Adriana Marmiroli per ''La Stampa''
Mi sono sostanzialmente annoiato un po'», ammette Paolo Bonolis, parlando della forzata clausura domestica della Fase 1. «Ho continuato a "parlare da solo" (il riferimento è al titolo del suo libro uscito a novembre da Rizzoli, ndr): non smetto mai di farlo. E ho pensato a progetti, figli di quella madre partoriente che è la noia. Chissà se prenderanno forma, se dimostreranno di avere sostanza, oppure si riveleranno solo sotterfugi per non annoiarsi. Quando sei fermo in uno stesso posto, ti industri con la mente».
La prima cosa che si è concesso appena finito il lockdown?
«Ho preso la moto e mi sono fatto un giro per Roma, molto "caro diario". Ho visto che lei era sempre la stessa e sono rientrato».
Cosa ha imparato di nuovo in questo periodo?
«Tutte le regole di Fifa 2020, di cui mio figlio Davide è giocatore accanito».
Lei è un appassionato di calcio. Le è mancato?
«Sia quello da vedere che quello giocato. Da mesto praticante anziano non vedo l' ora di tornare nell' agone sportivo con gli amici».
Inattivo non del tutto, però: su YouTube conduce «La stanza del medico», format che unisce fiction e talk su temi medici. Come nasce?
«Lo ha ideato mia moglie Sonia Bruganelli, che lo ha prodotto con la sua SDL Tv. Non avevo nulla da fare e mi ha chiesto se volevo darle una mano a divulgarlo».
Parlate di eutanasia, vaccinazioni, trasfusioni, mastoplastica additiva nelle giovanissime e mastectomia preventiva. In un video introduttivo lo definisce «una piccola costola de "Il senso della vita" per non addormentare la mente».
«Me lo sono configurato in questo modo. Il vero protagonista è il professore Roy de Vita, primario della Divisione di Chirurgia Plastica dell' Istituto dei Tumori Regina Elena di Roma. Mi è piaciuta la scelta di argomenti che si pongono su una linea di confine etica. Ragionare con gli altri su cosa sia giusto e cosa sbagliato, spaziando - appunto - sul senso della vita in qualunque direzione. Molto meglio del puro aspetto sanitario».
Cita «Il senso della vita», programma apprezzato anche dai vertici di Mediaset, che però non è stato più ripreso. Ci spera ancora?
«Non vorrei diventasse un' ossessione. È piaciuto a me farlo e al pubblico vederlo. Ma c' erano ragioni economiche che, come programma per la seconda serata (che ormai è notte fonda), lo rendevano non profittevole. La rete ha fatto le sue scelte».
Su Canale 5 la vediamo nelle repliche di «Avanti un altro» e di «Ciao Darwin».
«Stanno facendo ottimi ascolti (sempre più di 4 milioni di spettatori, ndr) tant' è che aumentano. Dato che mandano le stagioni a ritroso, si assiste a questo fenomeno buffo che ringiovanisco ogni giorno un po', alla maniera del Benjamin Button del film. Di questo passo arriveranno le repliche di Bim Bum Bam e - se ci fosse - del filmino della mia nascita».
Sono previste nuove puntate?
«Di Darwin no. Per Avanti un altro non ho dubbi: dovevamo registrare una nuova stagione in autunno. Ora non si sa. Ma quando lo faremo sarà nel pieno rispetto delle regole sanitarie del momento. Inevitabilmente qualcosa cambierà anche nel programma».
Cambierà qualcosa dopo la pandemia?
«Temo nulla. La natura umana è particolarmente ostinata nel suo modo di essere. Per un attimo vediamo le cose in un altro modo, poi torniamo a vederle come ci conviene. Non credo ci sarà moralizzazione o miglioramento finita la pandemia. Penso che la gran parte l' abbia vissuta solo come una gran rottura».
Però paiono cambiate le priorità: non più immigrazione ma salute. Cosa ne pensa?
«Non so se è cambiato l' approccio verso la sanità. Era un piatto secondario nell' agenda politica, quando si trattava di spendere i soldi pubblici. E veniva spazzata sotto al tappeto. Ora il tappeto è stato sollevato ed è venuto fuori lo sporco che era stato nascosto. Mi ha molto colpito che nessuno abbia mai avuto il coraggio di rispondere "non lo so". Tutti sapevano tutto, in questa torre di Babele di esperti.
Ci si sarebbe anche potuti divertire se dietro non ci fossero state le tragedie che sappiamo. In questa situazione inattesa, la politica si è trovata alle prese con la coperta corta dell' algoritmo delle sue decisioni: chi governa deve scegliere, e chi vorrebbe governare cavalca la rinuncia dall' opposizione. Il tema dell' immigrazione è passata in secondo piano sostituito da un' altra priorità. Ma le ragioni per cui c' è questa mobilitazione del sud del mondo verso il nord non sono sparite.
La ricchezza dell' Occidente è figlia di una predazione che è stata fatta e ancora si fa. Se finisse e si restituissero almeno in parte quelle ricchezze, il fenomeno sparirebbe. Lamentarsene mi pare come il ladro che se la prende con il derubato che va a cercare ciò che gli è stato tolto. Forse sarebbe meglio se, invece di lanciare missili nello spazio, ci dedicassimo prima a risolvere i problemi che abbiamo su questo sasso umido».
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