Paolo di Paolo per Il Venerdì- La Repubblica
Non c’è un solo scrittore capace di usare la lingua italiana come lui. Non c’entrano Gadda e nipoti: non è barocco, sperimentale, solo ludico il suo italiano, non è opaco. È come una tastiera di cui sa rendere prezioso ogni tasto, quindi ogni registro, ogni musica. In 460 pagine, Aldo Busi scrive anche un grande romanzo in italiano sull’italiano, sulle possibilità – attraverso una lingua – di conquistare il reale, di stanarlo, di metterlo a fuoco, di farlo vibrare ed esistere sulla pagina quasi più che nella vita.
In un momento in cui molti autori usano la propria lingua come il traduttore di Google, con indifferenza e approssimazione, questo libro è intanto una rara lezione di stile. Poi, dentro, c’è di tutto: la trama non è altro che la voce narrante, il suo movimento intellettuale, emotivo, il suo attraversare zone e livelli di vita.
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La solitudine, la felicità («uno stato di moto a luogo con sosta brevissima»), il dolore («mi ci sono voluti molti anni ancora per rendermi conto che il mio dolore era un dolore tutto sommato occidentale e ormai privilegiato»), la libertà («se volevo essere libero scrivendo, dovevo esserlo vivendo»), il sesso («la sessualità è minimo a due e sta tutta nelle sue premesse faccia a faccia»).?
BUSI- L’ALTRA MAMMELLA - - L’uomo dello schermo, di Fabio Romano, olio su tela
Ne risulta un imprevedibile alfabeto-Busi, una vastissima raggiera di temi che lo scrittore affronta affrontando sé stesso, gli altri, il mondo. Narra, ricorda, intuisce, connette, interroga, va incontro a. Il nucleo del precedente Vacche amiche si dilata romanzescamente a dismisura, nel senso che si affolla di romanzi: quello della bellissima puttana creola, della dottoressa Olé o della «contessa» Miriam de Mortagli – una galleria di donne che Busi ha amato a modo suo, o nell’unico vero, e soprattutto ha «sentito» (Sentire le donne è un suo titolo del ’91).
Lo scambio epistolare con Miriam, una lettrice speciale con cui nasce un’amicizia, è da antologia: fa ridere, e commuove, ci dice cosa può essere uno scambio autentico fra esseri umani. «E non esistono corpi estranei, gli esseri umani non sono asteroidi remoti in uno spazio x che rischiano di schiantarsi addosso al tuo, ogni corpo è compatibile col tuo e fa bene al tuo, che potrebbe avere bisogno all’improvviso della stessa compassione che hai sempre rifutato».
Aldo Busi, L’altra mammella delle vacche amiche, Marsilio, pp. 460, euro 18