montezemolo marchionne

SIA FATTA LA VOLONTÀ DI MARCHIONNE – ADESSO SI SPIEGA LA GUERRA DI MARANELLO CHE È COSTATA LA POLTRONA A MONTEZUMA, CONTRARIO ALLA QUOTAZIONE – ORA GLI AGNELLI PUNTANO SULLA FERRARI, CHE VALE MEZZA FCA

Paolo Griseri per "La Repubblica"

 

sergio marchionne Harald Wester e john elkannsergio marchionne Harald Wester e john elkann

Gli storici consigliano di lasciar trascorrere un po’ di tempo per comprendere meglio le ragioni delle guerre. Il principio vale anche per lo scontro che si è consumato all’inizio di settembre tra i vertici del Lingotto e Luca di Montezemolo. La guerra tra Torino e Maranello ha ora una spiegazione in più. «Con questo disegno in testa è evidente perché Torino aveva tanta fretta di sostituire il presidente», dicevano ieri gli amici di Montezemolo commentando le notizie provenienti da Londra.

 

Ma non era proprio la difesa dell’autonomia di Ferrari uno dei cavalli di battaglia dell’ex presidente, una delle ragioni del dissidio che lo aveva spinto a dichiarare: «Vogliono trasformarci in un’azienda americana »? E che cosa c’è di più autonomo dello scorporo della Rossa da Fca? Marchionne ha ripetuto ancora ieri: «Preserveremo l’italianità della Ferrari».

 

Le cose potrebbero essere meno semplici. Montezemolo non sarebbe stato contrario allo scorporo ma al fatto che la nuova società venisse quotata a New York, come Fca, con tutti gli obblighi di trasparenza che impone la Borsa americana e che potrebbero andare stretti a una società di Formula1.

 

ELKANN E MARCHIONNE ELKANN E MARCHIONNE

L’altro motivo del dissidio potrebbe essere nel disegno complessivo che sta al termine della partita aperta ieri. Con lo scorporo del Cavallino, Sergio Marchionne diventa il trait d’union tra le tre società nate dalla vecchia Fiat: Fca, di cui è amministratore delegato, Cnhi, di cui è presidente, e Ferrari. Con l’operazione annunciata ieri il manager ha dimostrato di voler utilizzare Ferrari come una leva per estrarre valore e utilizzarlo al servizio dell’ambizioso piano di rilancio di Fca illustrato a maggio a Detroit. Di quel piano fa parte anche la rinascita di Alfa Romeo. Ma la vendita del 10 per cento potrebbe essere solo il primo passo di un progetto più ampio.

 

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

Cedendo il 10 per cento del 90 che possiede attualmente e distribuendo il rimanente 80 per cento in quota parte agli azionisti, Exor (che possiede il 30 per cento di Fca) si ritroverà in mano il 24 per cento delle nuove azioni Ferrari. Unendo quella partecipazione al 10 per cento in mano a Piero Ferrari, si creerebbe un pacchetto di controllo del Cavallino intorno al 33-34 per cento. Ieri non era ancora chiaro se le nuove azioni Ferrari avranno i diritti di voto doppi come quelle di lungo corso di Fca. In quel caso infatti Exor e Piero Ferrari controllerebbero agevolmente la società senza timori di scalate.

 

Addirittura, acquistando un altro piccolo pacchetto, la finanziaria degli Agnelli potrebbe controllare da sola la società. E trasformare con il tempo questa partecipazione nel principale asset della finanziaria torinese nell’auto, se negli anni prossimi Fca realizzerà quella fusione strategica con un altro costruttore di cui aveva parlato Marchionne nelle scorse settimane. Diluirsi (alleandosi) in Fca e rafforzarsi in Ferrari potrebbe dunque essere la strategia degli Agnelli nel medio- lungo periodo.

novella 2000   luca di montezemolonovella 2000 luca di montezemolo

 

Nel breve invece urge portare a compimento il piano modelli di Fca. Per farlo, la vendita del 10 per cento del Cavallino è indispensabile. Ma quanto vale quel pacchetto? Facendo una simulazione in base al calcolo annunciato ieri da Marchionne («convertendo e quotazione Ferrari ci consentiranno di portare a casa circa 4 miliardi») potrebbe valere intorno agli 1,2 miliardi. Ma nel conto l’ad considera anche i proventi di un dividendo straordinario che la società di Maranello pagherebbe ai soci prima della quotazione.

 

 In sostanza il valore complessivo di Ferrari potrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi. Il valore di tutta Fca, in base alla quotazione di ieri, è di poco superiore agli 11 miliardi. E’ immaginabile che il mercato finisca per attribuire al Cavallino un valore inferiore ai 10 miliardi così come si può prevedere che con l’arrivo dei nuovi modelli e la generazione di cassa legata alle vendite, il valore di Fca possa salire in modo significativo. Ma è un fatto che attualmente Ferrari rappresenta ben più della metà del valore di Fca. Si capisce perché gli Agnelli vogliano tenersela ben stretta.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…