libro pomicino

CAFONALINO POMICINO - ’O MINISTRO" PRESENTA IL SUO NUOVO LIBRO E LODA LA POLITICA DEGLI ANNI ’80 IN COMPAGNIA DI MIELI, PRODI E DAMILANO: “L’INFLAZIONE GALOPPAVA MA L’ITALIA CRESCEVA - IL VUOTO LASCIATO DAI PARTITI? L'HA OCCUPATO LA FINANZA - RENZI? È PIÙ BERLUSCONIANO DI BERLUSCONI”

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Gianluca Roselli per http://formiche.net

 

libro presentatolibro presentato

Come si vive in un’Italia senza più partiti? E con il Parlamento esautorato dalle sue funzioni? Uno spazio lasciato vuoto dalla politica che viene automaticamente occupato da altri. Per esempio, dal capitalismo finanziario.

 

romano prodi franco carraro cirino pomicinoromano prodi franco carraro cirino pomicino

Questo il tema centrale del nuovo libro di Paolo Cirino Pomicino – La Repubblica delle giovani marmotte, l’Italia e il mondo visti da un democristiano di lungo corso, Utet edizioni -, ex ministro del Bilancio della Dc, uno dei fedelissimi di Giulio Andreotti nonché protagonista eccellente della politica italiana negli anni 80. Quella politica che oggi viene messa da molti sul banco degli imputati perché generatrice di gran parte del debito pubblico che ci portiamo sulle spalle. Accusa che Pomicino, oggi analista ed editorialista su diversi quotidiani, respinge al mittente.

 

romano prodiromano prodi

“Erano anni in cui l’inflazione galoppava a due cifre, con uno scontro fortissimo sulla scala mobile. Ma allora l’Italia era un Paese che cresceva ogni anno. Noi abbiamo le nostre colpe per quanto riguarda la degenerazione affaristica della politica poi esplosa con Tangentopoli, ma bisogna dire che, sulle scelte strategiche e fondamentali per il Paese, la Dc fino al 1980 non ne ha sbagliata una”, osserva Pomicino. Sollecitato, per l’occasione (siamo al Tempio di Adriano a Roma), dall’interlocuzione con Marco Damilano, Paolo Mieli e Romano Prodi.

 

romano prodi e paolo mieliromano prodi e paolo mieli

E proprio col Professore lo scambio di battute è pepato. “Pomicino è stato uno dei miei più acerrimi critici sia quando ero all’Iri sia quando stavo a Palazzo Chigi. Se sono qui sono la prova vivente dell’esistenza della sindrome di Stoccolma”, osserva l’ex premier. Le giovani marmotte del libro, naturalmente, sono i protagonisti della nuova classe dirigente renziana, ma anche di quella imprenditoriale.

 

Che Pomicino trova del tutto impreparata alla gestione del potere e al governare meccanismi complessi. “Possibile che bisogna sempre rivolgersi a dei tecnici, come Draghi, che ha fatto diversi passaggi tra pubblico e privato? Possibile che non ci siano più politici in grado di fare la politica economica di uno Stato?”, si chiede l’autore del libro.

 

Gran parte della crisi italiana Pomicino la imputa alla scomparsa dei grandi partiti di massa: “Lo Stato cui in Europa tutti facciamo riferimento è la Germania, guarda caso l’unico che ha conservato i partiti figli del Novecento. Che sono in grado di prendersi le loro responsabilità e di guardare avanti.

 

romano prodi con marco damilanoromano prodi con marco damilano

Da noi, invece, i partiti non esistono più. E Renzi non sta facendo altro che accelerare il loro sgretolamento. Ma la politica si fa con i partiti. Non hanno ancora inventato degli strumenti migliori”, sottolinea l’ex ministro del Bilancio. Che sul premier aggiunge: “Renzi è più berlusconiano di Berlusconi. In confronto a lui il Cavaliere era un berlusconiano dilettante…”.

 

Renzi gran “marmottone”? Paolo Mieli, che in settimana ha scritto un duro editoriale contro il premier, evidenzia come il rottamatore, se da una parte ha completamente sconvolto l’universo politico italiano, dall’altro “ha creato un fenomeno di rigetto e di rifiuto proprio dalla sua parte politica, la sinistra, e questo a lungo andare può diventare il suo tallone d’Achille”.

romano prodi  cirino pomicinoromano prodi cirino pomicino

 

“I partiti avevano tanti difetti, ma li abbiamo sostituiti con il nulla, per questo la nostra democrazia è in sofferenza. Oltretutto dobbiamo fronteggiare la concorrenza di Paesi non democratici o fintamente liberali i cui governi mettono in campo capitali e politiche economiche senza rendere conto a nessuno, in maniera molto veloce. Che possiamo fare contro i ricchi Paesi del Golfo o la Cina?”, è il ragionamento di Prodi.

 

Sotto accusa, nel libro di Pomicino (che in settimana ha violentemente battibeccato in tv con Antonio Di Pietro proprio sulla crisi della Prima Repubblica e il sistema tangentizio), anche la nostra classe imprenditoriale, che sta regalando ai foresti le eccellenze del Paese.

publio fioripublio fiori

 

pomicino prodi carraro e carrapomicino prodi carraro e carrapellegrino capaldopellegrino capaldopellegrino capaldo romano prodipellegrino capaldo romano prodiluisa todini saluta cirino pomicinoluisa todini saluta cirino pomicinoluigi bisignaniluigi bisignanipaolo mieli franco carraropaolo mieli franco carraromarco damilanomarco damilanopaolo mielipaolo mielimauro cutrufomauro cutrufolucia pomicino luisa todinilucia pomicino luisa todinila mamma con la figlia luciala mamma con la figlia luciainvitatiinvitatilucia con il padrelucia con il padreintervento di romano prodiintervento di romano prodipaolo mieli  cirino pomicino romano prodi marco damilanopaolo mieli cirino pomicino romano prodi marco damilanoguja e ricky sospisioguja e ricky sospisiopaolo mieli (2)paolo mieli (2)franco carrarofranco carraroenzo carraenzo carrafranco carraro (2)franco carraro (2)paolo mieli cirino pomicino marco damilanopaolo mieli cirino pomicino marco damilanocirino pomicinocirino pomicinocirino pomicino publio fioricirino pomicino publio fioricirino pomicino con la figlia ilariacirino pomicino con la figlia ilariapaolo mieli e romano prodipaolo mieli e romano prodiromano prodi (2)romano prodi (2)cirino pomicino autografe il libro presentatocirino pomicino autografe il libro presentatopaolo mieli romano prodipaolo mieli romano prodisandra carrarosandra carrarotommaso labatetommaso labatepomicino saluta gli invitatipomicino saluta gli invitati

“E’ il mercato, bellezza”, direbbe qualcuno, compreso Renzi. Ecco, se c’è un elemento nostalgico nelle parole dell’ex ministro del Bilancio è la voglia di tornare a fare politica economica. Più Stato, meno mercato: “Solo così – dice – si può progettare il futuro di una nazione. Altrimenti accontentiamoci di quel poco, o nulla, che abbiamo”.

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…