TUTTE LE BUFALE DI MARPIONNE - IL DEBITO FIAT È UN MILIARDO PIÙ DEL PREVISTO, E L’AUMENTO DI CAPITALE, SEMPRE NEGATO, ARRIVA DIFFERITO COL TRUCCO DEL CONVERTENDO DA 2,5 MILIARDI

Nicola Porro per “il Giornale

 

sergio marchionnesergio marchionne

Sergio Marchionne, il numero uno della Fiat, non può esagerare. Ieri il boss del gruppo un tempo del Lingotto, ha presentato i conti e una serie di operazioni finanziarie del tutto inattese.
 

A essere buoni, si può dire che ha giocato un po' troppo spudoratamente con il mercato e con i suoi annunci. Vediamo. La prima notizia riguarda il debito. A dispetto del consenso generalizzato esso è superiore alle attese della bellezza di un miliardo. Il momento è quello che è. Metteteci tutte le giustificazioni che volete, ma il quadro è semplice.

 

MARCHIONNE MONTEZEMOLOMARCHIONNE MONTEZEMOLO

La nuova Fiat appena quotata a Wall Street (Fca) vale circa 10 miliardi di euro e ha un debito superiore agli undici. Come vi sentireste se foste in questa condizione? Marchionne non è stato limpido su due aspetti più specifici: il primo sulla quotazione della Ferrari, che avverrà, e il secondo sull'inutilità di un aumento di capitale della nuova Fiat, che ci sarà.
 

Partiamo dal Cavallino. Nel nuovo piano esso verrà scorporato da Fca e una parte (il 10 per cento) sarà quotata in Borsa. Alla fine dell'operazione la famiglia Agnelli (attraverso la finanziaria Exor) deterrà direttamente circa il 25 per cento della Ferrari, senza passare più per Fiat.

 

sergio marchionne Harald Wester e john elkannsergio marchionne Harald Wester e john elkann

Insomma, il gioiello della corona verrà sfilato dalla Fiat-Chrysler con uno spin-off e farà emergere il valore finanziario che oggi la Borsa evidentemente non leggeva. Ecco perché ieri i titoli sono balzati. A voler essere terra terra e maliziosi si potrebbe pensare che si è voluto separare il grano dal loglio, le supercar dalle indebitate utilitarie. Tutto più che lecito, ma forse si poteva preparare un po' meglio il mercato.
 

Il vero colpo di scena, però, riguarda il nuovo titolo convertendo (mandatory convertible) da 2,5 miliardi di dollari i cui dettagli finanziari e di durata verranno resi noti più avanti. Alla fine della sua vita i possessori di questo convertendo si troveranno in mano obbligatoriamente azioni e dunque diventeranno soci della Fca.

 

MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARIMONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI

Ebbene, come si chiama un'operazione di questo tipo, se non aumento di capitale, sia pure mascherato dietro un iniziale prestito che poi si trasforma in azioni? A casa nostra la Fiat ha lanciato un gigantesco aumento di capitale che rappresenta il 25 per cento della sua capitalizzazione di Borsa. E su questo aspetto il management del gruppo era stato tranchant: nessun aumento di capitale è all'ordine del giorno.
 

Marchionne ha giocato fino ad ora un po' troppo con gli annunci e le parole. Aveva promesso un fantasmagorico piano di investimenti Fabbrica italia, che poi non è stato realizzato; ciclicamente presenta nuovi business plan con obiettivi ambiziosi e ora, con quello da 50 miliardi d'investimenti al 2018 e il rilancio di Alfa Romeo, è atteso alla prova della verità.

 

E sempre Marchionne, proprio ieri, clamorosamente smentisce il consenso che gli analisti si erano costruiti sui futuri assetti di Fca. I mercati hanno la memoria lunga, più lunga di quella dei giornali, conviene dunque non prenderli troppo di petto.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...