Andrea Malaguti per "la Stampa"
BOB DIAMOND BARCLAYSTremano i pilastri della terra, mentre lo scandalo dei tassi interbancari truccati - il Libor, equivalente londinese dell'Euribor - rischia di travolgere non solo i vertici della Barclays (già multata per 290 milioni di sterline), ma di avvelenare l'intero sistema bancario britannico, minacciando la credibilità della Bank of England, illuminando le crepe nuovamente profonde e pericolose della Royal Bank of Scotland e allentando, infine, il legame eterno e apparentemente inattaccabile tra il potere della City e i custodi della sua conservazione: gli aristocratici Tory di lotta e di governo guidati da un rabbioso David Cameron. «Introdurremo le regole più dure e trasparenti di qualunque altro maggiore sistema finanziario».
MARCUS AGIUS BARCLAYS FOTOMesso con le spalle al muro da un'implacabile campagna stampa, il primo ministro di Sua Maestà ha annunciato ieri, davanti a una rumorosa House of Commons, la formazione di una commissione d'inchiesta parlamentare che avrà il potere di interrogare testimoni sotto giuramento e di accedere liberamente ai documenti ministeriali. «I banchieri che hanno agito scorrettamente devono essere puniti», ha gridato Cameron, improbabile Re Artù che scopre di essere stato tradito dai cavalieri della sua tavola rotonda.
BOB DIAMOND BARCLAYSLancillotti del business per cui ha combattuto petto in fuori contro le spinte europee che pretendono di ridurli a una regolamentazione condivisa come se fossero cittadini qualunque e non la bandiera dorata della diversità dell'Isola. Nelle ore in cui il primo ministro cercava di riguadagnare la fiducia di un popolo truffato sul proprio investimento più prezioso - le rate profumatamente pagate per l'acquisto della casa - il presidente della Barclays, Marcus Agius, annunciava con lo sguardo scolorito le sue dimissioni.
DAVID CAMERON«Lo scaricabarile si ferma con me», provava a dire facendo appello alla sua residua dignità. L'estremo tentativo di difendere il vero signore del castello, Bob Diamond, dominus dell'istituto di credito e responsabile del ramo investimento quando la manipolazione attribuita a quattordici impiegati infedeli prese piede nel 2006. Lo stesso Bob Diamond che domani apparirà davanti alla commissione parlamentare per spiegare che cosa faceva in quei giorni diabolici.
MERVYN KINGSe dormiva o se era distratto. E per dire, soprattutto, quali furono i suoi rapporti con l'attuale numero due della Banca d'Inghilterra, il potentissimo Paul Tucker. Fu lui a dare il via libera alla manipolazione? O semplicemente le parole di Tucker furono travisate nel momento della trasmissione a impiegati duri di comprendonio e svelti nello svuotare il portafoglio dei clienti? Non è certo che Diamond uscirà indenne dallo scontro. Le sue dimissioni, fino a pochi giorni fa impensabili, sono oggi argomento d'attualità. Ma cadendo lui di certo non resterebbe in piedi Tucker.
Logo "Barclays"L'effetto domino sarebbe letale. Quante altre banche hanno gestito il Libor allo stesso modo? Come si comportava la Rbs? Domande rilanciate anche da Lord Turner, presidente della Financial Services Authority, che ora suggerisce al governo di allontanare per sempre dalla City i banchieri responsabili del fallimento dei loro istituti e di fare ricorso alla galera per chi ha barato. Istanze appoggiate dal liberaldemocratico Vince Cable. «Come possiamo spiegare alla gente che un ladro di mele va in galera e chi fa sparire i soldi della collettività viene premiato con i bonus?».
BARCLAYSNon si può. E a Cameron non basterà una commissione parlamentare per uscire da questo disastro. «Non può essere la politica a giudicare le banche», gli fa notare con qualche ragione l'opposizione laburista. Servono giudici per la resa dei conti. E mentre un cielo basso copre la città come una coperta sporca, il sistema bancario si domanda fino a quando potrà dominare l'orizzonte londinese con la maestà dolente e ponderosa di una montagna bombardata.