CAFONALINO - ALLA PRESENTAZIONE DI UN LIBRO SUGLI IMPRENDITORI ANTIMAFIA DI FILIPPO ASTONE, TRA GLI INTERVENTI DI MARCEGAGLIA, CAMILLERI, LO BELLO E MONTANTE, ARRIVA “L’UOVO DI PALAMARA”: INVECE DELLA LEGGE BAVAGLIO, IL CAPO DELL’ANM PROPONE UN’ “UDIENZA FILTRO PER ARGINARE LE INTERCETTAZIONI IRRILEVANTI” - E POI LA SINISTRA COME FAREBBE A SCEGLIERE LA PROSSIMA ICONA?...

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

1 - INTERCETTAZIONI: PALAMARA, OCCORRE FILTRO PER ARGINARE MATERIALE IRRILEVANTE
(TM News)
- "In questo momento e' fondamentale che le indagini possano fare il loro corso e ribadire che le intercettazioni sono indispensabili, soprattutto lo sono ancora di piu' quando emergono fatti rilevanti per le inchieste". Lo dice Luca Palamara, presidente dell'Anm, a margine della presentazione del libro di Filippo Astone all'associazione della stampa estera in Italia.

Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, è tornato a difendere lo strumento investigativo delle intercettazioni: "E' fondamentale - ha affermato - far sì che le indagini possano fare il loro corso, e voglio ribadire che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile, soprattutto quando emergono fatti rilevanti per le inchieste".

"Già il codice - ha aggiunto il leader della magistratura associata, rispondendo a una domanda sulla responsabilità delle toghe per le fughe di notizie e per la pubblicazione di conversazioni penalmente irrilevanti - prevede le modalità da seguire per la trascrizione degli elementi rilevanti".

"Ciò di cui stiamo discutendo è creare un adeguato momento di filtro per il materiale irrilevante", ha detto ancora Palamara, precisando tuttavia che il discorso sulla necessità del 'filtro' rappresentato dalla cosiddetta udienza-stralcio è "generale e non riferito a singole inchieste specifiche".

2 - BATTAGLIA PER LA LEGALITÀ A TUTTO CAMPO
Carmine Fotina per "ilsole24Ore.it"

Dalla battaglia di pochi a una rivoluzione di sistema. La svolta di Confindustria contro il racket e i condizionamenti mafiosi, partita dall'intuizione di un gruppo di imprenditori siciliani, ha prima conquistato la scena nazionale e adesso compie un ulteriore salto di qualità con un progetto per la legalità nell'ambito della programmazione dei fondi europei prossimo a partire (è attesa la firma della convenzione).

Maturata una sintonia sempre più stessa con i magistrati impegnati in prima linea contro il fenomeno mafioso, l'attività che vede protagonisti Antonello Montante, vicepresidente e delegato nazionale di Confindustria per la legalità, e Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, si è via via rafforzata fino a contraddistinguere l'attuale presidenza di Emma Marcegaglia.

Il progetto che sarà finanziato con i fondi europei del Pon sicurezza realizzato dal ministero dell'Interno rientrerà nella stessa logica che ha visto crescere in questi anni le attività di supporto (fino all'aiuto di tipo psicologico) a chi denuncia il pizzo e ha visto estendersi la filosofia della «mafia non inevitabile» prima da Caltanissetta al resto della Sicilia, poi alle altre regioni meridionali e ora anche alle prime realtà del Nord, sempre più consapevoli di non essere immuni dalle infiltrazioni della grande criminalità.

«Una storia di imprenditori, non di eroi» la definisce Filippo Astone nel libro "Senza Padrini" che viene presentato oggi a Roma. Il percorso di Confindustria per la legalità è partito, oltre che da Montante e Lo Bello, da Giuseppe Catanzaro, presidente di Confindustria Agrigento e vicepresidente Confindustria Sicilia, Marco Venturi, imprenditore e oggi assessore tecnico in Regione. Dietro di loro decine di industriali di piccola e media dimensione, da Rosario Amarù a Massimo Romano, che si sono ribellati alle scorrerie e alle minacce mafiose.

Tutti consapevoli che essere proprietari di un'azienda significa lottare innanzitutto per un'equa concorrenza. Obiettivo reso impossibile dal racket: «Le aziende che fanno parte del cartello mafioso - spiega in modo lineare Lo Bello - sono favorite dal fatto che stanno dentro mercati protetti che annullano la concorrenza».

È il concetto chiave portato avanti da Montante e Lo Bello in una rivoluzione partita da Caltanissetta, capace di dribblare minacce e avvertimenti e di concretizzarsi nella modifica del codice etico di Confindustria Sicilia e l'espulsione degli imprenditori che non denunciano il pizzo. Dal febbraio 2010, su proposta del Comitato per il Sud presieduto da Cristiana Coppola, l'obbligo di denuncia, pena l'espulsione, è stato esteso a tutto il Mezzogiorno.

Fino alla svolta nazionale con il protocollo di legalità con il ministero dell'Interno, predisposto da Montante e dal prefetto Francesco Cirillo, e firmato il 10 maggio 2010 da Emma Marcegaglia e dal ministro Roberto Maroni. Oggi il lavoro è portato avanti in stretta collaborazione con i magistrati e con i vertici delle forze dell'ordine.

Tra gli esempi - citati da Montante anche in "Senza Padrini" - le azioni di prevenzione in collaborazione con il Commissario straordinario del governo per il racket e l'usura, Giancarlo Trevisone, sensibilizzando i Confidi e lavorando a stretto contatto con le associazioni anti-racket e anti-usura.

 

LUCA PALAMARA ROBERTO NAPOLETANO FILIPPO ASTONE FILIPPO ASTONE ANDREA CAMILLERI EMMA MARCEGAGLIA EMMA MARCEGAGLIA EMMA MARCEGAGLIA ROBERTO NAPOLETANO EMMA MARCEGAGLIA ANTONELLO MONTANTE EMMA MARCEGAGLIA ANTONELLO MONTANTE FILIPPO ASTONE

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…