E TRAGEDIA FU – BERLINO E BCE GIÀ TRATTANO CON TSIPRAS ATTRAVERSO IL TEDESCO JORG ASMUSSEN – IN CASO DI VITTORIA, LA SINISTRA GIURA CHE NON LASCERÀ L’EURO MA VUOLE IL TAGLIO DEL DEBITO PUBBLICO A SPESE DELL’EURO-ZONA

Tonia Mastrobuoni per "La Stampa"

 

alexis tsipras parla alla festa di sel  alexis tsipras parla alla festa di sel

Lo 007 della partita greca, racconta un’autorevole fonte tedesca, è un brillante economista di 48 anni dal sorriso gentile, con un master alla Bocconi e una reputazione da straordinario mediatore. È stato membro del comitato esecutivo della Bce ma anche consigliere del governo tedesco e viceministro delle Finanze, è uomo di fiducia sia di Mario Draghi, sia di Angela Merkel e Wolfgang Schäuble.

 

In queste settimane di attesa ansiosa dell’ennesima tappa del dramma greco, forse il solo uomo che poteva tentare la «mission impossible», una triangolazione dietro le quinte tra Berlino-Francoforte-Atene per preparare il dopo-elezioni elleniche. Così Jörg Asmussen sta già incontrando in segreto i vertici del partito che uscirà probabilmente vincitore dalle urne: Syriza.

 

L’attuale sottosegretario al Lavoro tedesco è volato ad Atene nelle scorse settimane, ma ha anche incontrato gli uomini di Tsipras a Berlino per cominciare a prefigurare uno scenario post-elettorale che non precipiti nuovamente l’Europa nell’incubo del 2012, quando si rischiò la fine dell’euro.

Joerg AsmussenJoerg Asmussen

 

La campagna elettorale

Il punto è che la campagna elettorale greca sarà dura: il Paese è allo stremo e Tsipras ha costruito il suo consenso sulla promessa di porre fine al giogo imposto dalla troika. Inoltre, chiede ufficialmente una conferenza internazionale su modello di quella dell’inizio degli Anni 50 che abbonò i debiti anzitutto alla Germania, distrutta dalla guerra. Contrariamente a quanto riportato da innumerevoli cronache, il suo partito non ha mai chiesto di uscire dall’euro, né ha intenzione di fare colpi di testa, nel caso di vittoria elettorale.

 

«Troveremo un’intesa»

Anche ieri il suo portavoce, Niko Pappas, ha dichiarato al telefono da Atene che nel caso di un governo Tsipras, la Grecia «non prenderà decisioni unilaterali» e si è detto «sicuro» che «con l’Europa troveremo un’intesa che terrà conto dell’interesse di ambo le parti». È certo anche, ha aggiunto, «che non ci saranno più tagli» ma anche «che faremo riforme serie nella pubblica amministrazione e per attirare investitori stranieri avvieremo una seria lotta all’evasione fiscale».

Mario Draghi Mario Draghi

 

Gli stessi impegni che gli uomini di Tsipras stanno ripetendo alle fonti Ue con cui stanno segretamente dialogando, da Asmussen a un membro dell’attuale comitato esecutivo della Bce. Anche se Schäuble ha ribadito ieri che per la Germania «ogni nuovo governo deve attenersi agli accordi presi da quelli precedenti». E il commissario europeo agli Affari economici Moscovici ha sottolineato che «un forte impegno» di Atene per l’Europa resta «essenziale».

 

Il salario minimo

angela merkel in nuova zelanda 17angela merkel in nuova zelanda 17

Finora, tuttavia, il punto dolente dell’agenda di Tsipras, che vuole tra l’altro reintrodurre il salario minimo e avviare politiche per stimolare la domanda, è che le sue promesse potrebbero risultare troppo costose per un Paese che ha attraversato sei anni di pesante recessione. D’altra parte, il tasso di crescita attuale è ancora troppo debole rispetto al servizio sull’immensa montagna di debito che la Grecia deve onorare.

 

Ma la richiesta di un secondo taglio del debito ellenico (dopo quello imposto negli anni scorsi ai privati), che stavolta sarebbe soprattutto a carico dei partner europei e delle istituzioni internazionali come il Fmi e la Bce, è stato sempre respinto. Tuttavia la partita vera si giocherà su questo dossier, da febbraio in poi.

 

bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter

«Draghi è la chiave»

È altrettanto evidente che a questo punto l’ipotesi di un «quantitative easing» della Bce diventa più difficile, già a gennaio. Per i greci significherebbe un assegno in bianco, dal punto di vista non solo tedesco. Una fonte greca vicina al dossier giura però che «Draghi è la chiave» della questione ellenica. Anche perché una fetta di debito greco è in pancia a Francoforte. E l’italiano è l’altro mediatore fuoriclasse ai tavoli europei.

 

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