le spiegazioni formali e informali giunte due giorni fa dalla Banca centrale europea presieduta da Mario Draghi sul calo degli acquisti di Btp a maggio per “reinvestimenti”.
A riprova del subbuglio anti Bce, c’è il post pubblicato il 6 giugno sul Blog delle Stelle a firma di un europarlamentare M5S che è una sorta di implicito j’accuse contro la Bce.
Ecco il testo completo:
di Marco Valli, EFDD – MoVimento 5 Stelle Europa
Alcune indiscrezioni di questi giorni hanno paventato un possibile coinvolgimento della BCE e di Bankitalia nell’ampio movimento avvenuto sui titoli di Stato italiani e tedeschi, che ha portato lo spread ad allargarsi in modo anomalo proprio nelle fasi di formazione del Governo del cambiamento in Italia.
Dal Parlamento europeo abbiamo inviato una interrogazione per dare l’opportunità alla Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi di smentire, mostrandoci i dati disaggregati sugli acquisti e le vendite di titoli di Stato italiani e tedeschi di queste settimane turbolente.
Ecco l’interrogazione:
Nelle ultime settimane di maggio, mentre in Italia erano in atto tentativi di formazione del governo, si sono registrate forti tensioni sul mercato dei titoli di Stato italiani, che hanno portato lo spread tra BTP e Bund a 10 anni a superare i 300 punti base, record dal 2013.
Considerando che la BCE detiene e movimenta un ingente ammontare di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona per perseguire i suoi obiettivi di politica monetaria, specialmente nel quadro del programma di acquisto di attività del settore pubblico sui mercati secondari (PSPP).
Alla luce di ciò, si chiede alla BCE:
1 – di fornire i dati aggiornati relativi ai volumi in acquisto e in vendita dei titoli di Stato italiani e tedeschi, ad opera della BCE nonché delle rispettive banche centrali nazionali dell’Eurosistema, nelle settimane del 14-18 maggio, 21-25 maggio e 28-31 maggio;
enzo moavero milanesi, paolo savona
2 – di specificare le ragioni alla base di eventuali significative variazioni rispetto ai volumi operati su titoli di Stato italiani e tedeschi nelle settimane precedenti a quelle prese in considerazione;
3 – di indicare il margine residuale di titoli pubblici acquistabili nell’ambito del PSPP per quanto riguarda l’Italia, rispetto ai limiti all’acquisto del 33% per emissione e per emittente previsti dal programma.