URBANO CAIRO, THE RISANATOR – CON I BILANCI DE “LA 7” LA STRADA E’ ANCORA IN SALITA, MA POTREBBE CONSOLIDARE IL BUSINESS DEL GRUPPO CON LA VENDITA DI ANDREA BELOTTI. IL BOMBER DEL TORINO POTREBBE FINIRE IN SPAGNA O INGHILTERRA PER 100 MILIONI
Andrea Montanari per “Milano Finanza”
Urbano Cairo è sempre stato abituato a risanare i business che comprava. E’ stato così con il primo grande affare, la Giorgio Mondadori (perdeva 10 miliardi di lire su 50 miliardi di fatturato), ed è stato così col Torino (rilevato nel 2005, produce profitti dal 2013) e con La7 (tagliati 100 milioni di costi nel primo anno vero di gestione, il 2014). L’ultimo miracolo, in ordine di tempo, è Rcs Mediagroup .
La casa editrice conquistata la scorsa estate, sotto la sua gestione, ha centrato già due traguardi: il ritorno all’utile, 3,5 milioni, nel 2016 e a un ebitda positivo di 12,1 milioni, a fine marzo, dopo cinque anni di mol negativo. Non è da tutti. Soprattutto se si considera che dal 2011 il gruppo di via Rizzoli aveva cumulato perdite per oltre 1,3 miliardi.
Una cavalcata a prima vista. E in gran parte lo è stata, se è vero che pure la borsa sta apprezzando la cura-Cairo: da inizio anno, Rcs ha guadagnato il 70%, per una capitalizzazione di 742 milioni; mentre Cairo Communication è balzata del 21,26% per una market cap di 621 milioni.
Ma anche le migliori rose hanno spine. Una prima, notata da qualche azionista all’ultima assemblea della società fondata dall’imprenditore piemontese, è quella relativa al taglio del dividendo. Cairo, storicamente, distribuiva cedole importanti (anche perché controllava il gruppo col 73%): dagli 0,13 euro per azione del 2011 si era saliti agli 0,27 euro del 2014 per scendere lievemente a quota 0,20 euro nel 2015. Questa volta, complice l’acquisizione di Rcs , la cedola è stata minima: 0,05 per azione. Ma come ha promesso il patron del Torino, in futuro ci sarà spazio per nuovi rialzi.
Essendo una persona oculata di natura e sempre attenta sia ai costi sia alla solidità del patrimonio, il nuovo proprietario e del gruppo di via Rizzoli sa che il rilancio della società sarà complesso. E se per quest’anno ha portato l’asticella dell’ebitda a 140 milioni, è altrettanto vero che c’è da far di conto con la realtà di un mercato che dal 2008 registra una flessione della raccolta pubblicitaria della carta stampata (nel primo trimestre 2017: -8,9% i quotidiani e -7,7% i periodici).
URBANO CAIRO CON CORRIERE DELLA SERA
Del resto, come certificano i conti al 31 marzo di Rcs il fatturato non cresce, non solo per il taglio di alcuni contratti pubblicitari, ma anche per il decremento dei ricavi editoriali (da 94,7 a 86,1 milioni). Così Cairo ha dato un’ulteriore sforbiciata ai costi, ridotti di quasi 15 milioni nel trimestre, dopo l’intervento del 2016.
Infine, c’è la terza e forse più appuntita spina: La7. L’emittente ha programmi consolidati (il Tg di Enrico Mentana, 8 e mezzo Piazzapulita, Di Martedì e Omnibus), ma in termini di ascolti, lo share medio della rete è ancorato al 2,76% nelle 24 ore e al 3,31% in prime time. Anche perché, soprattutto nel weekend l’offerta non rende. Così, dopo aver visto incrementare dell’1,9% la raccolta pubblicitaria nel 2016, nel primo trimestre di quest’anno il saldo è negativo del 4,5% (-7% solo a marzo).
urbano cairo ops enrico mentana
Per questo dall’1 giugno arriverà un nuovo direttore, Andrea Salerno. Ma i conti dovranno tornare visto che la tv continua ad avere margini negativi: l’ebit è migliorato dai -16,6 milioni nel 2014 ai -6,6 milioni del 2016, ma presenta pur sempre il segno meno. E i ricavi dell’emittente sono in calo: da 116,4 a 108,3 milioni.
A questo punto, un assist potrebbe arrivare dal calcio: il bomber del Torino, Andrea Belotti, può valere 100 milioni. Cairo potrebbe venderlo in Spagna o in Inghilterra. Si garantirebbe un assegno sostanzioso che potrebbe anche servire per consolidare tutti i business.