VOLO DUNQUE PERDO - ALITALIA BRUCIA 1,6 MILIONI AL GIORNO ANCHE NEI PRIMI TRE MESI DEL 2014 E I DEBITI TOTALI SALGONO A 2,3 MILIARDI - PER I NUOVO SOCI DI ETIHAD LA SCOMMESSA È DAVVERO PESANTE

Gianluca Paolucci per “La Stampa

 

ROBERTO COLANINNO IN MOTO ROBERTO COLANINNO IN MOTO

Una perdita di 1,6 milioni al giorno (circa) per ogni giorno, anche nei primi tre mesi del 2014. È il pesante fardello di Alitalia del quale dovrà farsi carico Etihad per arrivare all’utile entro il 2017, come promesso. Altri 156 milioni di perdite che si sommano ai 557 accumulati nel corso del 2013 e che portano il conto totale dell’avventura di Alitalia-Cai alla bella somma di 1,45 miliardi di euro tondi nel periodo dal 2008 al 2014.

 

Ai quali andrebbero aggiunti anche i 2,3 miliardi di euro di debiti consolidati al 31 marzo scorso, accumulati da una società che al momento della sua nascita, sei anni fa, aveva zero debito. Il bilancio consuntivo della compagnia nata dalle ceneri della vecchia e fallimentare Alitalia è contenuto nei verbali dell’assemblea dello scorso 25 luglio, che rappresenta la fine del «sogno» di Cai.

alitaliaalitalia

 

In quella data, il gruppo dei soci raccolti dall’attivismo di Intesa Sanpaolo per far nascere una compagnia italiana dalla fusione tra Alitalia e AirOne, deve non solo deliberare un nuovo aumento di capitale per venire incontro alle richieste degli arabi di Etihad per andare avanti nella trattativa. Ma anche, per la terza volta in due anni, per ricostituire il capitale bruciato dalle perdite ai sensi del codice civile e garantire la sopravvivenza della società.

 

james hogan etihad 4james hogan etihad 4

Dal 2008, il conto totale dei flussi di liquidità arrivati dai soci - tra aumenti di capitale e prestito obbligazionario - è stato pari a oltre 723 milioni di euro, ai quali si somma la dotazione iniziale di 600 milioni immessi dai soci italiani per la nascita di Cai. In quadro gestionale non certo idilliaco, i vertici in assemblea devono anche fronteggiare una certa litigiosità nella compagine sociale, di certo non entusiasta dei risultati. Primo tra tutti il gruppo Toto: la contestata fusione con AirOne ha portato una serie di strascichi giudiziari che hanno pesato anche nella trattativa con Etihad.

GABRIELE DEL TORCHIOGABRIELE DEL TORCHIO

 

Si tratta di due contenziosi tra loro collegati per i quali è in corso un arbitrato. Da un lato, la volontà di Alitalia di far pagare a Toto quanto contestato dall’Agenzia delle entrate per la domiciliazione in Irlanda degli aerei della vecchia Air One. Dall’altro, la contro richiesta di Toto di essere risarcita per la mancata consegna degli altri aerei che il gruppo abruzzese aveva opzionato con Airbus e che, nel piano della «rinascita» di Alitalia, sarebbero dovuti finire in leasing alla compagnia. Il gruppo abruzzese, rappresentato in assemblea da Stefano Mazzotta, fa mettere a verbale un duro attacco alla gestione Alitalia-Cai.

 

«Questa assemblea sancisce la fine di un progetto ad appena sei anni dal suo avvio» - dice il rappresentante di Toto - con un piano industriale «non condiviso dal principio» dal gruppo abruzzese. Operazione «tutt’altro che profittevole» per Toto, che oltre alla perdita dell’investimento di 60 milioni registra anche i mancati introiti per i leasing degli aerei - 75 in totale - che Alitalia si era impegnata a sottoscrivere nel 2008.

carlo toto03 lapcarlo toto03 lap

 

Risultati disastrosi prodotti da un contesto economico avverso, certo, ma anche scelte manageriali sbagliate. E Toto attacca direttamente i vertici. Nonostante una parvenza di partecipazione di tutti i soci alle scelte strategiche, «la società è stata gestita dal presidente e dagli amministratori delegati». Ovvero, Roberto Colaninno e i tre ad che si sono succeduti dal 2008 in avanti: Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti e Gabriele Del Torchio.

 

Accuse alle quali i vertici rispondono in poche righe: «Il socio Toto ancor prima che un socio, è un debitore gravemente moroso della società, che si trova oggi a rispondere di importanti passività fiscali dovute tutte a comportamenti allo stesso imputabili, rispetto ai quali non ha ancora onorato gli impegni di manleva assunti.

 

Ieri intanto il cda di Alitalia, il primo dopo l’accordo con Etihad, ha illustrato ai consiglieri i contenuti dell’intesa mentre non avrebbe deciso nulla rispetto all’entità del prestito ponte. 

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…