Da http://fabiopavesi.blog.ilsole24ore.com
L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena
Con i conti del semestre 2014 il Monte dei Paschi, inanella un altro rosso nella sua lunga stagione di perdite. I 353 milioni di passivo di giugno di quest’anno, portano la banca di Siena a cumulare perdite per la bellezza di 9,5 miliardi dal 2011. Ben tre anni e mezzo di sofferenza. In fondo quei 9,5 miliardi di buco sono poco meno del folle costo di acquisizione della Antonveneta pagata in contanti dal prode Mussari per oltre 10 miliardi.
Ma se il tonfo della banca è attribuibile in parte cospicua alla sciagurata operazione, i guai di Mps non sono tutti lì. Tra i big italiani del credito la banca gestita dall’ ex duo Mussari-Vigni, è quella che ha il carico più elevato di perdite sui crediti che non accennano a smaltirsi. Anche i conti della prima parte del 2014 dicono che le svalutazioni sui prestiti si mangiano ben oltre il 60% dei margini della banca.
Un dato elevatissimo. Basti pensare che la media delle prime 5 banche italiane aveva a fine 2013 perdite su crediti che valevano il 51% dei ricavi. Ebbene Mps è oltre dieci punti sopra la media. C’è qualcosa che non va e che non è andato nell’erogazione dei prestiti. Tuttora i crediti deteriorati netti sono di ben 22 miliardi e valgono quasi il 17% del totale del portafoglio impieghi alla clientela.
Un prestito su sei rischia di non tornare indietro. La media delle prime 5 banche italiane si ferma al 10%. Anche qui siamo completamente fuori dalla media. La progressione è impressionante e dice molte cose sulla gestione della banca sotto la guida di Mussari e compagnia. Nel 2009 i crediti “malati” netti erano meno della metà di oggi, poco più di 10 miliardi e valevano il 6% dei prestiti totali, in linea con le altre grandi banche . Ora siamo al 16,5% contro una media del sistema dei 5 big al 10%.
SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA
La progressione c’è stata per tutti, ma Mps ha il triste primato. A chi, e come e con quali criteri sono stati prestati i soldi della banca per avere oggi sofferenze molto più alte dei concorrenti? Domanda non retorica.
Un bell’esempio di tanta munificenza mal ripagata é nel caso Sorgenia, l’ex società elettrica dei De Benedetti finita a gambe all’aria e oggi sotto il cappello delle banche che l’hanno inondata di prestiti per 1,8 miliardi. Ebbene di quei 1,8 miliardi, ben 600 milioni venivano dalla banca di Siena. Una concentrazione di rischio assurda che la banca pagherà per anni. E Sorgenia è solo la punta dell’iceberg.