UNA NUOVA BOLLA AMERICANA E’ PRONTA A SCOPPIARE? - L’ECONOMIA REALE ARRANCA MA WALL STREET GRAZIE ALLA FED SFONDA TUTTI I RECORD

Federico Rampini per "la Repubblica"

Sarà una coincidenza: Wall Street batte nuovi record storici nel corso di seduta, nello stesso giorno in cui al Congresso di Washington si dibatte sulla "moneta virtuale" Bitcoin. Per chi teme una nuova bolla speculativa sembra un sinistro presagio.

Il boom dei mercati azionari è "di carta", cioè si regge esclusivamente sull'azione delle banche centrali che pompano liquidità? O c'è dietro una ripresa più solida, che cammina sulle gambe dell'economia reale?

Le Borse del mondo intero volano trainate da quella americana, cui si aggiungono i listini di Hong Kong e Shanghai: qualche indizio punta verso un revival della doppia locomotiva Usa-Cina. Durante la seduta di ieri a Wall Street, anche se non in chiusura, il Dow Jones ha sfondato quota 16.000 e lo Standard & Poor's la soglia dei 1.800 punti.

Due record assoluti, senza precedenti nella storia. Solo il Nasdaq ancora non ha battuto il record del marzo 2000, quando si consumarono gli ultimi bagliori della folle euforìa legata alla New Economy, la prima febbre speculativa da Internet.

Siamo ormai in una fase Toro, cioè un rialzo di lungo periodo, visto che dall'inizio dell'anno l'indice più rappresentativo della Borsa americana (S&P 500) ha guadagnato più del 25%. Se proseguisse la sua corsa fino al 31 dicembre potrebbe battere il record del 1997 quando salì del 31%.

Al primo posto tra i fattori che spiegano l'euforìa, c'è il ruolo della Fed. Una settimana fa la nuova banchiera centrale degli Stati Uniti, Janet Yellen, parlando al Senato è stata chiara: quando prenderà il posto di Bernanke (a gennaio) la sua priorità resterà la lotta alla disoccupazione.

Considerata perfino più "colomba" dell'attuale presidente (o più a sinistra, usando una classificazione politica) la Yellen vorrà vedere una crescita irrobustita al punto da far scendere il tasso di disoccupazione dall'attuale 7,3% fino al 6% o anche al 5,5%. Perciò continueranno per un bel po' - secondo le previsioni - i massicci acquisti di bond sul mercato aperto, con cui la Fed pompa liquidità.

Questo è un carburante decisivo per i rialzi delle Borse: tutta quella liquidità va pur investita da qualche parte, e i bond rendono pochissimo. I tassi Usa resteranno inchiodati a quota zero almeno fino al 2015: c'è di che sostenere la corsa del Toro ancora per qualche tempo. Tanto più che la nuova preoccupazione delle banche centrali è la deflazione.

Con un rincaro dei prezzi quasi impercettibile (0,9% in Usa e 0,7% in Europa) i banchieri centrali sentono la necessità di "fabbricare" inflazione con ulteriori iniezioni di liquidità e tassi d'interesse ai minimi. Di fronte ai sospetti di una bolla, gli ottimisti reagiscono osservando che fin qui le valutazioni delle società Usa sono nella media storica, 16 volte gli utili. Dietro la Borsa ruggente c'è un capitalismo che vede crescere i profitti.

Tra i fattori strutturali che aiutano, c'è lo storico sorpasso della produzione energetica: gli Stati Uniti producono più gas e petrolio domestico di quanto ne importino, e questo fa scendere i costi delle aziende. Buone notizie anche dalla Cina, nell'ottica dei mercati. Il rallentamento della crescita cinese sembra scongiurato, e dall'ultimo Plenum del partito comunista è venuta l'indicazione di nuove liberalizzazioni, un messaggio che piace agli investitori esteri.

Altri aspetti inducono invece allo scetticismo. La ripresa americana è "a due velocità". Lo confermano i risultati recenti di due colossi della grande distribuzione: deludenti quelli di Wal-Mart, gli ipermercati discount dove fa la spesa l'America del ceto medio; mentre va assai maglio Macy's, la catena dei grandi magazzini di gamma più elevata.

E' lo specchio di un'economia dove "l'un per cento" è tornato a spiccare il volo, ma la maggioranza della popolazione non ha superato le ristrettezze della crisi. Poi ci sono gli aspetti speculativi: dai superattici di Manhattan che sfondano la soglia storica dei 100 milioni (per appartamento), al proliferare di nuove società della Silicon Valley che attraggono quotazioni stratosferiche senza aver mai realizzato un centesimo di utile.

Per non parlare di Bitcoin, la moneta digitale che ieri ha tenuto occupati i senatori, dopo essere stata una curiosità per appassionati. Mentre la Borsa ha preso una pausa di riflessione alla chiusura degli scambi, Bitcoin continuava a salire.

 

toro wall streetjanet yellen draghi bernanke JPMORGAN Walmart BITCOINJACK LEW AL GIURAMENTO OBAMA

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)