Aldo Grasso per corriere.it - Estratti
Adesso tutti, d’improvviso, sono diventati esperti di ascolti televisivi, decretando il flop di Amadeus. Il debutto sul Nove con “Chissà chi è”, il quiz che andava in onda fino alla scorsa stagione su Rai1 con il nome di “I Soliti Ignoti”, è stato inferiore alle aspettative, così come il secondo appuntamento.
Perché si parla di flop? Perché il confronto immediato è con Fabio Fazio che, lo scorso anno, venendo via dalla Rai si era portato dietro il suo pubblico. Tutto vero, tutto giusto: ma la differenza fondamentale è che Fazio nel corso degli anni si era costruito un suo pubblico, una sua comunità, un suo spazio che prima non esisteva.
fiorello in giorgio armani e amadeus in gai mattiolo
Fazio si portava dietro un piccolo universo “ideologico”, Amadeus si è portato dietro solo un format (e senza Fiorello che, come abbiamo sempre sostenuto, era il suo lievito). E i format di successo spesso funzionano indipendentemente dal conduttore, tanto che su Rai1 Stefano De Martino ha tenuto gli ascolti della rete. Fazio e Amadeus non sono comparabili, sono due “entità” diverse.
Lo ripeto per l’ennesima volta: la tv è abitudine, ci vuole tempo sia per affezionarsi sia per abbandonarla. E poi c’è una parte di pubblico, quello che la pubblicistica definisce “zoccolo duro”, che non lo sposti nemmeno con le cannonate (non è “dimostrazione d’affetto”, come qualcuno sostiene, è consuetudine, assuefazione, persino pigrizia).
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La delusione per Amadeus c’è ma forse le altre reti farebbero bene a seguire questa avventura come un test per l’intero mercato, per individuare le strategie per “catturare” il pubblico in uno scenario mediale in continua trasformazione.