L'IMPORTANZA DI (NON) CHIAMARSI WILDE – UN LIBRO RACCONTA L’ESILIO INFAMANTE DELLA FAMIGLIA DELLO SCRITTORE - DOPO IL PROCESSO PER OMOSESSUALITÀ, LA MOGLIE E I FIGLI FURONO COSTRETTI A LASCIARE L'INGHILTERRA E A VIVERE CON UNA NUOVA IDENTITÀ. MERLIN HOLLAND, NIPOTE DI WILDE, È CURATORE DEL LIBRO E SARÀ UNO DEGLI OSPITI DI “PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI” DOMENICA 10 DICEMBRE A ROMA - PERCHÉ NON SI È RIAPPROPRIATO DEL COGNOME WILDE? "ALL'INIZIO È STATA UNA SCELTA PER METTERMI AL RIPARO DALL'OMOFOBIA INGLESE. POI MI SONO DETTO: NON HO IL TALENTO E IL GENIO DI MIO NONNO E..."

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Riccardo De Palo per “il Messaggero” - Estratti

 

OSCAR WILDE Vyvyan Holland cover OSCAR WILDE Vyvyan Holland cover

Molti conoscono Oscar Wilde, hanno letto Il ritratto di Dorian Gray o hanno visto a teatro L'importanza di chiamarsi Ernesto. Ma non tutti sanno che, dopo il processo per omosessualità e il conseguente scandalo, sua moglie Constance Lloyd e i figli, Vyvyan e Cyril - sì perché Wilde era sposato - furono costretti a lasciare l'Inghilterra e a vivere con una nuova identità.

 

Via quel cognome troppo ingombrante: Holland era «un vecchio nome di famiglia» da parte di madre, e non avrebbe causato «equivoci e complicazioni». Essere figlio di Oscar Wilde (edito da La Lepre) è il memoir del secondogenito, Vyvyan, il racconto di una famiglia in fuga dal perbenismo vittoriano, di una giovinezza vissuta all'ombra di un esilio infamante.

 

Tra scuole tedesche in cui vigevano punizioni corporali, città liguri in cui Constance si nascondeva con gli amici, e una sorta di vergogna perenne e ingiusta, sempre presente sullo sfondo.

 

Merlin Holland ha oggi 77 anni ed è il figlio di Vyvyan Holland. È quindi discendente in linea diretta del grande scrittore nato a Dublino nel 1854 e morto a soli 47 anni, a Parigi, nella desolazione più totale. Curatore del libro del padre e grande specialista dell'opera del nonno, Merlin sarà uno degli ospiti d'eccezione di Più libri più liberi, la fiera romana della piccola e media editoria, domenica 10 dicembre alla Nuvola dell'Eur (Sala Luna, ore 15,30). Holland risponde via zoom dalla Borgogna, dove vive, «tra Lione e Digione».

oscar wilde oscar wilde

 

Perché non si è riappropriato del cognome Wilde?

«All'epoca, cambiarlo è stata una scelta necessaria, per mettersi al riparo dell'omofobia inglese. Quando ho compiuto i 21 anni, mio padre mi disse: "Tu sei mio figlio, e un Wilde. Se vuoi cambiare nome, forse è il momento di farlo". Ma a me sembrava che sarebbe stato sbagliato, finché lui era in vita.

 

Nel 2000, quando ho pubblicato l'edizione completa delle lettere di Oscar, ho pensato che forse era il momento giusto: un secolo era passato, e la legge per la quale era stato messo in prigione era stata cancellata nel 1967. Incidentalmente, due mesi prima della morte di mio padre. Ma poi mi sono detto: non ho il talento e il genio di mio nonno e non voglio lucrare sul suo nome. Posso farne a meno».

 

(...) Oscar Wilde oggi non è mai stato così celebre e le sue frasi si trovano ovunque, anche sui social. Ce n'è una che le piace ricordare?

oscar wilde oscar wilde

«Ce ne sono molte, ma una secondo me riassume il suo carattere e il modo in cui si relazionava con la società britannica del tempo. Mi fa ridere ma anche riflettere, ogni volta che la leggo: "La depravazione è un mito inventato dalla brave persone per descrivere la singolare attrattiva degli altri". Credo che riassuma tutta la sua vita».

 

(...) Scrisse una lettera a mia nonna, quando uscì di prigione. Purtroppo, quella missiva, come molte altre destinate a Constance, è stata distrutta dopo la sua morte, e questo è molto triste. Ma lui mandò una lettera a suo fratello, e disse che era una delle più belle che avesse mai letto. Constance voleva andare nel Nord della Francia, dove Oscar si trovava, ma fu scoraggiata dalla sua famiglia. Lui voleva veramente rivedere lei e i suoi bambini. Provava un sincero sentimento paterno, nei confronti dei figli. Era un omosessuale sposato a una donna. Una persona piena di contraddizioni, complementari tra loro. Se si smonta il caleidoscopio, si distrugge la magia».

 

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